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Redazione

27 settembre 2013

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Siamo italiani. Sospettosi per natura. Anche e soprattutto nello sport. Il bel gesto di Campedelli, che dopo il clamoroso errore del gol annullato a Paloschi è andato a tranquillizzare il guardalinee dicendo che son cose che possono capitare? Furbetto, l'Harry Potter veronese. Le solite malelingue non hanno perso tempo: ma quale sportività, il presidente del Chievo l'ha fatto solo per ingraziarsi i vertici di Lega e Aia. Così, alla prossima spintarella in area di rigore, vedrai che un rigorino o due glielo regalano. E persa la partita con la Juve (sconfitta, diciamo così, che sulla carta ci poteva stare), magari ne va a vincere due contro avversarie dirette, fra quelle che stazionano nella parte destra della classifica. Punti che valgono doppio, quindi. Vediamo fantasmi dappertutto. Perfino di fronte a un atteggiamento che meritebbe molto di più della bolsa retorica con cui è stato (falsamente) apprezzato. Sì, falsamente. Perché il buonismo (purtroppo) non paga. Vecchia regola giornalistica. Una "buona" notizia tira molto meno del "mostro" sbattuto in apertura. Basta dare un'occhiata alle intere paginate dedicate a Balotelli. Vuoi mettere gli scazzi del Mario, solo soletto contro il mondo che non lo capisce, rispetto alla pacca sulla spalla dello sbandieratore "cecato"? Invece no. Ben vengano i Campedelli che mai andranno in copertina (ve l'immaginate quella del Gs dedicata all'aplomb di Mister Paluani? Flop garantito, per le ormai imprescindibili leggi del marketing…). E proviamo a seguire questi esempi sui campi e sulle tribune di una Scuola Calcio. Più Campedelli e meno Balotelli. Più Campedelli fra i mister (quelli che "conta solo al risultato"), fra i dirigenti (quelli che "selezioniamo solo dal metro e ottanta in su"), fra i genitori (quelli che "abbiamo perso per colpa dell'arbitro". E meno Balotelli fra i ragazzi (quelli che "il calcione rifilato all'avversario???? ma se non non l'ho neppure sfiorato" oppure "e che dovevo fare? era dell'inizio che mi provocava". Sia detto con tutta la simpatia (autentica, da parte mia) per Mariolone nostro. Che forse, speriamo, ci regalerà qualche magica notte Mondiale. E che (quasi) sicuramente ritroverò nella cameretta di mio figlio. Appeso a una parete, con il suo faccione perennemente incazzato che mi osserva. D'altronde, mica posso pretendere che Giacomino attacchi sopra al letto il poster di Campedelli... Gianluca Grassi

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