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La settimana di Napoli-Inter, il futuro di Gasperini, l'uomo per Cardinale e il fascino dell'Under 23
L’Inter non è riuscita a farsi eliminare dalla Coppa Italia pur schierando contro la Lazio una formazione titolare per almeno sei undicesimi diversa da quella che sabato alle 18 giocherà al Maradona la partita scudetto. E così avrà in omaggio due derby di semifinale, in aprile, che per motivi di immagine non potrà certo giocare con la squadra B, anche se dovesse essere ancora in corsa per Champions e scudetto. Non è riuscita a farsi eliminare nonostante la buonissima prova della Lazio, stroncata dal gol bello ma forse irregolare di Arnautovic, e adesso la testa di tutta Italia è a ciò che accadrà a Napoli, con la squadra di Conte che oltre a David Neres ha perso anche Anguissa e con Inzaghi che non sa ancora se avrà Thuram. Nella settimana della partita scudetto vale tutto, dalla pretattica alla pre-dietrologia: quella secondo noi più fondata vede Napoli e più ancora Lazio (il cui scudetto è la Champions) fuori dalla maggioranza che attualmente distribuisce le carte.
Con il senno di poi è facile dire che delle tre in lizza per lo scudetto quella con minore differenza fra titolari e riserve è l’Atalanta. Il caso Lookman e le parole di Gasperini sul proprio futuro magari daranno alla squadra bergamasca quella sferzata in più per raggiungere uno scudetto che sarebbe storico, o magari faranno davvero crollare tutto. Certo è che in 9 anni, per la Serie A una enormità (ad alto livello per trovare un ciclo così lungo bisogna tornare alla Juventus di Trapattoni, 1976-1986), i momenti di stanchezza dell’allenatore sono stati tanti e senza andare troppo indietro la scorsa primavera soltanto il trionfo in Europa League dissuase Gasperini dal riprovare brividi metropolitani, dopo il fallimento con l’Inter dell’ultimo Moratti. De Laurentiis lo corteggiava da tempo e soltanto dopo il suo no post festeggiamenti mise sotto contratto il più ingombrante e ‘demanding’ (per citare la sua parola inglese preferita) Conte, a distanza di due settimane. Ma adesso? Detto brutalmente: dove potrebbe allenare un tecnico rigido come Gasperini, fuori dall’Atalanta, a 67 anni? I grandi club, e nemmeno l’Atalanta che ha ormai cambiato status, non sono pieni di giocatori e dirigenti a cui piace sentirsi criticare.
Si usa dire, quando proprio non si sa cosa dire, che il futuro di un allenatore sia legato ai risultati, nel caso del Milan il raggiungimento del quarto posto da Champions. Ecco, con Sergio Conceiçao non andrà così nemmeno nel caso, oggi improbabile visto il cambio di marcia della Juventus, centrasse l’obbiettivo e aggiungesse magari una Coppa Italia alla Supercoppa. E non certo per gli ultimi risultati, anche se certe partenze di gennaio (Calabria, Bennacer e Morata, comunque gente che stava spostando poco) sono state ispirate da lui e quindi per un po’ la sua posizione è sembrata con un futuro. Ma non è mai stato così, perché il contratto di Conceiçao firmato a fine dicembre è di soli 6 mesi garantiti quando poco tempo prima in mezzo ai vari Lopetegui, Amorim e ovviamente Fonseca il discorso era su base pluriennale. Visto che Conceiçao è una scelta diretta di Cardinale, è evidente come sia sempre stato a termine in attesa di un vero uomo della provvidenza. Che un anno fa sarebbe potuto facilmente essere Conte.
Anche l’Inter avrà la seconda squadra in Serie C a partire dalla prossima stagione, proprio come Juventus, Milan (che ha appena esonerato Bonera, chiamando Oddo) e Atalanta. Lo stadio per questa nuova Under 23 dovrebbe essere Monza e i giocatori controllati adatti alla C non mancano, così come non mancano i club a rischio fallimento: le seconde squadre possono infatti essere catapultate in questa categoria solo in presenza di buchi nell’organico, pagando una tassa di ingresso alla Lega di C di 720.000 euro, in pratica l’ingaggio del venticinquesimo della rosa. La situazione di Taranto e Turris, solo per citare i casi del giorno, fa pensare che il posto per l’Inter e anche per la Roma (che per ora ci sta pensando) ci sarà. Va detto che contrariamente alle previsioni (anche nostre) queste seconde squadre non hanno mai generato entusiasmo né fra i tifosi di quelle per così dire originali né tantomeno fra quelli delle ‘altre’ di C. Inoltre non sono nemmeno così forti, nonostante costino ben più delle concorrenti: nei rispettivi gironi l’Atalanta Under 23 è settima, Milan Futuro diciottesimo e terzultimo, la Juventus dodicesima. Forse soltanto mettendo queste squadre una contro l’altra, in un girone apposito, si riuscirebbe a creare un po’ di interesse. Di sicuro sono un plusvalenzificio, oltre che un modo per evitare ai Primavera passati di età di finire in realtà dove lo stipendio non viene pagato.
stefano@indiscreto.net
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