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L'allenatore della Juventus si sta prendendo tutte le colpe per la sconfitta in Coppa Italia contro un dimezzato Empoli e in generale per la stagione bianconera, peraltro non ancora finita. Ma finora a fallire sono stati soprattutto Elkann e Giuntoli...
La peggiore Juventus della stagione è uscita ai quarti di Coppa Italia contro l’Empoli B schierato da D’Aversa un po’ per gli infortuni e un po’ per scelta, e come da tradizione è iniziato il linciaggio dell’allenatore. Ma fino al PSV Thiago Motta era per gran parte dei media, mentre i tifosi juventini già erano divisi, il profeta del nuovo calcio relazionale e fluido, il guru un po’ arrogante con il maglioncino attillato che piace sempre e che avrebbe fatto dimenticare Allegri. E del resto la realtà dice che con un paio dei tanti pareggi girati diversamente (fra le tante occasioni perse citiamo quella di Bergamo, una delle migliori prestazioni) la Juventus starebbe lottando per lo scudetto: non stiamo parlando di fortuna o sfortuna, ma di una gestione diversa del caso Vlahovic e di una punta in più da avere in rosa dall’estate: umilmente sarebbe bastato tenere Kean invece di venderlo per una cifra senza i bonus uguale a quanto costato il pur utilissimo Kolo Muani per 4 mesi.
In altre parole Motta si può discutere, e del resto lui stesso astutamente si è accollato le responsabilità evitando che lo processassero altri, ma le colpe di Elkann e Giuntoli sono evidenti proprio a livello filosofico: via chiunque potesse essere associato ad Andrea Agnelli, in fondo anche il brutto addio a Danilo si può vedere così, e ripartenza con una squadra diversa negli uomini e nello spirito, senza una caratteristica che facesse dire ‘Questa è la Juventus’ e senza un legame con il suo passato recente o remoto. Questo al di là di flop rovinosi come Douglas Luiz, Nico Gonzalez e Koopmeiners, perché per ogni club si potrebbe fare un elenco di scelte sbagliate. I dirigenti attuali, da ricordare che questo è il primo anno di Motta ma il secondo di Giuntoli, hanno fallito soprattutto nella creazione di un ambiente, perché a dispetto dell’ultima impressione la squadra non è affatto male ed è da qualificazione Champions fischiettando. E forse nemmeno da quarta.
Rimane il fatto che partite normali-facili come quella con l’Empoli dimezzato Allegri di solito le portava a casa. A proposito, quale futuro per lui? Certo non la Juventus, con cui meno di un anno fa vinceva la Coppa Italia impacchettando l’Atalanta e con in campo come titolari Nicolussi Caviglia, Miretti, Iling-Junior, Chiesa, Danilo… tutta gente che oggi non è più alla Juve (solo Miretti, che è in prestito, può in teoria tornarci) e che al momento della partenza non ha portato a rivolte di piazza. Un trofeo seguito dal litigio con Giuntoli e dall’esonero due giorni dopo. Di base per Allegri c’è l’offerta dell’Al-Ahli in Arabia Saudita, di intrigante per lui c’è Roma intesa come città: già non era contrario a prendere in mano la Lazio nel dopo Tudor, ora sarebbe contentissimo se Ranieri smettendo di allenare (…) scegliesse lui per la Roma. Ora si gode i soldi della rescissione anticipata, comunque meno di quanti ne avrebbe presi rifiutando la proposta (ma a giugno c'era il tarlo della Nazionale e in fondo le previsioni sull'Europeo di Spalletti non erano sbagliate, solo che Gravina non lo ha esonerato), e il confronto con Thiago Motta, divertendosi con chi fa del calcio una questione ideologica.
stefano@indiscreto.net
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