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Il Lecce dopo l'esonero di Gotti prova a salvarsi affidandosi a un ex emergente, meno rigido di come venga dipinto nei circoli che assegnano la patente di maestro. Missione non impossibile...
Marco Giampaolo è il nuovo allenatore del Lecce, al posto dell’esonerato Luca Gotti: per lui contratto fino a giugno, con rinnovo soltanto nel caso di salvezza. Missione non impossibile, va detto, perché con 26 partite ancora da giocare il Lecce nonostante il peggiore attacco della Serie A (soltanto 5 gol) è a un punto dalla zona salvezza con una rosa che ha un discreto potenziale: sulla carta più di Venezia, Empoli e Verona, anche se le distanze sono minime e due giocatori a gennaio cambiano tutto. Insomma, al netto della retorica sugli allenatori che non sarebbero da esonerare mai, come se gli allenatori fossero tutti uguali, il cambio operato da Pantaleo Corvino è avvenuto al momento giusto.
E la curiosità a questo punto è per Giampaolo, ex emergente ma tuttora amatissimo dai giornalisti che vedono maestri di calcio ovunque, a patto che parlino in covercianese e si presentino come uomini da progetto. A 57 anni, con i treni giusti (su tutti il Milan, scelta forte di Paolo Maldini, Milan che dopo pochi mesi lo mise alla porta chiamando Pioli, ma anche il Torino di Cairo che forse è la sua dimensione) già passati e temprato da 11 fra esoneri e dimissioni, Giampaolo ha quindi una bella occasione in un Lecce che finora ha giocato prevalentemente con il 4-2-3-1 ma che soprattutto non ha valorizzato alcuni degli acquisti di Corvino, in particolare Marchwinski che con Gotti non si è di fatto mai visto e che adesso potrebbe essere il trequartista nel 4-3-1-3 del nuovo allenatore o comunque essere presente in un 4-3-3 che pare il nuovo credo di Giampolo, rinnegando quindi il rombo di centrocampo: la curiosità è per il come, visto che uno dei problemi finora è stato l’impiego fuori ruolo di Dorgu.
Va detto che Giampaolo è molto meno rigido di tanti suoi adoratori, avendo fatto una gavetta lunghissima sa essere concreto e anche il suo proverbiale rombo è stato un’evoluzione, diventata una fissazione soltanto dai tempi di Empoli, quindi dal 2015, cambiando idea già nei suoi ultimi mesi alla Sampdoria. Di sicuro è un allenatore serio, ma non allena da due anni e quindi il punto interrogativo non è sulla tattica, ma su spogliatoi e dirigenti con logiche che cambiano a velocità supersonica. Maestro o non maestro, la salvezza del Lecce è una missione non impossibile.
stefano@indiscreto.net
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