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Quelli del sesto Mondiale, le riforme di Gravina e i turisti al Sinigaglia
Cristiano Ronaldo festeggia i 40 anni senza parlare di ritiro e del resto ha ancora due obbiettivi ben chiari: i 1.000 gol ufficiali in carriera e il sesto Mondiale. Per quanto riguarda la statistica i numeri non sono poi così precisi perché alcuni tornei possono essere considerati quasi amichevoli, ma calcolando tutto (nazionali e squadre giovanili escluse, ovviamente) si arriva a 923 gol e siccome in 2 anni di Al-Nassr ne segnati 87 si può ipotizzare che a fine 2026 possa superare il traguardo dei 1.000: già adesso è il recordman di ogni epoca (il millesimo gol di Pelé era una bufala, per quanto diventata di culto) ma gli dispiacerebbe ritirarsi prima di Messi che è di due anni più giovane e staccato di 73 gol. Nell’Inter di Miami l’argentino sta viaggiando a medie da CR7 e quindi l’eterna sfida prosegue anche nel terzo mondo calcistico. Messi che punta anche lui al sesto mondiale, come del resto Ochoa, che sarebbe un record assoluto. Fa impressione il modo in cui Cristiano Ronaldo sia arrivato ai 40 anni, non per i gol segnati adesso in contesti tristissimi tranne quelli con il Portogallo (ultima apparizione lo scorso novembre con doppietta alla Polonia), ma per la voglia, il desiderio, l’autostima che trasudano da ogni suo gesto e da ogni sua parola. La discussione sul più grande calciatore della storia rimarrà aperta in eterno ma Cristiano Ronaldo comunque ci entra, mentre quella sul campione più convinto di propri mezzi nemmeno può iniziare. Da rivalutare, almeno da parte di chi li ha svalutati, i 3 anni alla Juventus.
Al netto del politichese quali effetti concreti avrà sul calcio italiano la rielezione di Gravina a presidente della FIGC? Perché in fondo le sue questioni con Lotito interessano giusto a loro due… Quasi nessuno, con buona pace della Nazionale visto che Gravina si adopererà (lo ha detto lui stesso) per la reintroduzione dei benefici fiscali per gli ingaggi di calciatori dall’estero: così una Serie A in cui gli stranieri sono passati dal 62,4 al 67,8% nel corso di un anno (fonte Corriere dello Sport), con quelli della Primavera che sfiorano il 40 (!!!), diventerà un campionato ancora meno italiano. Gravina come idea personale sarebbe poi per la Serie A a 18 squadre, magari con playoff e un Super Bowl del calcio, soluzione gradita ai grandi club ma non a tutte le proprietà straniere che stanno tenendo a galla il sistema: attualmente insieme al Monza che la Fininvest non è riuscita (ancora) a vendere in B andrebbero Venezia e Parma, per non dire dei rischi di Verona e Como.
A proposito del Como, presentato il progetto del nuovo Sinigaglia che nei sogni sarà pronto per la stagione 2028-29 e che sarà un gioiello, per quanto piccolo (15.000 posti), con la vista fra le più belle del mondo che del resto aveva già prima. Una experience, per usare un termine per turisti più che per tifosi, che sarà alla base del progetto immobiliare e turistico degli Hartono, visto che il recupero dei 150 milioni messi negli ultimi 6 anni non potrà avvenire soltanto grazie ai futuribili, più che futuri, successi calcistici della squadra.
stefano@indiscreto.net
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