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La sconfitta di Lotito, i Mondiali di Netflix e il Verona di Zanzi
Ezio Simonelli è il nuovo presidente della Lega di Serie A, quindi ragionando per grandi club e semplificando al massimo si può dire che Inter, Juventus, Milan, Roma e Atalanta abbiano vinto mentre Napoli e Lazio hanno perso. Soprattutto Lotito ha perso, visto che De Laurentiis è critico su certe scelte della Lega ma non ha mai voluto davvero prenderla in mano. Dopo le voci su Montezemolo, messe in giro per rompere il fronte delle proprietà straniere (anche gli Agnelli-Elkann di fatto ormai lo sono), ha quindi vinto il favorito della vigilia che succede a un Casini che non ha lasciato grandi tracce, come del resto quasi tutti i predecessori. Simonelli, commercialista di 66 anni, è nell’orbita della Lega dal 2009, quando fu politicamente creato da Berlusconi e Galliani, e non a caso ha avuto incarichi anche in Mediaset. Più volte ha tentato, o almeno pensato, di diventare presidente di Lega, a un certo punto anche ridimensionando le ambizioni (ci provò con la B, perdendo da Balata), ma soltanto adesso i pianeti si sono allineati: grande conoscitore dal di dentro della macchina della Lega, Simonelli ha buoni rapporti con diversi membri del governo, fra cui il ministro dell’economia Giorgetti. Insomma, non è il commissioner indipendente e pieno di idee che tanti presidenti dicono di sognare (dopo cena, al momento del limocello), ma è un professionista che conosce la realtà del calcio e non soltanto quella contabile. Nuova partita il 10 gennaio, per l'amministratore delegato, ma i rapporti di forza non cambieranno.
L’entrata di Netflix nel calcio offre in teoria alla Lega di Simonelli, ma anche a tanti altri, un potenziale cliente in più. Di oggi infatti è la notizia dell’accordo fra Netflix e la FIFA per la trasmissione negli Stati Uniti dei Mondiali femminili del 2027, in Brasile, e del 2031, ancora da assegnare. Il pubblico di Netflix di base non è il pubblico del calcio, anzi a dirla tutta è un pubblico che vuole sfuggire al calcio, ma negli Stati Uniti il calcio femminile fa grandi numeri e l’operazione non è quindi da sottovalutare. L’orizzonte della Serie A di Simonelli è il 2029, quando scadrà il contratto capestro con DAZN (capestro per DAZN, i cui obbiettivi rimangono misteriosi) da 700 milioni l’anno (il resto lo mette Sky), quindi per fare discorsi sui massimi sistemi c’è ancora tanto tempo. Lo sport in diretta non è uno scherzo e i problemi della stessa Netflix con Tyson-Paul lo hanno dimostrato.
Più di metà della Seria A in mano straniere, appena ci sarà l’ufficialità del passaggio del Verona da Setti al fondo americano Presidio Investors, che tutti adesso fingono di conoscere dopo affannose ricerche su Google ma che nessuno ricorda abbia mai messo un dollaro nel calcio. Con i nuovi padroni statunitensi tornerà nel calcio italiano Italo Zanzi, che sarà l’amministratore delegato e l’uomo forte del Verona, al di là di un presidente di immagine che verrà trovato lungo la strada. Per il manager newyorkese tre anni e mezzo nella Roma di Pallotta, ma anche tanto altro, con incarichi vari sport e anche nella CONCACAF. Con il club giallorosso Zanzi fece molto bene, con Rudi Garcia in panchina, a Verona chiaramente le prospettive sono diverse. Dopo Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Atalanta, Parma e Venezia (Stati Uniti), Bologna (Canada), Como (Indonesia) e Genoa (Romania), fra poco quindi l’undicesimo club di A controllato da fuori dell’Italia. Con Torino ed Empoli che potrebbero avere presto novità. Non sono nostre fissazioni ma, come si è visto anche per la vicenda Simonelli, cose che contano. Questa enfasi sulla sostenibilità attira più i fondi che i Paolo Mantovani della situazione, che esistono anche oggi ma spendono i loro soldi in altro modo.
stefano@indiscreto.net
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