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Fiorentina v Monza - Serie A

FLORENCE, ITALY - SEPTEMBER 1: Pietro Comuzzo of ACF Fiorentina in action during the Serie A match between Fiorentina and Monza at Stadio Artemio Franchi on September 1, 2024 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)© Getty Images

L'Italia di Comuzzo

I nuovi di Spalletti, l'interesse per Genoa-Como, la quinta in Champions, il bilancio di Cristiano Ronaldo e il futuro di Kolarov

8 novembre

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Spalletti ha voluto stupire ma non troppo, qualche messaggio in codice ma non al livello di Mancini-Pafundi (anche se Camarda sarà in futuro una tentazione). A questo giro di convocazioni, per le partite di Nations League prima contro il Belgio a Bruxelles e poi a San Siro contro la Francia senza Mbappé, le novità sono Savona, Comuzzo e Rovella. Non è certo una novità ma un ritorno quello di Barella, che non si vedeva in Nazionale dall'Europeo. Pesante l'esclusione di Fagioli, sul quale il c.t. aveva puntato fin dall'Europeo a dispetto delle note vicende, bocciato dopo la partita con Israele, ma va detto che ultimente l'ha bocciato anche Thiago Motta. Scontata l' assenza dell'infortunato Calafiori. Romanisti travolti dalla crisi della Roma ma anche dalle loro scarse prestazioni: c'è Pisilli, ma non Lorenzo Pellegrini, Mancini e Cristante. Niente Lucca, niente Politano, un po' a sopresa niente Di Gregorio con fiducia a Meret come terzo portiere. Come si nota, molte situazioni da discutere ma niente per cui le masse scenderanno in piazza manifestando pro o contro. Forse si pensava a Baldanzi, nell'ottica del 3-5-1-1, ma al di là del discorso Roma dietro a Retegui può giocare chiunque fra Kean, Raspadori e Daniel Maldini. 

Come è possibile che Genoa-Como si sia disputata in contemporanea con le partite di Europa e Conference League? Domanda regolamentare ma anche di marketing. Secondo il primo aspetto bisogna dire che da due anni non esiste più una regola, nel senso che le leghe europee non sono più vincolate alla UEFA nella formulazione dei calendari: fino al 2022 la programmazione di oggi sarebbe stata impensabile, anche se le situazioni di confine (cioè partite locali giocate in orario diverso rispetto a quelle europee) e anche oltre non mancavano. Per quanto riguarda il marketing ognuno fa le sue valutazioni, al di là del fatto che a Marassi si sia giocato di giovedì per evitare la contemporaneità con altri eventi di Genova durante il fine settimana e non certo per andare contro le due coppe europee minori. Se si ritiene che Genoa-Como abbia un pubblico quasi totalmente diverso da Lazio-Porto (traduzione: partite che interessano soltanto ai tifosi delle due squadre in campo), la contemporaneità non porta danni.

Il ranking stagionale UEFA per leghe nazionali non è una fissazione dei giornalisti ma la differenza fra la vita e la morte per diversi grandi club, visto che essere nei primi due significa avere un posto Champions in più. Quello che ha consentito al Bologna di essere al piano alto, anche se la Champions della squadra di Italiano non è un grande spot per questa modalità di qualificazione, diversamente dal Borussia Dortmund. Serie A messa bene anche quest’anno, per adesso dietro a Inghilterra e Portogallo ma con un livello medio che fa ben sperare a dispetto del disfattismo imperante: può non piacere come ambiente e atmosfera, ma come risultati non è peggio della Premier League sedicente NBA.

Tutta colpa di Cristiano Ronaldo? Questa la narrazione prevalente fra chi vuole o deve spiegare il molto presunto ridimensionamento della Juventus. Che ha appena chiuso in rosso l’ultimo bilancio, un rosso da 199,2 milioni di euro, che comunque scompare di fronte ai soldi effettivamente tirati fuori dagli azionisti negli ultimi anni sottoforma di aumenti di capitale, circa 900 milioni. È facile ricordare che il fuoriclasse portoghese nel 2018 costò, fra soldi al Real Madrid e commissioni, 116 milioni, che il suo ingaggio lordo in ognuna delle tre stagioni bianconere sia stato sui 60 lordi e che nel 2021 la Juventus ancora presieduta da Andrea Agnelli abbia recuperato dal Manchester United sui 23 milioni. Senza inerpicarci in discorsi da commercialisti del CEPU è chiaro che nella peggiore delle ipotesi CR7 non può avere pesato per più di un terzo in questo disastro finanziario. Come se poi il suo impatto sportivo e finanziario in positivo fosse stato zero: due scudetti, una Coppa Italia 101 gol (di cui 23 in Champions) in 134 partite, un rafforzamento del marchio Jiventus in tutto il mondo essendo stato Cristiano Ronaldo uno dei primi due calciatori del mondo per 15 anni di fila. Siamo passati da "Cristiano Ronaldo si paga da solo con le magliette" quasi a "Si sono vendute meno magliette per colpa di Cristiano Ronaldo". Arrivato alla Juventus sì a 33 anni, ma non proprio da vecchia gloria: secondo al Pallone d’Ore nel 2018, poi terzo nel 2019… In altre parole, Cristiano Ronaldo rimane un grande colpo nella storia della Juventus e non è colpa sua se in seguito è stata strapagata l’invendibile classe media.

Inizio di carriera per un nuovo allenatore italiano con l’aura del predestinato. Sì, Aleksandar Kolarov è serbo ma fra Lazio, Roma e Inter ha giocato in Italia 8 anni e soprattutto è diventato allenatore a Coverciano. È appena stato nominato commissario tecnico dell’Under 21 della Serbia, con l’orizzonte degli Europei 2027, che si svolgeranno proprio in Serbia (quelli 2025 in Slovacchia), e delle Olimpiadi di Los Angeles. Per carattere e personalità è uno che un’occasione in un grande club italiano ce l’avrà al 100%. Con un paio d’anni di esperienza, ad esempio, sarebbe già stato pronto a entrare nel tritacarne della Roma. Ancora qualche predestinato che si autopensiona come opinionista e arrivca il turno di Kolarov. 

stefano@indiscreto.net

 

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