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Quella di Felix Sanchez è stata la seconda nazionale di un paese ospitante nella storia a non superare il primo turno di un Mondiale. Ma la differenza con il Sudafrica del 2010 è enorme...
Il Qatar è la peggior nazionale ospitante nella storia del Mondiale. Per una volta la politica non c’entra, visto che a dirlo sono i risultati: 0 punti in 3 partite, 1 gol fatto e 7 subiti, la qualificazione agli ottavi di finale impossibile già dopo 2 partite. Nelle precedenti 21 edizioni del Mondiale solo una volta la squadra di casa era uscita al primo turno, fu nel 2010 con il Sudafrica che comunque in un girone difficile conquistò 4 punti finendo dietro all’Uruguay, a pari punti con il Messico e davanti alla Francia di Domenech.
Niente di paragonabile a quanto ha mostrato la squadra di Felix Sanchez, in maniera inaspettata perché il gruppo è lo stesso che tre anni fa ha vinto la Coppa d’Asia, superando corazzate (in rapporto al resto) come la Corea del Sud nei quarti di finale e il Giappone in finale. Una squadra che facendosi invitare in tornei in cui c’entrava zero, come la CONCACAF Gold Cup o la Copa America, e corteggiando l'Europa medio-bassa ha anche provato a crescere partendo dalla sua caratteristica di base, cioè una difesa eccellente: da ricordare che proprio in Copa America, nel 2019, il Qatar di Sanchez pareggiò con il Paraguay, fu piegato solo nel finale dalla Colombia e fece un’ottima impressione contro l’Argentina, mentre alla Gold Cup dell’anno scorso è arrivato addirittura terzo, battuto di misura dagli Stati Uniti in semifinale.
Insomma, nessuno pensava ad un percorso tipo la Francia del 1998, ultima squadra di casa a vincere, ma il Qatar ha fatto molto peggio di quanto fosse nelle sue possibilità e di quanto dicano le statistiche. Uno smacco notevole per una nazionale piena di naturalizzati (10 su 26) ma anche di sopravvalutati, visto che come club giocano tutti nella locale Stars League. Insomma, la Aspire Academy ha da lavorare parecchio perché non stiamo parlando di una squadra che ha giocato male, con qualche segno di vita soltanto con il Senegal, ma di giocatori che sembrano di cilindrata fisica diversa rispetto agli avversari. Con l’intensità delle amichevoli il gap si nota meno, basti pensare alla recente vittoria sulla Bulgaria o al pareggio con il Cile, ma quando si fa sul serio ci sono quelle che non solo Allegri chiamerebbe categorie. La facile previsione è che Infantino, ormai qatariota ad honorem, renda ancora più flessibili le norme sulle naturalizzazioni. Brasile e Africa sono grandi…
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