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Sporting Clube de Portugal v Bologna FC 1909 - UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD8

LISBON, PORTUGAL - JANUARY 29: Tommaso Pobega of Bologna celebrates scoring his team's first goal with teammates during the UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD8 match between Sporting Clube de Portugal and Bologna FC 1909 at Estadio Jose Alvalade on January 29, 2025 in Lisbon, Portugal. (Photo by Carlos Rodrigues/Getty Images)© Getty Images

Tanta Champions per nulla

Le eliminazioni scontate, il bilancio del Bologna, trent'anni dopo Spagnolo e i tweet di Commisso

30 gennaio

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La prima edizione della nuova Champions League, con il supergirone unico a 36 squadre e con 8 partite sicure per tutti, dopo la pirotecnica ultima giornata con tutte le partite in contemporanea è finita per l’Italia in maniera semi-amara, con soltanto l’Inter qualificata direttamente agli ottavi di finale e la quinta squadra di Serie A per la prossima stagione tornata in discussione. In ogni caso la sensazione diffusa è che si siano giocate 144 partite, al posto delle vecchie 96 (12 per ognuno degli 8 gironi), per eliminare 12 squadre su 36, senza grosse sorprese. Sì, perché ben 9 (Girona, Salisburgo, Shakhtar, Sparta Praga, Dinamo Zagabria, Stella Rossa, Young Boys, Sturm Graz, Slovan Bratislava) delle 12 eliminate erano alla vigilia nel gruppo delle 12 con il minor valore di mercato. A sfuggire, per zero o pochi punti, al loro destino segnato sulla carta soltanto Bruges, Celtic e Brest. In senso contrario si può dire che abbiano fatto meno del loro potenziale, non passando il turno, Bologna, Stoccarda e soprattutto Lipsia, con il Manchester City che ha strappato la qualificazione all’ultima partita contro il Bruges. In sintesi, nessuna grossa sorpresa, nemmeno di quelle imposte dai gironi a 4 in cui c’erano 3 squadre di valore simile. E fra chi va agli spareggi Real Madrid, Manchester City, Bayern e PSG, squadre che la Champions possono tranquillamente vincerla. Certo finché la gente non si stanca le partite inutile sicure potrebbero diventare anche 10, 12 o di più.

Il bilancio Champions del Bologna si può già fare. Il cambio di allenatore, anche se Italiano di esperienza internazionale in panchina ne ha più di Thiago Motta, la cessione obbligata di Zirkzee e quella meno obbligata di Calafiori, le tante scommesse in entrata (fra le più costose finora perse quelle con Dallinga e Erlic, così così Holm, mentre Cambiaghi è sempre stato infortunato), ma soprattutto un certo appagamento del’ambiente, non lasciavano grandi speranze ma pensando alle ultime partite qualche rimpianto c’è. Certo chi sventola i bilanci (40 milioni solo di ricavi UEFA, senza contare gli incassi delle 4 partite al Dall’Ara) sarà soddisfatto: basta che non pensi all’Atalanta.

Trent’anni fa, il 29 gennaio 1995, moriva a 24 anni Vincenzo Spagnolo, ultras del Genoa ucciso a coltellate poco lontano da Marassi in uno scontro con un gruppo ultras del Milan. Spagnolo è uno dei nomi più ricordati negli striscioni dei tifosi genoani e nelle tante storie di violenza legata al calcio, anche tanti giovani ne hanno sentito parlare. E al di là della contabilità macabra bisogna sottolineare come l’ambiente dentro e fuori gli stadi italiani nel 2025 sia mediamente migliore rispetto a quello degli anni Ottanta e Novanta. Merito di cambiamenti culturali e di strategie commerciali dei club, che privilegiano il tifoso-cliente, oltre che di strumenti di prevenzione come il Daspo che esisteva già ai tempi di Spagnolo ma che soltanto dal 2007 viene usato su larga scala. Uno stadio di calcio non sarà mai come il circolo del burraco, il morto dentro e soprattutto fuori può scapparci anche oggi, ma non c’è dubbio che il pericolo percepito oggi sia molto inferiore rispetto a qualche decennio fa. Altro che ‘allo stadio devono tornare le famiglie’. Le famiglie, e anche tante donne, ci sono oggi più di ieri.

L’incredibile, ma vera, vicenda di Rocco Commisso che sull'allora Twitter, usando un falso account come un qualunque nerd, qualche anno fa attaccava la federazione USA per non avere accolto le istanze della NASL, si è chiusa con le imbarazzate (e imbarazzanti) scuse del presidente della Fiorentina. Che però nel merito della questione non aveva proprio torto... La MLS infatti non ha un sistema di promozioni e retrocessioni, quindi la NASL di cui Commisso era parte (stesso nome della defunta lega dove avevano giocato Pelé e Chinaglia, nei New York Cosmos di cui proprio Commisso avrebbe rilevato i diritti e il marchio) era infatti un campionato di secondo livello solo di nome, senza la possibilità di salire in base al merito sportivo. Una situazione che in ambito FIFA è tollerata, parlando di paesi di una certa importanza, soltanto con la Liga MX messicana e con la A-League australiana. Meglio loro o meglio noi? Mondi differenti che potrebbero avvicinarsi grazie, o per colpa, dei tanti proprietari americani di squadre europee.

stefano@indiscreto.net

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