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Sei nazioni ospiteranno l'edizione 2030 della manifestazione sportiva più seguita del pianeta, la sola Arabia Saudita quella del 2034. Inutili i confronti con il passato, per quella che è diventata ormai soltanto una festa della geopolitica...
Forse Gianni Infantino passerà alla storia come il presidente FIFA davvero capace di lanciare un Mondiale per club. Forse. Intanto sembra stia facendo di tutto per affossare quello per nazionali, capace di resistere al Qatar e nel 2026 messo a dura prova dalle 48 squadre, con l'orrido recupero delle 8 migliori terze dei 12 gironi in modo da avere un tabellone completo per l'eliminazione diretta dai sedicesimi di finale in avanti. Ma prove ancora più dure attendono la creatura di Jules Rimet, secondo quanto ufficializzato ierei senza sorprese, visto che stiamo parlando di candidature uniche, senza concorrenza visto il ripiegamento verso l'Europeo di Regno Unito e Irlanda: quindi Spagna-Portogallo-Marocco, con una spruzzata di Uruguay-Argentina-Paraguay, per il 2030 e Arabia Saudita 2034. Del Mondiale 2030 si conoscono già le date, dall'8 giugno al 21 luglio, mentre di quello 2034 si sa ancora pochissimo, al di là delle retorica sugli stadi bellissimi e nuovissimi: è chiaro che negli stati autoritari i lavori pubblici procedono in maniera più spedita, ma non per questo l'Arabia o la Cina sono da prendere a modello.
Rimanendo sull'aspetto sportivo, cosa comunque difficile perché il Mondiale non ha più come obbiettivo quello di individuare la squadra più forte del pianeta ma è una generica festa del calcio, questa doppia assegnazione ricorda per certi versi la doppietta Russia 2018-Qatar 2022, ideata nel 2010 in una delle votazioni più corrotte di sempre, anche per gli standard della FIFA, che avrebbe fatto entrare Blatter e Platini nel mirino di quel mondo anglo-americano che in prospettiva può stritolare chiunque: perché l'FBI ti viene a prendere a Zurigo, ma non è che la polizia svizzera possa fare la stessa cosa a New York. Questo al di là dei demeriti di Blatter, che nel caso specifico nemmeno era d'accordo, rendendosi conto della follia del Mondiale in Qatar e tifava per l'accoppiata Russia-Stati Uniti con mezza promessa all'Inghilterra per il 2026. Poi in campo ci vanno sempre i giocatori, a prescindere da ciò che sta dietro, i Mondiali di Maradona e Messi hanno un peso specifico diverso in rapporto al resto del calcio, ma non è che uno si possa scegliere la propria data di nascita.
Curiosa comunque la storia del Mondiale 2030, partito con la quasi certezza del Sudamerica essendo l'edizione del Centenario, inteso anche come stadio di Montevideo: Uruguay da solo o Uruguay con l'Argentina nel 1930 finalista? Da lì alla candidatura sudamericana estesa e a nessuna candidatura il passo è stato breve, così come è stata breve la presenza dell'Ucraina come organizzatrice insieme a Spagna e Portogallo, con il contentino dato al Marocco. In ogni caso il Sudamerica avrà 3 partite in totale, ognuna delle quali coinvolgerà la squadra per così dire di casa (un altro poco simpatico sottoprodotto di questo gigantismo è infatti avere 6 squadre qualificate di diritto), prima di trasferirsi tutti dall'altra parte dell'oceano e completare le 101 partite che metteranno a dura prova anche i matrimoni più solidi. Quanto al 2034, anche questo assegnato senza concorrenza dopo il ritiro della candidatura congiunta Australia e Indonesia (due paesi più lontani, in chilometri, di quanto la Russia sia lontana dall'Italia), al momento sembra difficile trovare un escamotage come quello qatariota per evitare il caldo soffocante dell'estate: il Ramadan 2034 sarà dall'11 novembre al 10 dicembre. Insomma, i Mondiali di una volta sono destinati a essere mitizzati più di quanto già siano.
stefano@indiscreto.net
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