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Superando il Chelsea l'allenatore del Real Madrid è arrivato di nuovo ai piani alti della Champions League. Dove non basta essere bravi...
Il Real Madrid è stato ad un passo da una meritata eliminazione contro il Chelsea, ma alla fine di due partite emozionanti Carlo Ancelotti è nelle semifinali di Champions League per l’ottava volta nella sua carriera da allenatore: va detto che non ci è mai arrivato alla guida del Villarreal della situazione, ma del resto in fondo arrivano sempre più o meno gli stessi e se questi grandi club scelgono Ancelotti non è perché sono governati da pazzoidi, ma perché pochi come lui sanno gestire campioni o aspiranti tali. Nella sua seconda incarnazione madridista Ancelotti è molto vicino al tradizionale calcio all’italiana, come ha osservato Capello, e questo è un problema non soltanto in Italia ma anche in Spagna, dove il gioco del Real è criticato nonostante stia vincendo la Liga fischiettando. Perché il 4—3-3 è uguale su tutte le lavagne tattiche, mentre non sono uguali l’atteggiamento e il bisogno di spazio per lanciare i vari Vinicius e Rodrygo.
I fatti dicono che Ancelotti è all’ottava semifinale di Champions, dopo quelle con Juventus, Milan (due vittorie finali), Real Madrid nella sua prima avventura lì (con tanto di Decima) e Bayern Monaco. Come Mourinho (Porto. Chelsea, Inter e Real Madrid) e Guardiola (Barcellona, Bayern, Manchester City), Guardiola che però stasera contro l’Atletico Madrid avrebbe in canna la nona. E davanti a Ferguson, 7 tutte con il Manchester United, Heynckes (6 con Baryern Monaco e Real Madrid), Munoz (6 tutte con il Real Madrid), Van Gaal (5 con Ajax, Barcellona e Bayern Monaco) ed Helenio Herrera (5 con Barcellona e Inter).
Da questo elenco è evidente che sia il grande club a fare grande un allenatore, e non il contrario, ma è anche vero che per il grande club ci vuole la cilindrata di un Ancelotti. Verstappen non può vincere mai guidando una Haas, ma solo Verstappen e pochi altri possono tirare fuori il meglio dalla Red Bull. Non è affatto scontato che con questo stesso Real Madrid un Italiano, per citare l’allenatore dell’anno in Serie A, sarebbe arrivato in semifinale: rapportarsi con Modric, Casemiro, Kroos, Benzema, Courtois ed in generale con chi ha vinto tutto è davvero un altro sport ed in questo Ancelotti è un numero 1. Piace e al tempo stesso non piace a sacchiani ed antisacchiani, adaniani e antiadaniani, giochisti e resultadisti, critica e pubblico, maniaci della costruzione dal basso e del lancio lungo del portiere. Non è un caposcuola e nemmeno è mai andato a scuola da qualcuno, è unico.
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