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Diventare pilota di Formula 1. Questo è il grande sogno della 23enne pilota colombiana Tatiana Calderon, ingaggiata dalla Sauber la scorsa settimana come Pilota per lo sviluppo. Un riconoscimento abbastanza prestigioso per questa giovane ragazza, che le consentirà non solamente di poter utilizzare il simulatore del team elvetico a Hinwil, ma anche di poter partecipare alle riunioni tecniche del team in occasione di alcuni Gp, in un mondo (quello della Formula 1) generalmente maschile e se vogliamo allergico alla presenza in pista del gentil sesso. Eppure, se andiamo a ritroso nel tempo, quella di Tatiana non è la sola presenza femminile nella storia della Formula 1. Tante altre donne pilota hanno provato a correre in passato nella massima serie automobilistica: chi riuscendoci, chi no, chi portando a casa alcuni prestigiosi risultati, chi meno, chi scendendo in pista come collaudatrice, chi addirittura lo ha fatto di recente nel corso di una sessione di prove libere.
In occasione della Festa della Donna che si celebra oggi un po' in tutto il mondo, vogliamo dedicare questo articolo proprio a loro. A quelle donne che sognavano di correre nel Circus e che o vi sono riuscite, oppure sono arrivate a un passo dalla meta.
Ad oggi le donne scese in pista nel corso di un weekend di gara in Formula 1 sono cinque, e tre di queste sono italiane: stiamo parlando di Maria Teresa De Filippis, Lella Lombardi, Divina Galica, Desiree Wilson e di Giovanna Amati.
Maria Teresa De Filippis (soprannominata Pilotino) corse in Formula 1 nel biennio 1958-1959. Una carriera, quella della pilota partenopea (venuta a mancare l'8 Gennaio dello scorso anno), che in realtà comincia almeno una decina di anni prima quando, sfidata dai fratelli, a bordo di una Fiat 500, si aggiudica la Salerno-Cava De' Tirreni.
Nel 1958 l'esordio da privata in Formula 1 con la Maserati 250 F con cui l'anno prima Juan Manuel Fangio aveva vinto il titolo mondiale. Se a Monaco purtroppo non riesce a qualificarsi (al pari di un giovanisssimo Bernie Ecclestone) con il tempo di 1:50:5 (circa 5.5. secondi in più dell'ultimo pilota qualificato, lo svedese Jo Bonnier), in Belgio, Portogallo e Italia vi riesce, ottenendo come miglior risultato il 10° posto sul circuito di Spa-Francorschamps, e ritirandosi all'Estoril (dopo sei giri) e a Monza (a 13 tornate dal termine quando era ottava) per via di alcuni problemi al motore. A dire il vero, la De Filippis avrebbe voluto correre un quinto Gp in quella stagione (il Gp di Francia in programma sul circuito di Reims), ma in quel caso fu il Direttore di gara a non ammetterla, sostenendo come l'unico casco che una donna dovrebbe indossare fosse solo e unicamente quello del parrucchiere. Una dichiarazione che oggi come oggi passerebbe come fortemente maschilista, ma che all'epoca passo quasi sotto silenzio, essendo all'epoca la F1 uno sport tipicamente maschile, e le monoposto dell'epoca estremamente muscolari da guidare.
Nel 1959 Maria Teresa passa alla scuderia Porsche KG, e con una Porsche Behra prova a qualificarsi al Gp di Monaco, anche in questo caso senza riuscirci, girando 3 secondi più lenta dell'ultimo pilota qualificato, il britannico Bruce Halford su Lotus-Climax. Il Gp di Monaco è l'ultima apparizione della De Filippis in Formula 1, in quanto il 2 Agosto dello stesso anno perderà la vita in un incidente il titolare del team per cui lei correva (nonché amico) Jean Behra in occasione di una gara di contorno al Gp di Germania, in programma sul circuito dell'AVUS di Berlino, uscendo fuori di pista all'altezza della curva sopraelevata. La pilota partenopea resterà piuttosto scossa da questo incidente, per cui si ritirerà dalla Formula 1 a soli 23 anni.
Lella Lombardi occupa un posto speciale nella storia della Formula 1, in quanto ad oggi è la sola pilota donna ad aver conquistato un punteggio iridato. Nativa di Frugarolo (nell'Alessandrino), dopo aver concluso nel 1968 al secondo posto il campionato di Formula 1, aver vinto nel 1970 il campionato italiano di Formula 850, e nel 1971 il campionato di Formula Ford Mexico, nel 1974 a bordo della Brabham BT42 motorizzata Ford del team Allied Polymer Group prova (senza riuscirci) a qualificarsi al Gp d'Inghilterra di Formula 1. La pilota piemontese però non si arrende, e l'anno successivo parteciperà a bordo della March motorizzata Cosworth a 12 delle 14 gare in programma, saltando le prime due gare del calendario in programma in Argentina e Brasile. L'esordio in Sudafrica è da dimenticare: a causa di un problema alla pompa del carburante occorso al 23° giro, Lella è costretta inevitabilmente al ritiro. Nella gara successiva, in programma il 27 Aprile 1975 in Spagna sul circuito del Motjuic di Barcellona, un momento destinato ad entrare negli annali. Al 29° giro il Gp viene interrotto in seguito al gravissimo incidente che aveva vista coinvolta la Hill- Ford del tedesco Rolf Stommelen (a causa del distacco dell'alettone la monoposto, ormai fuori controllo, era andata a toccare le barriere, e da qui sbattuta verso le barriere del lato opposto non prima di essersi impennata, andando così a superare le stesse barriere uccidendo quattro persone del pubblico), motivo per il quale viene assegnato ai primi 6 classificati il punteggio dimezzato. Tra questi ovviamente c'e Lella Lombardi, 6° classificata al 29° giro, che così riesce a conquistare mezzo punto iridato. Sarà la prima e unica volta nella storia della F1 che una donna conquista un qualsiasi punteggio iridato. Nei Gp successivi Lella non si qualificherà al Gp di Monaco per 3 secondi (l'ultimo qualificato fu Alan Jones con la Hesketh-Ford), si ritirerà in Svezia, Belgio, Gran Bretagna e Italia, e non partirà nel Gp degli Usa per dei problemi alla monoposto avvertiti nel corso del warm-up. Da segnalare in compenso l'ottimo settimo posto conquistato sulla durissima pista del Nurburgring, il 14° posto in Olanda, il 18° in Francia e il 17° in Austria. Nel 1976 saranno solo 2 i Gp a cui parteciperà (mancando la qualificazione in Inghilterra e Germania), conquistando il 14° posto in Brasile e il 12° in Austria.
Quasi in contemporanea rispetto alla Lombardi, un'altra donna tenta di entrare in Formula 1: stiamo parlando della britannica Divina Galica, olimpionica nello sci alpino, ed approdata nel mondo delle corse quasi per scommessa. Tenterà di qualificarsi con la Surtees motorizzata Cosworth al gp di Gran Bretagna 1976, e con la Hesketh nei Gp inaugurali del 1978 in Argentina e Brasile, senza riuscirvi.
Apparizione a dir poco fugace per la pilota sudafricana Desirè Wilson, la quale a bordo della Williams proverà nel 1980 a qualificarsi per il Gp di Gran Bretagna senza riuscirvi. L'anno dopo parteciperà con una Tyrrell ufficiale al Gp di Sudafrica, ma la gara (inizialmente in calendario) non venne considerata valida ai fini del Mondiale. In quell'occasione la pilota sudafricana riuscì a qualificarsi con il 16° tempo, ma la sua gara si concluse al 51° dei 77 giri previsti causa incidente.
L'ultima pilota donna a partecipare attivamente a un weekend di Formula 1 è stata nel 1992 la romana Giovanna Amati a bordo della Brabham, al suo ultimo anno di Formula 1. Purtroppo dopo aver mancato la qualificazione in Sudafrica, Messico e Brasile, la pilota romana viene sostituita da Damon Hill. A pesare sulle prestazioni in pista l'inesperienza (con un solo test effettuato sulla Benetton messa a disposizione da Flavio Briatore), e al contempo la scarsa competitività della monoposto affidatale.
Oltre alle 5 sopra presentate, ci sono state delle altre donne pilota che, pur non riuscendo a correre in qualifica o gara, hanno comunque avuto a che fare con dei team di Formula 1 o come collaudatrici (anche per un solo giorno!), o nel migliore dei casi partecipando alla prima sessione di prove libere di un Gp. Stiamo parlando andando in ordine cronologico di Sarah Fisher nel 2002, che a Indianapolis provò per un solo giorno la McLaren grazie allo sponsor Tag Heuer comune per entrambi; alla britannica Katherine Legge che per due giorni testò la Minardi a Vallelunga con risultati tutt'altro che esaltanti. In tempi più recenti ci sono state donne pilote ingaggiate da un team come pilota per lo sviluppo disputando dei test o poco più: vedi la svizzera Simona De Silvestro nel 2014 in Sauber o la spagnola Carmen Jorda in Lotus.
Una citazione a parte la meritano sicuramente Maria De Villota e Susie Wolff.
Figlia d'arte (il padre Emilio è stato pilota di Formula 1 dal 1976 al 1978, e poi disputò alcune gare nel biennio 1981-1982), Maria De Villota entra come collaudatrice nel team Marussia nel marzo 2012. Sarà un'esperienza breve, e purtroppo dai risvolti drammatici. Nel corso di un test in programma sull'aerodromo di Duxford il 3 Luglio 2012, intorno alle 9:15 Maria esce di pista nel giro di rientro andando a sbattere con velocità tutto sommato moderata (50-65 Km/h) colpendo il piano di carico di uno dei camion di supporto del team. L'impatto è comunque terribile, e Maria apparentemente riesce a salvarsi perdendo però l'occhio destro. La spagnola non si perde d'animo, e pur dovendo inevitabilmente rinunciare alla propria carriera, continua comunque a darsi da fare nel mondo del motorsport cercando di promuovere la sicurezza in pista, mostrando anche nel corso di varie campagne e conferenze il suo casco tagliato a metà in quel drammatico incidente. Proprio le conseguenze neurologiche derivanti da quel drammatico impatto occorso a Duxford saranno la causa della sua morte, avvenuta a causa di un'emorragia cerebrale in una camera di albergo a Siviglia la mattina dell'11 Ottobre 2013 dove avrebbe dovuto presentare la sua autobiografia intitolata “Life is a gift (La vita è un dono)”.
L'ultima pilota in ordine cronologico è scendere in pista con una monoposto di Formula 1 è stata Susie Wolff (moglie dell'ad e Team Principal Mercedes, Toto Wolff), attualmente in attesa del primo figlio. Dopo aver iniziato nei kart, e aver partecipato dal 2002 al 2004 nella Formula 1, nel 2005 alla F3 inglese, dal 2006 al 2010 al DTM (ottenendo nell'ultimo anno ben due settimi posti con il 13° posto nella classifica finale), nel 2012 entra in Williams (allora gestita dal marito) come collaudatrice. Con il Team di Grove disputerà con il numero 41 in 4 circostanze la prima sessione di prove libere: nel 2014 in Gran Bretagna e in Germania; nel 2015 in Spagna e ancora Gran Bretagna.
Nella FP1 di Silverstone 2014 si classificherà al 21° posto, con 4'751 di ritardo dal compagno di squadra (Felipe Massa, classificatosi 17°) con Bottas che gli aveva ceduto la monoposto; a Hockenheim si classificherà 15° con il tempo di 1'20'769 (a poco più di due decimi dal brasiliano, giunto 11° con il tempo di 1'20”542).
Nel 2015 nella FP1 del Gp di Spagna si classificherà 15° con il tempo di 1'29”708 (con Massa 8° con il tempo di 1'28”803); nella FP1 del Gp di Gran Bretagna, infine si classificherà 13° con il tempo di 1'37”242 (con Massa 10° con il tempo di 1'36”469).
Ora, dunque, sarà Tatiana Calderon a portare un po' di femminilità nel Circus, con l'auspicio di poterla vedere presto in pista non solo per dei test ma anche nel prossimo futuro in un qualche weekend di gara impegnata come pilota ufficiale. Sarebbe il segno dei tempi che cambiano, anche in un mondo estremamente maschile come quello della Formula 1.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81
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