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Real Madrid v Chelsea FC Quarter Final Leg Two - UEFA Champions League

MADRID, SPAIN - APRIL 12: Karim Benzema embraces Carlo Ancelotti, Head Coach of Real Madrid after their sides victory during the UEFA Champions League Quarter Final Leg Two match between Real Madrid and Chelsea FC at Estadio Santiago Bernabeu on April 12, 2022 in Madrid, Spain. (Photo by Angel Martinez/Getty Images)© Getty Images

L'ottava di Ancelotti

Superando il Chelsea l'allenatore del Real Madrid è arrivato di nuovo ai piani alti della Champions League. Dove non basta essere bravi...

13 aprile 2022

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Il Real Madrid è stato ad un passo da una meritata eliminazione contro il Chelsea, ma alla fine di due partite emozionanti Carlo Ancelotti è nelle semifinali di Champions League per l’ottava volta nella sua carriera da allenatore: va detto che non ci è mai arrivato alla guida del Villarreal della situazione, ma del resto in fondo arrivano sempre più o meno gli stessi e se questi grandi club scelgono Ancelotti non è perché sono governati da pazzoidi, ma perché pochi come lui sanno gestire campioni o aspiranti tali. Nella sua seconda incarnazione madridista Ancelotti è molto vicino al tradizionale calcio all’italiana, come ha osservato Capello, e questo è un problema non soltanto in Italia ma anche in Spagna, dove il gioco del Real è criticato nonostante stia vincendo la Liga fischiettando. Perché il 4—3-3 è uguale su tutte le lavagne tattiche, mentre non sono uguali l’atteggiamento e il bisogno di spazio per lanciare i vari Vinicius e Rodrygo.

I fatti dicono che Ancelotti è all’ottava semifinale di Champions, dopo quelle con Juventus, Milan (due vittorie finali), Real Madrid nella sua prima avventura lì (con tanto di Decima) e Bayern Monaco. Come Mourinho (Porto. Chelsea, Inter e Real Madrid) e Guardiola (Barcellona, Bayern, Manchester City), Guardiola che però stasera contro l’Atletico Madrid avrebbe in canna la nona. E davanti a Ferguson, 7 tutte con il Manchester United, Heynckes (6 con Baryern Monaco e Real Madrid), Munoz (6 tutte con il Real Madrid), Van Gaal (5 con Ajax, Barcellona e Bayern Monaco) ed Helenio Herrera (5 con Barcellona e Inter).

Da questo elenco è evidente che sia il grande club a fare grande un allenatore, e non il contrario, ma è anche vero che per il grande club ci vuole la cilindrata di un Ancelotti. Verstappen non può vincere mai guidando una Haas, ma solo Verstappen e pochi altri possono tirare fuori il meglio dalla Red Bull. Non è affatto scontato che con questo stesso Real Madrid un Italiano, per citare l’allenatore dell’anno in Serie A, sarebbe arrivato in semifinale: rapportarsi con Modric, Casemiro, Kroos, Benzema, Courtois ed in generale con chi ha vinto tutto è davvero un altro sport ed in questo Ancelotti è un numero 1. Piace e al tempo stesso non piace a sacchiani ed antisacchiani, adaniani e antiadaniani, giochisti e resultadisti, critica e pubblico, maniaci della costruzione dal basso e del lancio lungo del portiere. Non è un caposcuola e nemmeno è mai andato a scuola da qualcuno, è unico.

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