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I risparmi dell'Al-Hilal, Capuano contro i giocatori e lo status di Fonseca
L’addio di Neymar all’Al-Hilal ha pochi retroscena calcistici: il brasiliano, che compirà 33 anni il 5 febbraio, in un anno e mezzo in Arabia è sceso in campo 7 volte, l’ultima il 4 novembre del 2023, fra la rottura del legamento crociato e piccoli ma infiniti problemi muscolari, segnando un solo gol. Il centinaio di milioni di euro residui del contratto monstre (200 a stagione) firmato lasciando il PSG non li avrebbe di sicuro mai presi, fra rescissione per giusta causa e impossibilità per uno straniero di vincere un qualsiasi contenzioso in un tribunale locale. Meglio ricostruirsi al Santos, anche gratis o quasi, sognando una convocazione al Mondiale che i media senza dubbio invocheranno non appena Neymar toccherà il terreno di gioco, una cosa in stile Baggio. Un altro fallimento della Saudi Pro League, i cui soldi possono comprare i campioni, soprattutto quelli finiti, ma non un ambiente. Non ancora, almeno.
Gli esoneri hanno tutti più o meno la stessa storia, ma quello di Eziolino Capuano dalla panchina del Trapani è particolare come particolare è lui. Non ci ricordiamo infatti una società che in passato abbia ufficializzato, anche quando la reale motivazione era questa, che l’esonero fosse avvenuto per offese nei confronti dei giocatori. Situazione che ha portato Capuano, complici le nuove regole, al record di tre esoneri nella stessa stagione, con questo da parte di Antonini che arriva dopo quelli di Taranto e Foggia. Non ci sarà il quarto, per lo meno in Italia, soltanto perché da un mese il regolamento non consente di saltare su un’altra panchina bollente… Al di là dell’essere un idolo del web per i suoi modi politicamente scorretti, popolarissimo nonostante non sia mai andato in carriera più su della Serie C, Capuano è un ottimo allenatore, con la corazza adatta a realtà difficili del Sud (non è però il caso di Trapani, dove i soldi ci sono) e il marchio di essere più adatto al subentro che al progetto, un po’ quello che a livelli più alti ha Davide Nicola. Certo è quel tipo di allenatore che gasa i tifosi e spaventa i giocatori che non si rendono conto della loro fortuna: domenica scorsa al posto di Sergio Conceiçao avrebbe potuto tranquillamente esserci lui.
L’allenatore multisquadra nella stessa stagione sembra essere la nuova tendenza, in un mondo in cui chiunque sembra intercambiabile e conta il presentarsi bene, avere una buona immagine internazionale, più che un grande curriculum o un grande presente. Per questo Paulo Fonseca dopo il sostanziale fallimento nel Milan ha subito trovato un'altra prestigiosa panchina, quella del Lione dopo la cacciata di Pierre Sage. Un caso che anche il Lione sia di proprietà americana, con figure dirigenziali sfumate dopo la fine dell'era Aulas, e grandi ex (in questo caso Sonny Anderson) definiti advisor.
stefano@indiscreto.net
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