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Atalanta vs Real Madrid - Uefa Champions League 

Real Madrid’s Florentino Perez   the Uefa Champions League soccer match between Atalanta and Real Madrid  a at the Gewiss Stadium in Bergamo, north Italy - Tuesday , December  10  , 2024. Sport - Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)© LAPRESSE

L'ora della Unify League

Il nuovo tentativo di A22, l'Italia della Morace e l'assenza di Cardinale

Redazione

8 giorni fa

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La Superlega non è morta, al di là del fatto che la nuova Champions della UEFA sia diventata di fatto una superlega non dichiarata. Comunque la si veda, la mossa di A22 di rendere pubblico il suo nuovo format, una lega chiamata Unify League, apre un nuovo fronte anche perché ufficialmente la scelta non è di rottura, tanto è vero che si è chiesto alla UEFA e alla FIFA il riconoscimento ufficiale e che non sono messi in discussione i campionati nazionali, anzi. La Unify League si articolerebbe su 3 livelli, 32 squadre ognuno, con gironi da 8 squadre e quindi 14 partite garantite per ogni partecipante (contro le 8 attuali alla Champions). Inutile elencare i dettagli di Star e Gold League (le due sottoleghe del primo livello), di Blue Leegue e di Union League, ci sembra prematuro anche se A22 li ha resi noti. Più interessante è capire cosa ci sia dietro alla A22, il cui CEO Bernd Reichart ha un solido passato televisivo e quindi non propone una cosa senza mercato, e quali club ancora non abbiano abbandonato l'idea di una nuova competizione, al di là del Real Madrid che è l'unico che può permettersi il lusso di giocare e vincere le Champions pur dicendo che la UEFA fa schifo. Certo è che il progetto è stato molto rimaneggiato, a partire dall'accesso alle competizioni: non più leghe chiuse, ma basate sui risultati dei campionati nazionali. Attenzione, perché questa volta è stato tutto scritto e presentato bene. E paradossalmente è più superlega la Champions attuale.

L'Italia femminile ha avuto un discreto sorteggio per l'Europeo che si disputerà il prossimo luglio in Svizzera: per le azzurre di Soncin l'ingiocabile Spagna (peraltro battuta un anno fa in Nations League), è vero, ma anche una pari grado come il Belgio e una nazionale nettamente inferiore come il Portogallo. Insomma, quarti di finale difficili ma non impossibili. La vera curiosità del calcio femminile italiano è la sua narrazione, visto che da decenni viene descritto come in ascesa. Ma i migliori risultati della sua storia, i due argenti europei, l'Italia li ha ottenuti ai tempi di Carolina Morace, nel 1993 e nel 1997. Rispetto a quei tempi sono molto cambiati il numero delle praticanti, l'organizzazione dei club e anche la considerazione della gente comune, che non vede più come scelta strana per una ragazza quella di giocare a calcio. I risultati della Nazionale sono però peggiorati e non è lesa maestà farlo notare. 

L'assenza di Gerry Cardinale alla festa per 125 anni del Milan ha fatto molto discutere, visto il clima di contestazione che sta montando contro la dirigenza rossonera, in particolare contro un Ibrahimovic che alle frasi da duro non fa seguire comportamenti coerenti con il suo ruolo. Curioso che di lui si dicano le stesse cose che di dicevano di Paolo Maldini qualche anno fa: è ancora troppo calciatore, ha poca voglia di lavorare, è presuntuoso, eccetera. Adesso Maldini viene rimpianto, tranne che dagli ultras che lui ha sempre messo al loro posto, mentre Ibrahimovic è il frontman di un fallimento. Ma al di là di considerazioni che potrebbero cambiare con qualche risultato, visto che il Milan attuale è più forte nei singoli di quanto lo fosse quello di Pioli (questa è la posizione, fondata, di Ibra), la questione di fondo è che il tifoso italiano non ha ancora accettato la mentalità non tanto americana quanto di chi vede il calcio come un investimento: gli Hartono potrebbero comprare le altre 19 squadre di A e metterle a giocare nel loro giardino, ma il Como è un mezzo e non un fine. Una posizione che non è in contraddizione con gli scudetti, lo stesso Milan di Elliott lo dimostra, ma che certo non scalda chi è abituato ad altri atteggiamenti. Magari più cialtroni, diciamolo, ma anche più vicini alla nostra cultura. Meglio vendere sogni che solide realtà. Se poi le realtà nemmeno sono solide allora cade tutto.

stefano@indiscreto.net

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