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Inter vs Milan - Finale EA Sports FC Supercup 2024/2025

Milan's head coach Sergio Conceicao during the EA Sports FC italian Supercup 2024/2025 final match between Internazionale and Milan at Al-Awwal Park Stadium in Riyadh, Saudi Arabia - Sport, Soccer -  Monday January 6, 2025 (Photo by Alfredo Falcone/LaPresse)© LaPresse

Mercato Felix

Il Napoli di Okafor, le prospettive di Conceiçao, la Roma di Antonello e il decennio di Gravina

1 giorno fa

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Questo calciomercato di riparazione è stato per la Serie A uno dei più interessanti di sempre, con effetti sicuri sia nell’immmediato sia in prospettiva. Adesso che è finito si possono in sintesi individuare vincitori e vinti e lo faremo in maniera un po’ vintage, senza pensare al fantomatico scudetto dei bilanci, che spiega tante mosse (soprattutto i prestiti), e senza mettersi stilare elenchi visto che il web ne è già pieno. Partiamo dai vinti, dicendo che nessuno è più vinto del Napoli, che all’ottimo mercato estivo ha fatto seguire il nulla, anzi meno del nulla visto che Kvaratskhelia non è stato rimpiazzato e che Okafor in prestito sembra un tappabuchi: strategia strana per una squadra che ha lo scudetto a portata di mano e un allenatore con l’alibi già pronto, non ancora esploso in stile 'ristorante da 100 euro' ma sul punto di farlo. Poco più di zero anche per la rivale del Napoli: certo l’Inter partiva da una rosa più completa ma in prospettiva Champions le sarebbe servito un terzo attaccante più vivo di Taremi e Arnautovic invece di una scommessa, magari vincente ma in altro ruolo, come Zalewski. Curioso che anche la terza teorica concorrente per il titolo, l’Atalanta, abbia fatto poco, considerando fallita l’operazione Zaniolo e investendo su Maldini. In altre zone della classifica senz’altro negativo il mercato di Lecce (a proposito di scudetto dei bilanci), in un delirio di movimenti da cui magari uscirà un altro Dorgu, Monza ormai rassegnato alla B e Verona.

Fra i vincitori del mercato di gennaio scontato ma giusto dire Milan: per il quarto posto da Champions, senza dimenticare la Champions attuale dove le tante grandi agli spareggi possono aprire praterie, ma anche in prospettiva presi Gimenez e Bondo, per il presente Walker e Joâo Felix, senza dimenticare Sottil. Le prospettive della squadra di Sergio Conceiçao cambiano notevolmente, più di quanto cambino quelle della Juventus che ha risolto il problema numero uno e cioè l’attaccante che piaccia a Thiago Motta (Kolo Muani) più di Vlahovic, ma dietro rimane un punto interrogativo, con Alberto Costa mossa sulla carta più azzeccata degli inspiegabili Kelly e Renato Veiga. Le altre senza infamia e senza lode, con punto interrogativo sul Como, che ha speso tantissimo, anzi di più, per giocatori giovani o giovanissimi, scommesse e certezze (Assane Diao davvero da grande club, posto che il Como non lo diventi in tempi brevi), ma forse poco tarati sulla lotta per la salvezza che è la realtà attuale per gli Hartono.   

Non abbiamo citato la Roma, i cui scenari di fine stagione non cambiano, che si è liberata di errori come LeFée e Hermoso (anche se nel caso del difensore è strano che Ranieri non sia riuscito a coinvolgerlo), e che dovrebbe avere trovato il suo prossimo CEO. L’addio all’Inter di Alessandro Antonello era previsto e da settimane si aspetta solo l'annuncio della sua forma con la Roma, senza amministratore delegato dallo scorso settembre, cioè da quando Lina Souloukou ha dato le dimissioni. Un tipo di dirigente mai entrato nel merito delle scelte sportive in quasi 10 anni (lo aveva assunto Thohir) di Inter, quindi perfettamente compatibile con il futuro Ranieri dirigente. Che da oggi riceverà molte più chiamate da colleghi grandi e meno grandi.

Non vorremmo offendere la Bulgaria dicendo che Gravina è stato rieletto presidente della Federcalcio con percentuali bulgare, come si sarebbe detto una volta. O bielorusse e nordcoreane, per essere più aggiornati. Poi il 98,6% dei voti è ovviamente figlio del fatto che fosse l’unico candidato e che tutte le componenti del calcio italiano, tranne una parte di Serie A (più che altro Lotito, mentre la posizione di De Laurentiis è diversa e del resto il Napoli sta lottando per lo scudetto), gli avessero già da tempo rinnovato la fiducia. Evidentemente Gravina li ha convinti con i suoi progetti, ma si rimane lo stesso stupiti dal fatto che molto raramente in queste elezioni federali, e parliamo di tutte le federazioni del CONI, si materializzi una vera alternativa. Come se lo sport e il calcio accettassero soltanto un pensiero unico, con gli ex campioni poco portati a sporcarsi le mani chiedendo consensi a destra e a sinistra. Come ha detto Infantino, “Se c’è un candidato unico vuol dire che sono tutti contenti”. Se arrivasse alla fine del mandato, nel 2028, con dieci anni di governo Gravina diventerebbe il secondo più longevo presidente FIGC, davanti ai 9 anni di Giorgio Vaccaro, il presidente dei Mondiali 1934 e 1938, e di Matarrese, dietro soltanto agli 11 (non consecutivi) di un monumento come Artemio Franchi. 

stefano@indiscreto.net    

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