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RADONJIC (Torino) – «L’Italia mi piace, sono tornato e pronto alla battaglia»
Un giocatore che, potenzialmente, fa innamorare i tifosi con i suoi dribbling, tanta classe e – naturalmente – ancor più sregolatezza. E quest’ultimo è stato il suo vero problema. In granata ha fatto solo intravedere lampi di classe cristallina, e neanche il prestito al Maiorca ha sortito effetti, non soddisfacendo le aspettative del club spagnolo e occupando un ruolo marginale all’interno della rosa. Si sperava che il ritorno (forzato) all’ombra della Mole potesse essere (finalmente) promettente, ma dopo un inizio bruciante, con 3 gol realizzati dopo appena 4 gare di campionato (doppietta alla Salernitana e gol-partita spettacolare al 95’ della gara casalinga contro il Genoa), è ripiombato nel limbo: lampi di classe e lunghe pause a caratterizzarne la cronica discontinuità, anche per limiti di natura mentale: neppure l’investitura a leader tecnico della squadra, con tanto di maglia numero 10 assegnatagli nell’Estate 2023 ha sortito l’effetto di sbloccarlo.
Una storia d’amore iniziata in maniera passionale e finita tra l’indifferenza di tutti, a dispetto delle parole di Juric: “Io lo amo in un certo senso, vorrei che fosse sempre a livello dell’anno scorso. Per noi è importantissimo, abbiamo puntato tanto su di lui”. Ma i suoi problemi comportamentali hanno fatto cambiare idea al tecnico croato, visti gli innumerevoli litigi intercorsi, e anche la dirigenza ha dovuto accettare la difficile realtà, escludendolo dal progetto tecnico. E così adesso torna a casa, alla Stella Rossa, dopo 41 presenze condite da 7 gol e 4 assist. Che peccato, Nemanja.
SPRECATO.
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