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Le semifinali di Champions raggiunte dall’Inter superando il Bayern Monaco dal 63% di possesso palla (ma con Sommer sollecitato quanto Urbig), in quel clima drammatico da dentro-fuori in cui a prescindere dal risultato Simone Inzaghi fa quasi sempre il suo meglio, impongono il solito giochino sul valore delle rose. Che non è una scienza esatta: se in estate l’Inter era ottava su trentasei, fra le partecipanti alla Champions, quindi non la favorita ma nemmeno una Cenerentola, adesso fra le semifinaliste è quarta su quattro, oltre che la quarta nei pronostici dei bookmaker per la vittoria finale: 3.25 la quota di Barcellona e PSG, 3.75 quella dell’Arsenal, 5.00 quella dei neroazzurri. Fra le varie curiosità colpisce il fatto che nel primo anno di megagirone unico tre della prime quattro siano arrivate alle semifinali, unica a non riuscirci il Liverpool eliminato dal PSG negli ottavi: servito chi ama trovare una logica nel calcio e che un po' è orfano dei vecchi discorsi sui fatturati e sulla Serie A poco allenante.
La remuntada contro l’Arsenal non è riuscita a un Real Madrid senz’anima, ma praticamente lo stesso Real Madrid con cui lo stesso Ancelotti la scorsa stagione vinse Liga e Champions. O la politica delle figurine, a cui quest’anni si è aggiunto Mbappé, va bene sempre o non va bene mai. Fra parentesi, nella stagione in corso il Real ha comunque vinto Supercoppa contro l’Atalanta e la pur insulsa (visto che si vuole lanciare il Mondiale per club) Intercontinentale) Intercontinentale: poco per la sua storia anche recente ma non proprio zero titoli. Questo in un contesto in cui le stelle sono tutte giovani e possono stare insieme ancora tanti anni. Poi è facile dire che Modric, Casemiro, Kroos, Benzema e Cristiano Ronaldo erano un’altra cosa, ma la storia recente dice che questa gestione orientata al marketing funziona. Certo non tutti gli allenatori reggerebbero questa pressione ed è per questo che l’addio di Ancelotti non è così scontato, Brasile o non Brasile. Portare in questo spogliatoio uno che dica ‘Il mio calcio’ o peggio ancora il sergente di ferro non è mai stata una buona idea: per questo funzionano lui, Zidane, Del Bosque. Il Real Madrid è per pochi. Da non dimenticare che quattro anni fa, quando Ancelotti iniziò la sua seconda vita madridista dopo avere fatto male all’Everton, c’erano ancora pienamente operativi Kroos, Modric, Benzema, Casemiro, oltre a un Marcelo e a un Bale al capolinea, anzi oltre. La domanda non è quindi cosa abbia vinto Ancelotti, perché lo sanno tutti, ma cosa abbia costruito a livello tecnico e umano.
stefano@indiscreto.net
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