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Juventus Press Conference

TURIN, ITALY - MARCH 27: Juventus head coach Igor Tudor with Cristiano Giuntoli during a press conference at Allianz Stadium on March 27, 2025 in Turin, Italy.  (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)© Juventus FC via Getty Images

Il futuro di Tudor

Una Juventus senza invenzioni, le coppe decise dalla Fiorentina e il Messina in pericolo

5 giorni fa

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La presentazione di Igor Tudor come nuovo allenatore della Juventus, per 9 partite di campionato più il Mondiale, è stata coerente con i motivi per cui è stato scelto. Non riscrivere la storia del calcio o indossare maglioncini attillati, ma conquistare un quarto posto da Champions alla portata di una buona rosa che ha bisogno soltanto di chiarezza. Il problema è di chi vede in Tudor il duro che appende al muro i giocatori che non si impegnano, il sergente di ferro che il tifoso di un po’ tutte le squadre indica come soluzione dei problemi (infatti Conte è quasi sempre in testa ai sondaggi), il custode di un presunto DNA juventino. In realtà Tudor vuole dimostrare di non essere un traghettatore a dispetto di una storia che dice che solo 2 volte in carriera ha allenato una squadra da inizio a fine stagione, e i tanti no detti negli ultimi anni lo dimostrano. Da qui l’approccio più morbido del previsto, da allenatore convinto di avere chance di restare, quindi valorizzando, al di là del 3-4-2-1 che sembrerebbe una scelta da Tudor, gli investimenti come Koopmeiners e le possibili plusvalenze come Yildiz. E magari al Mondiale ci sarà Bremer, il vero ‘di qua o di là’ della stagione juventina.

In piena volata per scudetto, quarto posto e piazzamenti da Europa o Conference League, con 6 squadre (dal Bologna quarto al Milan nono) in 6 punti a 9 giornate dalla fine, è dietrologico ma anche logico chiedersi per chi debba tifare il sistema. In altre parole, chiedersi quali incastri permetterebbero di avere il massimo possibile di squadre italiane nelle coppe europee 2025-26. Le 8 di questa stagione sono uno scenario difficile ma non impossibile, nonostante sia quasi certamente saltato il quinto posto Champions, a meno che la Lazio lo conquisti vincendo l'Europa League senza però arrivare nelle prime quattro in camopionato. In pratica per avere 8 squadre qualificate occorrerebbe una Fiorentina vincitrice della Conference League e in campionato non più in alto dell’ottava posizione: scenario che porterebbe i viola di diritto in Europa League, senza che i 2 posti (1 con una Lazio vincitrice dell'Europa League e in Serie A quinta o peggio) dell’Italia vengano toccati, ma al contempo liberando un posto in Conference, che andrebbe alla settima (la Roma, se la Serie A finisse oggi) o alla sesta, se la settima si qualificasse all’Europa League vincendo la Coppa Italia. Diciamo che se non ci fosse il Chelsea favorito per la Conference in corso questo sarebbe uno scenario credibile. 

A proposito: esattamente vent’anni fa il Messina di Bortolo Mutti settimo in Serie A sarebbe andato in Conference League, se soltanto questa competizione fosse esistita. Invece la squadra dei vari Di Napoli, Zampagna, Storari e Rezaei si qualificò per l’Intertoto, a cui poi non partecipò per mancato rispetto dei parametri UEFA. Mentre scriviamo queste righe non sappiamo se il Messina sarà la terza squadra a sparire in questa stagione dal girone C della Serie C, dopo i casi di Taranto e Turris. Sembra possibile che in qualche modo si disputino le 6 partite che mancano, forse 8 pensando all’eventuale spareggio con la Casertana. Stiamo parlando della tredicesima città d’Italia per numero di abitanti e di un tifo che in quella splendida stagione portò a una media di spettatori vicino ai 30.000 (la media della Serie A attuale è 30.537), potenziale che non ha impedito che dai tempi della A la ragione sociale sia cambiata ben 4 volte fra squalifiche e fallimenti. Il vero calciomercato dovrebbe essere quello dei dirigenti. 

stefano@indiscreto.net

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