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Italy Training Session

FLORENCE, ITALY - JANUARY 26: Mario Balotelli of Italy in action during a Italy training session at Centro Tecnico Federale di Coverciano on January 26, 2022 in Florence, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)© Getty Images

Il ritorno di Balotelli

Uno strano ostracismo, il senso del gol di Elkjaer e i 33.321 di Juventus-Roma

1 giorno fa

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Che fine ha fatto Mario Balotelli? Mentre scriviamo queste righe l'ultimo autore di un gol italiano in un Mondiale sembra vicino al Genoa, graditissimo a un Gilardino con una rosa impoverita da cessioni pesantissime, come Retegui e Gudmundsson (poi dicono di essere aziendalisti), e infortuni, ma meno a una società a metà del guado, sul mercato più di Balotelli visto il crack di 777 Partners. Certo è che il più grande talento sprecato del calcio italiano a 34 anni è disoccupato dallo scorso 30 giugno e che in ogni caso viene da una stagione in cui all’Adana Demirspor ha giocato pochissimo, a causa soprattutto dell’intervento al ginocchio. Per caratteristiche e ingaggio richiesto (meno di 400.000 euro netti a a stagione) sarebbe in questo momento l’ideale terza o quarta punta di una squadra forte, più che il giocatore che da solo dovrebbe salvare il Genoa dalla retrocessione. Ma nei suoi confronti c’è sempre stato, da parte di molti presunti ‘colleghi’, un ostracismo che poco ha a che fare con il razzismo e molto con una certa mentalità paramafiosa. Chi esce dal gruppo, per non dire dal gregge, fa fatica a rientrarci.

Quarant’anni fa, il 14 ottobre 1984, Elkjaer segnava uno dei gol più famosi nella storia della Serie A, il ‘gol senza scarpa’ che siglò il 2-0 del Verona già capolista sulla Juventus e che lanciò la squadra di Bagnoli verso lo scudetto più significativo di quell’epoca meravigliosa, dal 1982 al 1991 sette squadre campioni diverse in nove campionati senza contare il livello di chi arrivava dietro e i giocatori, i migliori del mondo a cui queste seconde linee avevano accesso. Ricicliamo la solita domanda: oggi un Verona campione sarebbe possibile? Prima di rispondere ricordiamo che la squadra di Bagnoli non arrivava dal nulla ma da un quarto e da un sesto posto, era cioè come una squadra del tutto paragonabile a un’Atalanta di oggi. Si può quindi sognare anche nel 2024, in una realtà media ma ben gestita e volendo sognare: per questo i tifosi del Bologna non impazziscono per Saputo, quelli della Lazio per Lotito, quelli del Torino per Cairo. La vera differenza è che la classe media, complici anche le proprietà straniere (a cosa punterà fra un anno il Como?), è aumentata dismisura e gli anni no delle grandi tradizionali avrebbero comunque molti più Leicester affamati a cercare di sfruttarli.  

I 33.321 spettatori di Juventus-Roma al femminile, giocata ieri e vinta dalle bianconere di Canzi, sono benzina sia per gli appassionati di calcio femminile sia per chi lo tratta con sufficienza. Perché nel mondo di oggi, con mille opportunità di svago, far uscire di casa 33.321 persone che la partita avrebbero anche potuto vederla in televisione è un’impresa enorme, ma è anche vero che l’ingresso era gratuito, così come in Italia è gratuito per gran parte delle partite delle donne. È insomma una situazione tipo ciclismo: quante persone ci sarebbero sulle strade del Giro d’Italia se a ognuna di loro venissero chiesti non diciamo 100 ma 10 euro? Il gigantesco equivoco, che vale per tanti sport, è che il confronto si possa fare con il calcio maschile, quello che scatena il tifo con meccanismi che nulla c’entrano con lo spettacolo proposto in campo o con il valore sportivo di ciò che si vede. Insomma, non crediamo sia una bella cosa augurare alle donne del calcio di diventare come gli uomini. 

stefano@indiscreto.net

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