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Redazione

20 novembre 2013

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Non solo polemiche, ricatti, minacce o bollettini di guerra. Ogni tanto (sempre poco, purtroppo) il mondo del calcio sa offrire la sua immagine migliore. Dimostrando di avere cuore e cervello. Ecco allora la decisione (verrebbe da dire "scontata", ma hai visto mai…) della Corte di Giustizia Federale (IV sezione presieduta da Mario Serio) che ha accolto l'istanza presentata dal Latina Calcio al presidente Figc Giancarlo Abete (con decisiva mediazione del presidente della Lega B Andrea Abodi) e ordinato la ripetizione della partita Palermo-Latina, valida per il Campionato nazionale Allievi, ribaltando la sentenza di primo grado del Giudice sportivo che aveva assegnato la vittoria a tavolino ai siciliani (0-3) e inflitto un punto di penalizzazione ai laziali. Il fatto è noto: il difensore nerazzurro Mattia Rinaldi, in uno scontro di gioco fortuito, era rimasto a terra privo di sensi, riportando un forte trauma cranico che ne aveva reso necessario l'immediato ricovero in ospedale, in condizioni inizialmente preoccupanti, tanto da essere tenuto in coma farmacologico. Sotto choc per le condizioni del proprio tesserato e anche al fine di seguirne passo dopo passo il trasferimento in ospedale, squadra e dirigenti avevano abbandonato immediatamente il campo. Il tutto, si badi bene, con la massima comprensione dell'ambiente palermitano, con tutto lo staff rosanero non solo impegnato a fornire il necessario supporto logistico allo sfortunato ragazzo e ai suoi familiari ma resosi subito disponibile a rigiocare la partita. La rigida applicazione del Codice sportivo aveva portato alla decisione che sappiamo, scatenando un coro di proteste e sconcertando tanti addetti ai lavori. La rilevanza mediatica data alla vicenda ha così spinto il Palazzo a una ragionevole retromarcia. Così, dalla beffa, si è passati alla storia a lieto fine. Mattia si è fortunatamente ristabilito e il suo Latina avrà di nuovo la chance di giocare contro il Palermo. A cuor leggero, senza ansie e brutti pensieri nella testa. Un unico appunto: ci si poteva pensare un po' prima, evitando di cadere nel ridicolo come invece è successo.

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