Tonali un anno dopo

Luciano Spalletti potrebbe diventare il primo allenatore nella storia della Nazionale a sopravvivere a un disastro, pur mettendo tutti gli asterischi del caso al valore della Nations League e alla fase di totale transizione che stanno vivendo il Belgio e la stessa Francia, sintetizzata dal quasi incredibile 0-0 con Israele. A questo punto per rimanere prima nel girone basterebbe all’Italia perdere a San Siro, domenica sera contro la Francia, con non più di un gol di scarto, ma sono calcoli meno importanti dell’aria nuova che si respira e che per qualche settimana eviterà dibattiti sui bambini che non giocano più per strada, sugli allenatori che pensano solo alla tattica, sulla scomparsa del dribbling, eccetera. A Spalletti non si chiede, così come non glielo si chiedeva a Euro 2024, di dominare fischiettando e impartendo lezioni di calcio, ma di proporre una squadra credibile.

E così è stato anche a Bruxelles, con un modulo che senza offesa si può definire 3-6-1, rinunciando alla seconda punta dall’inizio come era stato fatto contro la Francia e contro lo stesso Belgio all’Olimpico, con Lorenzo Pellegrini nella parte recitata adesso da Barella. Uno schema che come minimo permette di prendere il controllo del centrocampo, situazione che nel primo tempo è stata evidentissima, e come massimo di accompagnare meglio le azioni offensive in assenza di fenomeni in attacco. La vera notizia positiva per l’Italia è che nessun azzurro ha contro il Belgio disputato una partita eccezionale, anche se Di Lorenzo è stato meglio degli altri, anzi ci sono molti margini di miglioramento. Soprattutto in fase difensiva sulle palle inattive, anche se va sottolineato che la porta di Donnarumma è rimasta inviolata per la prima volta, in partite ufficiali, da un anno: l’ultima volta era accaduto il 20 novembre 2023 in Ucraina.

Nessuno farà caroselli per un quarto di finale di Nations League, però è giusto sottolineare che in questo momento storico l’Italia ha una quantità di buoni centrocampisti simile a quella di altre grandi nazionali. Gli effetti negativi dell’overdose di stranieri (nella serie A attuale l’impiego degli italiani è il 33,5% del totale, con il record negativo dell’Udinese) in questo reparto ancora non si vedono, mentre molto più limitata è la scelta in difesa e in attacco. C’è insomma materiale sufficiente per conquistare una qualificazione mondiale tranquilla, fra l’altro più facile che ai due fallimentari giri precedenti, con un’identità di squadra ben definita. 

La copertina è per il gol della vittoria di Sandro Tonali, per la splendida azione corale che l’ha generato ma anche per Tonali stesso. Primo gol in Nazionale (non aveva mai segnato neppure nelle giovanili) a quasi 400 giorni dal blitz della polizia a Coverciano, e 15 mesi dopo l’ultimo, proprio all’esordio in Premier League con il Newcastle. In mezzo un calcioscommesse tenuto molto basso dalla FIGC, prova dell’estensione del fenomeno, che ha generato soltanto due squalificati, lui e Fagioli (che nella deposizione aveva accusato Tonali di averlo iniziato alle scommesse online, versione contestata da Tonali), con pene che rapportate alla severità del passato possono essere considerate soltanto simboliche. L’escamotage della ludopatia è stato geniale, anche perché si è inserito in un momento culturale in cui la responsabilità individuale sembra valere meno di presunte fragilità. Questo nulla toglie al valore del giocatore, senza scomodare il Paolo Rossi 1982, e al fatto che in questa Italia lui sia importantissimo. 

stefano@indiscreto.net