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Due stagioni del Bologna, Ibrahimovic direttore sportivo e i Koopmeiners senza l'Atalanta
Esiste un confronto più scontato di quello fra Thiago Motta e Allegri? No, ma quello fra Thiago Motta e Italiano, ovviamente riferito al loro Bologna, ci si avvicina. Il compitino dice che la squadra di Italiano dopo il 2-1 al Milan è sesta in campionato con 44 punti, quella di Motta la scorsa stagione dopo 26 partite era invece quarta con 48 punti. La realtà dice che il Bologna di Italiano ha dovuto (peraltro per merito di quello di Motta) giocare 8 partite in Champions League e che nonostante i risultati ha chiuso il torneo in crescendo, con dignità e anche entusiasmo della gente per un torneo da cui, mutatis mutandis, si mancava da 60 anni. Inoltre il Bologna di Italiano nonostante la Champions non si è certo rinforzato ma ha ceduto, nel primo caso per forza, Zirkzee e Calafiori per 90 milioni complessivi e comunque ha concluso il mercato estivo con un guadagno di 50 milioni. Mentre il Bologna di Thiago Motta nell’estate 2023 non aveva ceduto nessuno di importante e aveva chiuso il mercato con un disavanzo di oltre 60 milioni, in molti casi però dovuto a giocatori che poi sono stati alla base anche del successo di Italiano, fra acquisti e prestiti: da Beukema a Freuler, da Ndoye a Fabbian, per non dire di Castro arrivato in gennaio. Se lo stile di gioco dei due Bologna è indubbiamente diverso, più difensivista e attanto quello 2023-24, più da battaglia quello attuale, si può però dire che ci sia un po’ dell’anima di Motta anche nell’ottima stagione di Italiano.
Quanto conta il direttore sportivo nel calcio del 2025? Domanda che valeva ben prima dell’ennesimo flop, sia pure indirizzato da decisioni arbitrali dubbie, del Milan di un Sergio Conceiçao sempre più solo. Il club rossonero è senza ds dallo scorso dicembre, dalla separazione da Antonio D’Ottavio non più in linea con Ibrahomivic e comunque anche prima di allora con pochi poteri e zero ascendente sulla squadra. Dai tempi dell’Ugo Tognazzi di Ultimo minuto questa figura è un po’ cambiata, ma rimane il fatto che anche nei grandi club, chiamata con nomi diversi, ci sia una persona con competenze multidsciplinari che respiri quotidianamente l’aria della squadra e che sia vista da giocatori e allenatore come un riferimento. Non necessariamente un mago del mercato (Silvano Ramaccioni, nato come direttore sportivo e poi diventato team manage, nel miglior Milan di Berlusconi non se ne occupava, vista la presenza di Galliani e Braida) ma uno che sappia creare un buon ambiente, all'occorrenza troncare e sopire, di sicuro uno con il quale l'allenatore non si permette di inseguire un giocatore per mettergli le mani addosso. Nel Milan attuale i giocatori ci sono, alcuni ‘casi’ potrebbero giocare nel Real Madrid senza sfigurare, manca qualcosa d’altro ed è per questo che il cosiddetto casting di Ibrahimovic e Moncada è più interessante, per quanto grottesco, del mercato giocatori: dal fatto che venga ingaggiata una mezza figura, che si senta miracolata dall’essere al Milan, o uno di spessore dipenderà quasi tutto. Il solito marziano, quello che non sa cosa sia un senior advisor, sbarcato ieri sulla Terra, si chiederebbe perché questo ruolo non sia ricoperto da Ibrahimovic.
Il rendimento di Koopmeiners alla Juventus, non proprio un flop ma senz’altro inferiore a quanto è stato pagato, impone una volta di più il paragone fra Atalanta e Ajax e non in termini sempre lusinghieri. In sintesi: un giocatore che fa bene all’Atalanta non è detto che si ripeta in un ambiente con aspettative più alte, con un gioco diverso, con un ambiente pronto a rottamare chiunque alla prima difficoltà. La storia recente, senza grandi sforzi di memoria, va da Gagliardini a Hojlund, passando per Gosens, Conti, Caldara, Kulusevski, Boga e tanti altri. Non manca chi ha continuato a giocare bene o addirittura è migliorato, come Bastoni e Mancini, ma i numeri sono chiari. E vale anche per gli allenatori, senza pensare subito a Gasperini visto che una decina di anni fa il predestinato del calcio italiano sembrava Colantuono. Comunque il cambio di status dell'Atalanta sta facendo cambiare anche queste considerazioni, vista la prontezza con cui cui è stato cancellato il presunto progetto Zaniolo.
stefano@indiscreto.net
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