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Libertà di Agroppi

Libertà di Agroppi

Addio a un uomo che ha lasciato un segno da calciatore e opinionista, molto meno come allenatore. Di sicuro una voce libera, ascoltata anche da chi non era d'accordo...

5 giorni fa

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Pochi ricordano l'Aldo Agroppi aggressivo centrocampista soprattutto del Torino, soltanto sfiorando lo scudetto e andando al Perugia proprio nella stagione in cui la squadra di Radice, appena arrivato sulla panchina granata, lo avrebbe vinto. Molti di più ricordano l'allenatore protagonista di grandi e pessime stagioni e l'opinionista costretto a fare quello controcorrente, un po' uomo di calcio che sa le cose e un po' critico del sistema: di sicuro uno che si faceva ascoltare, uno che smascherava subito le banalità degli interlocutori e che proprio per questo non era amato dagli ex colleghi. Di certo è venuto a mancare, a 80 anni di età, un personaggio popolarissimo e capace come pochi di calamitare polemiche: ci sembra giusto dire, anche adesso che non c'è più, che il personaggio Agroppi ha oscurato il resto della sua carriera, una carriera a cui sia da giocatore sia da allenatore è sempre mancato quell'ultimo passo.

I suoi anni migliori nell'era di Valcareggi commissario tecnico, in una Nazionale costretta per scelte anche geopolitiche a far coesistere più centrocampisti tecnici e quindi con un posto solo per il classico mediano o comunque per giocatori fisici come Agroppi: in azzurro giocò soltanto 5 volte, ma di sicuro era una maglia che sentiva meno di quella del Torino, con cui esordì nel giorno della morte di Gigi Meroni per diventare presto leader sotto la guida di Fabbri, Cadé e Giagnoni. Icona granata, anche perché il suo Torino con la Coppa Italia vinse i primi trofei del dopo Superga, ma anche anti-juventina con inizio ovviamente il 12 marzo 1972, nella partita del gol fantasma alla Sampdoria proprio di Agroppi, che Barbaresco di Cormons non convalidò nonostante avesse varcato la linea (curiosità: a cacciare il pallone fuori dalla porta fu Marcello Lippi, antipatizzante storico di Agroppi) e che alla fine sarebbe risultato decisivo nell'impedire al Torino di vincere lo scudetto.

Addio a Aldo Agroppi, morto a 80 anni

Addio a Aldo Agroppi, morto a 80 anni

Il calcio saluta l'ex centrocampista e allenatore Aldo Agroppi, aveva 80 anni. Malato da tempo, da qualche giorno era ricoverato per una polmonite bilaterale in ospedale a Piombino, la città dove era nato.

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Se la carriera da calciatore e da opinionista è stata comunque di Serie A, non sempre lo è stata quella da allenatore. Promettente all'inizio, con la promozione in A alla guida del Pisa di Anconetani, con in campo Casale e Alessandro Bertoni, controversa in mezzo fra la ricorrente depressione, squalifiche (per omessa denuncia, in uno dei vari calcioscommesse), retrocessioni e situazioni mal gestite come l'ultima Fiorentina di Antognoni giocatore (uno dei mille con cui ha litigato, per questo fu aggredito da alcuni tifosi viola), pessima alla fine con la retrocessione in B, non tutta sua anche se aveva preso in mano la squadra da sesta, con la Fiorentina di Cecchi Gori dove giocavano Batistuta, Effenberg e Brian Laudrup. A 49 anni la decisione di dire basta, con la consapevolezza di non essere tagliato, proporio a livello psicologico, per il ruolo di allenatore. Dal 1993 soltanto opinionismo, fra le poche voci non scontate che si ascoltavano. 

stefano@indiscreto.net

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