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Manchester City v Fluminense: Final - FIFA Club World Cup Saudi Arabia 2023

JEDDAH, SAUDI ARABIA - DECEMBER 22: Kyle Walker of Manchester City lifts the FIFA Club World Cup trophy after their team's victory in the FIFA Club World Cup Saudi Arabia 2023 Final between Manchester City and Fluminense at King Abdullah Sports City on December 22, 2023 in Jeddah, Saudi Arabia. (Photo by Francois Nel/Getty Images)© Getty Images

Inflazione Mondiale

La scommessa di Infantino, la modernità di Carosio e la seconda edizione di FC

27 settembre

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Impossibile che il Mondiale per Club salti. Nonostante lo scarso interesse delle televisioni, in particolare di quelle europee che fanno girare i soldi veri, e l’ipotesi da corridoio FIFA, questa davvero ancora più clamorosa dell’annullamento, di spostarlo in un paese diverso dagli Stati Uniti che paghi il conto permettendo a Infantino di salvare la faccia trasmettendo tutto su FIFA+. Nessun annullamento e quasi certamente nessuno spostamento, stando a quanto viene prospettato anche in queste ore alle aziende televisive. Il peccato originale è comunque il solito, cioè l’inflazione di partite e di tornei che rende tutto mediamente poco interessante: siamo sinceri, se non ci fossero Inter e Juventus ce ne importerebbe qualcosa? In questo senso la Coppa del Mondo per Club messa a cadenza quadriennale sembrava una bellissima innovazione, ma Infantino ha subito ‘rimediato’ trasformando la vecchia Coppa del Mondo, quella nata sulle ceneri dell’Intercontinentale nel 2005, dopo il tentativo del 2000, e durata fino all’anno scorso (2 le vittorie italiane, Milan 2007 e Inter 2010), in una nuova Intercontinentale. Sì, perché da quest’anno parte anche la FIFA Intercontinental Cup, che se rimarrà in vita avrà cadenza annuale e sarà disputata fra i campioni delle 6 confederazioni. Interessa così tanto che nessuno sa ancora quando (forse a dicembre) e dove (forse in Arabia) si disputerà l’edizione 2024. La prima mossa per far crescere il prestigio del Mondiale per club quadriennale sarebbe proprio l’abolizione di questo mini-torneo annuale. Less is more.  

Quarant’anni fa moriva Nicolò Carosio, nome che a un giovane dice poco ma che fino al 1970 è stato quasi sinonimo di calcio per tutti gli italiani, prima come radiocronista, già in pista per i Mondiali del 1934, e poi come telecronista fino ai Mondiale in Messico, torneo che iniziò ma non terminò a causa di un gigantesco equivoco: accusato ingiustamente (l’avrebbero dimostrato Massimo De Luca e Pino Frisoli, recuperando tutto l’audio, che era stato citato per sentito dire) di aver pronunciato una frase dal tono razzista contro il guardalinee etiope di Italia-Israele che aveva annullato un gol a Riva. All’epoca il garantismo non era di moda e così con questo pretesto, oltretutto infondato, Carosio fu mandato in pensione dalla RAI, con Nando Martellini promosso telecronista per le partite della Nazionale. Pochi nel 2024 possono dire di aver ascoltato in diretta Carosio, con il suo stile poco urlato, poco retorico, pieno di pause, paradossalmente più adatto alla tivù di oggi con immagini nitide e mille sovraimpressioni e informazione, che a quella di ieri. Qualcuno in più lo ricorda come autore di una memorabile rubrica su Topolino negli anni Settanta. Certo lui è nella storia, mentre i cattivi imitatori dei sudamericani no.

È finalmente uscito EA Sports FC 25, nuova versione del videogioco calcistico che per milioni di persone conta più del calcio stesso, anche senza mettersi a fare i soliti discorsi sui giovani che guardano solo gli highlights invece di un presunto calcio 'vero' (meglio gli highlights, molte volte). È la seconda edizione dopo la secessione dalla FIFA (FC altro non è che il vecchio ‘FIFA’) e al di là della marea di recensioni su un prodotto che presenta davvero poche novità (anche nei videogiochi si finge di entusiasmarsi per innovazioni tattiche, come la FC IQ) è interessante guardare i valori assegnati ai giocatori, una sorta di classifica del Pallone d’Oro ma basata più sulle abilità, almeno a giudizio di autori e programmatori, che sull’immagine e sulla storia dei giocatori. I top dei top Mbappé, Rodri e Haaland con un rating di 91, seguiti da Bellingham, Vinicius, De Bruyne e Kane con 90. Nel gruppo degli ottavi, a quota 89, Gigio Donnnarumma, primo degli italiani, e Lautaro Martinez, primo della Serie A attuale. Ovviamente non si tratta di valutazioni tecniche indiscutibili, ma di un gioco che per molti, anche molti calciatori, è più reale di quello reale. Da notare che non sono presenti, con le loro maglie e i loro loghi originali, Inter, Milan, Lazio e Atalanta che hanno un accordo con eFootball (traduzione: il vecchio PES della Konami), mentre i calciatori sono riprodotti fedelmente grazie all’accordo con FIFPRO, cioè il sindacato internazionale dei calciatori che riunisce la varie associazioni nazionali, AIC compresa. Come dice Reed Hastings, il fondatore di Netflix, il vero avversario di chi produce contenuti tradizionali, per quanto veicolati in modo moderno, sono proprio i videogiochi. Difficile pensare a un'Italia del 2044 in cui quasi tutti seguono pallacanestro, tennis o scherma, più probabile una realtà  in cui il calcio sia affincato o superato dal calcio virtuale.

stefano@indiscreto.net

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