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CELIK (Roma) – «Per me è un onore giocare in questo club. Mi vedrete sempre lottare in campo, mi sento concentrato»
Il calcio è poesia, il calcio è anche musica. «Ho grandi ambizioni e voglio contribuire ai successi della squadra», si presentava in grande stile nell’Estate 2022 il terzino turco: musica, per le orecchie dei tifosi. Discorsi teorici, importanti, che stupiscono e che presto lasceranno però spazio alla dura realtà: una stagione travolgente, negativamente parlando, per il laterale turco che ha gettato al vento ogni tipo di occasione utile per prendersi la corsia da titolare. “Panchinaro tutta la vita”, grida qualche tifoso arrabbiato e deluso.
Altro che musica, solo stecche: a parte qualche performance (non troppo) incoraggiante, nei momenti decisivi Zeki ha sbagliato di tutto e di più, facendo innervosire – all’ennesima potenza e per l’ennesima circostanza – i propri supporters. “Non ne possiamo proprio più…”. Prove incolori, insomma; un’anima sportiva che si sbiadisce presto e che diventa sempre più pallida. Indimenticabile la follia in Europa League contro il Milan: quello sì che è un ricordo importante, quel rosso diretto per fallaccio su Leao che fa guadagnare visibilità sui giornali. Almeno quella… In molti si chiedono ancora che tipo di giocatore sia Zeki Celik: Un terzino da difesa a 4 o un laterale per un centrocampo a 5, è questo il dilemma. Ma sì, perché non schierarlo qualche volta anche da portiere o da attaccante? Ai posteri l’ardua sentenza. Quel che è certo sono le sfilze di 4 “veri” in pagella collezionati sia in Campionato che in Europa League, soprattutto durante il breve interregno di Juric. Daje che a te ce pensa Sir Claudio…”.
INCOMPRENSIBILE.
A cura di Cristian Vitali e Daniele Bartocci
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