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Un nuovo attacco alla gestione del Cavallino. Bernie Ecclestone torna a parlare del momento di difficoltà accusato nel 2016 dalla Ferrari assolvendo da una parte il pilota tedesco, Sebastian Vettel e dall'altra tornando a puntare il dito (per la seconda volta in due mesi) sulla eccessiva presenza di tecnici italiani all'interno della Rossa.
Non è la prima volta che Mr E affronta questo argomento. Già alla vigilia del Gp degli Usa ad Austin lo scorso Ottobre, il CEO della Formula 1 aveva dichiarato al Daily Mail come il Team Principal del Cavallino, Maurizio Arrivabene, avesse bisogno di un assistente per dargli una mano nella gestione della scuderia. Concetti, ribaditi, ed ulteriormente esplicitati, a inizio Novembre, nel corso di un'intervista rilasciata al sito ufficiale della Formula 1, dove nell'augurare alla Rossa di potersi riprendere quanto prima, riorganizzandosi e tornando a vincere delle gare, non esitò a ribadire come il team di Maranello fosse tornato ad essere un team troppo italiano, così com'era ad inizio degli anni 90.
“Quando convinsi Jean Todt a prendere il suo posto a Maranello – in quello che era un rischio per lui- la Ferrari era un team tutto italiano, ed erano preoccupati nel prendere uno straniero. A quel punto dissi loro: quando vincerete il campionato troverete sicuramente degli antenati nella famiglia di Jean che vengono dalla Sicilia.
Ora la Ferrari è tornata ad essere di nuovo un team molto italiano. Ed è gestita come un team italiano. Sicchè, non invidio il lavoro di Maurizio (Arrivabene n.d.r), non vorrei farlo io.”
Un concetto, questo, ripreso durante l'intervista uscita in questi giorni su Sport Bild. Nel ribadire che a suo giudizio difficilmente Sebastian Vettel lascerà la Ferrari a fine stagione, in quanto seriamente intenzionato a vincere il titolo con la Rossa, Ecclestone difende il campione di Heppenheim dalle accuse di aver disputato una stagione 2016 sottotono per via dell'assenza di vittorie (al contrario di quella 2015, che lo aveva visto vincere in Malesia, Ungheria e Belgio) sostenendo come la colpa non sia del pilota, quanto della macchina e sopratutto della squadra, affermando come la squadra sia tornata indietro al periodo antecedente l'arrivo di Todt e di Schumacher, e che in Ferrari lavorino troppi tecnici italiani. Inoltre, nel corso dell'intervista, sempre Ecclestone afferma anche di non avere nulla contro l'Italia, ma al contempo sostiene come nel DNA degli italiani non sia presente la capacità di saper gestire un team (di Formula 1) in modo tale da portarlo al successo.
Affermazioni, molto dure, quelle di Mr E, in merito alle quali aspettiamo una pronta risposta possibilmente in pista da parte degli uomini del Cavallino.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81
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