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Fiera Bit, Roberto Mancini allo stand Marche

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11 Aprile  2022 Milano, Italia 
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Fiera Bit, Roberto Mancini allo stand Marche
Nella foto: Roberto Mancini

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April 11, 2022 Milan, Italy 
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Bit Fair, Roberto Mancini at the Marche stand© LAPRESSE

Mancini pentito

L'Arabia in crisi, il caso Mario Rui, i rischi di Calhanoglu e il Golden Boy senza italiani.

5 giorni fa

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L’avventura di Roberto Mancini sulla panchina dell’Arabia Saudita è finita? Fin da subito, cioè l’agosto 2023, è stata vista con antipatia da parte di chi pensa che abbia in qualche modo tradito l’Italia (cosa non vera, vista la tempistica dimissioni di Spalletti da un Napoli trionfatore in campionato) con quelle dimissioni estive e anche da chi ha mal digerito il trionfo di Euro 2021, ennesima prova che nel calcio si possono mettere in campo squadre credibili anche senza avere giocatori da dream team. Questi livori tutti italiani hanno però bisogno della benzina dei risultati e sono proprio i risultati che stanno clamorosamente mancando a Mancini. Lo scorso gennaio l’eliminazione agli ottavi di finale della Coppa d’Asia, contro la Corea del Sud di Klinsmann e con Mancini che nemmeno aveva assistito ai rigori in nsegno di protesta contro gli arbitri, adesso questo pessimo inizio di qualificazioni ai Mondiali, con l’Arabia che finora ha vinto soltanto una partita in un girone che qualifica al Mondiale soltanto le prime due. Dopo lo 0-0 con il Bahrein la sua posizione è tornata in discussione, anche perché l’Arabia sarà una realtà modesta ma agli ultimi due Mondiali si è qualificata e nell’ultimo ha anche battuto l’Argentina. Certo è che in presenza di un’offerta seria dall’Europa, come quella del Manchester United che dopo Euro 2020 gli propose di sostituire Solskjaer (con il senno di poi...), sarebbe un Mancini pentito non da oggi a risolvere il problema, con altre dimissioni in qualche modo annunciate. Nessuno gli offrirà i 25 milioni netti a stagione dell'Arabia, ma i grandi club in crisi non mancano e Mancini ha il phisique du rôle, oltre che la storia personale, per tenere buone tante tifoserie. Situazione in divenire, ma non al punto di sognare un finale di carriera romantico sulla panchina della Sampdoria. Semmai se la potrebbe comprare...

Chi ha ragione fra Mario Rui e il Napoli? Vicenda di cui quasi nessuno parla, perché Mario Rui non fa notizia. Il terzino, fra i protagonisti dello scudetto di Spalletti, è stato prima messo fuori rosa dopo il suo rifiuto di trasferirsi in estate, poi è stato reintegrato o per lo meno non è più stato trattato come un appestato. Certo non si può definire un giocatore a disposizione di Conte e infatti Manna spera di risolvere il problema per gennaio, visto che Mario Rui ha un contratto fino al 2026 da 2 milioni netti all’anno. Un braccio di ferro meno rovinoso di quello con Osimhen, ma che agli occhi esterni sembra ancora più assurdo. Senza contare che a causa di pendenze del passato, ma anche per questi rifiuti, a Mario Rui ha fatto causa il suo procuratore, che poi è lo stesso di Di Lorenzo, Politano e Folorunsho, altro caso (senza dimenticare i progetti estivi di Di Lorenzo). In altre epoche si sarebbe gridato al mobbing per molto meno, in questa sembra che i contratti valgano pochissimo. Da entrambe le parti e senza bisogno di nuove sentenze Bosman.

L’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan e sui loro rapporti con le società sta andando avanti, dal punto di vista della magistratura ordinaria, anche se mediaticamente sta sparendo. Eppure c’è dentro di tutto: calcio, mafia, personaggi pop…. Non c’è grande reattività nemmeno sul fronte della giustizia sportiva e quindi è probabile che si continuerà ad assistere a convocazioni, consigli tattici e processi da parte di chi non ha titolo per farli (semmai per subirli). Alla fine l’unico effetto concreto rischia di essere soltanto un ricambio per così dire dirigenziale ai vertici delle curve, unito a qualche squalifica di poco conto per club (è l’Inter a rischiare di più) e giocatori (Calhanoglu e Calabria su tutti, stando a quanto emerso finora). Di sicuro è assordante il silenzio di Inter e Milan sulla vicenda, al di là dello scarico di responsabilità su oscuri funzionari e dello schemino del ‘siamo parte lesa’. Nessuno che dica che gli ultras, per lo meno questi ultras, non rappresentano il tifo. In questo senso, nel girare la faccia dall’altra parte, Marotta è recidivo, ricordando vicende analoghe nel suo periodo alla Juventus.

Se Spalletti avesse iniziato male la Nations League la lista dei 25 finalisti del Golden Boy 2024, il premio organizzato da Tuttosport, avrebbe generato commenti disfattistici. Questo non toglie che nell’elenco da cui uscirà il miglior Under 21 d’Europa (l’anno scorso fu Bellingham) manchino totalmente gli italiani e che siano anche pochi i giocatori della Serie A: due, gli juventini Yildiz e Mbangula. Se i fuoriclasse non si possono inventare, il vero problema del calcio italiano è il livello medio visto che il primo Under 21 azzurrabile nella classifica del Golden Boy è Pisilli, alla posizione numero 81 (!!!). Un buon motivo per chiudere l’era Gravina e soprattutto quella Viscidi, già che ci siamo. La colpa non è di allenatori sull'orlo dell'esonero, obbligati a guardare il presente.

stefano@indiscreto.net

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