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La squadra di Deschamps ha conquistato la Nations League a San Siro ed è la grande favorita anche per il Mondiale 2022. I compagni di Mbappé, presi tutti insieme, fanno più impressione di quelli di Kopa, Platini e Zidane...
La Francia di Didier Deschamps ha conquistato la seconda edizione della Nations League rimontando la Spagna nella finale di San Siro, cosa che del resto era avvenuta anche nella semifinale di Torino contro il Belgio. Ed è fin troppo facile osservare che in entrambi i casi a fare la differenza, sorvolando sull’arbitraggio, sono stati i colpi dei singoli. Ecco, il punto è proprio questo: magari la Francia campione del mondo in carica non si riconfermerà in Qatar, e del resto all’Europeo è uscita negli ottavi con la Svizzera, ma nessuna squadra sul pianeta ha la sua quantità di giocatori di alto livello. Il luogo comune da sempre valido per Brasile e Argentina, cioè il poter schierare la nazionale B senza perdere troppo in qualità, nel calcio moderno vale soprattutto per la Francia. La domanda di attualità è quindi anche di tipo storico: questa è la Francia più forte di sempre?
Detto che la nazionale francese è più o meno sempre stata ad alto livello, i suoi giorni di gloria sono coincisi con cicli a cui si può assegnare il nome di un grande campione, più che quello dell'allenatore. Il primo è quello legato a Raymond Kopa, leader dello Stade Reims prima di andare al Real Madrid e comunque stella della squadra che al Mondiale del 1958, allenata da Albert Batteux (che in contemporanea guidava anche lo Stade Reims) arrivò terza dietro a Brasile (che la sconfisse 5-2 in semifinale, con tre gol di Pelé) e Svezia, con il capocannoniere del torneo, Just Fontaine, e tanti giocatori che hanno lasciato una traccia come Piantoni, Vincent, Jonquet e Wiesnewski.
Nations League: Spagna - Francia 1-2
Con una vittoria in rimonta sulla Spagna, la Francia di Deschamps vince la Nations League al San Siro di Milano, grazie ai gol di Benzema e Mbappé. Le foto dei momenti più belli della partita e della premiazione.
Guarda la galleryFurono invece ben tre i Mondiali, 1978, 1982 e 1986, sotto il segno di Michel Platini e della seconda grande generazione di calciatori francesi, arrivata sulla scia delle grandi campagne europee del Saint-Étienne. Una squadra in cui si iniziavano a vedere giocatori neri, su tutti la colonna della difesa Marius Tresor, ma che è rimasta nella memoria più che altro per il suo centrocampo del 1982, qualità pura: Platini, Giresse, Tigana e Genghini. Un quarto posto dopo la epica notte di Siviglia che fu la base della vittoria a Euro 1984, sempre con in panchina Michel Hidalgo, e di un altro grande Mondiale, sotto la gestione di Henri Michel, stavolta chiuso al terzo posto.
Il terzo grande ciclo è quello nato dalla mancata qualificazione al Mondiale 1994, con il memorabile gol di Kostadinov all’ultimo secondo. Da lì Aimé Jacquet iniziò a costruire intorno a Zinedine Zidane la squadra che avreebbe vinto il Mondiale 1998: Barthez, Blanc, Thuram, Deschamps, Djorkaeff, Vieira, Dasailly, Karembeu, i giovani Henry e Trezeguet. Una vittoria bissata, amaramente per gli azzurri che nel 1998 furono battuti ai rigori nei quarti e nel 2000 ai supplementari nella finale, agli Europei e la cui onda lunga (in campo c'erano Barthez, Thuram, Vieira, Henry e Zidane) sarebbe arrivata fino al 2006, con la squadra di Domenech finalista sconfitta dall’Italia di Lippi.
Il quarto ciclo è storia di oggi ed ha volti riconoscibilissimi come quelli di Mbappé, Griezmann, Pogba, oltre che quello di Deschamps in panchina. I confronti fra epoche diverse sono sempre spericolati e volti a dimostrare una tesi (di solito la grandezza ci chi ci è simpatico o ha rallegrato la nostra infanzia), ma rapportando ognuno di questi quattro cicli alla propria epoca non c’è dubbio che la Francia di adesso sia dal punto di vista numerico molto più forte di tutte le altre. Possiamo tranquillamente dire che preferiamo Platini a Mbappé, forse (ma già siamo al limite) che preferiamo alcuni compagni di Platini ad alcuni compagni di Mbappé, ma la discussione finisce quando si va sul resto della rosa, sulle alternative e sui giovani emergenti. Insomma, la Francia di adesso può non vincere, e ad Euro 2020 non ha vinto, ma è la più completa Francia della storia.
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