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Il portiere spagnolo del Porto sembra fuori pericolo dopo l'ìnfarto che lo ha colpito in allenamento. Ma al di là dell'emozione del momento, i casi come il suo sono rarissimi...
Iker Casillas sembra fuori pericolo, dopo l’infarto al miocardio che lo ha colpito durante un allenamento con il Porto. Dai suoi ex compagni nel Real Madrid e nella nazionale spagnola vincitrice di tutto fino a quelli di illustri sconosciuti l’ondata di affetto per il trentottenne portiere è stata enorme e rende un po’ meno triste un addio al calcio giocato che a questo punto pare inevitabile e che in ogni caso sarebbe stato imminente, vista l’età. Certo Casillas avrebbe preferito rispettare il contratto fino al 2020 con il Porto, ma tutto sommato gli è andata bene il suo nome non andrà ad allungare la lista dei giocatori professionisti morti sul campo, anche se quasi nessuno dei morti era un portiere ed in fondo la macabra curiosità è proprio questa.
Fra i morti sul campo, in partita o in allenamento, per motivi associabili al cuore vanno ricordati Antonio Puerta (centrocampista del Siviglia, nel 2007 contro il Getafe), Marc-Vivien Foé (centrocampista Manchester City, durante Camerun-Colombia per la Confederations Cup 2003), Phil O’Donnell (centrocampista del Motherwell, nel 2007 contro il Dundee United pochi secondi prima di essere sostituito), Naoki Matsuda (difensore Matsumoto Yamaga, 2011). In Italia vengono ovviamente in mente Pier Mario Morosini (Livorno, 2012), Renato Curi (Perugia, 1977) e Giuliano Taccola (Roma, 1969) ed è ancora fortissimo il ricordo di Davide Astori, il capitano della Fiorentina morto l’anno scorso anche se non in campo e non per infarto. Questo dice la memoria, poi una facile ricerca d’archivio potrebbe aggiungere qualche decina di nomi di impatto mediatico, senza offesa, minore. In ogni caso pochissimi rispetto al numero di chi gioca a calcio a livello professionistico e in rapporto al doping in certi contesti evidente, sia pure non certificato.
Casillas non è andato quindi ad aggiornare l’elenco, anche se ci è andato vicino. Però il suo caso pone una domanda sull’opportunità di allungare le carriere fino quasi ai 40 anni, e per i portieri anche oltre, quando fino a una decina di anni fa un calciatore di movimento era considerato vecchio già a 30. Inutile parlare di stress, di doping, di ritmi, di casualità quando il vero problema è la natura, unita a volte a controlli medici poco accurati.
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