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F1, McLaren e la crisi con Honda

F1, McLaren e la crisi con Honda

Redazione

18 marzo 2017

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Un rapporto sempre più in crisi. Dopo le due sessioni di test piuttosto deludenti disputate dalla McLaren a causa dei problemi tecnici occorsi alla power unit Honda, in tanti cominciano a chiedersi se il matrimonio tra il team di Woking e il motorista nipponico abbia una qualche reale possibilità di prosecuzione. Quando nel 2013 venne stretto l'accordo tra le parti, non sembrava vero a entrambi di poter ricostituire una delle accoppiate più vincenti nella storia della Formula 1: come non ricordare il quadriennio 1988-1991 che vide il netto dominio del team inglese motorizzato Honda con 4 titoli mondiali (3 con Senna e 1 con Prost), e altrettanti titoli costruttori vinti?

Purtroppo, però, come spesso il calcio ci insegna, non sempre le minestre riscaldate o i revival funzionano. I primi segnali nei test di fine stagione 2014, con la monoposto guidata dal tester Stoffel Vandoorne (da questa stagione pilota titolare) che effettua pochissime tornate, confermatisi poi in maniera più evidente nei test pre-campionato 2015, con un numero a dir poco insufficiente di tornate percorse, e con i piloti (Fernando Alonso e Jenson Button) fortemente penalizzati dalle continue sostituzioni della power unit nipponica (con forti penalità da scontare in griglia di partenza). Lo scorso anno, per fortuna, la situazione sembrava essere decisamente migliorata, per cui c'era grande attesa per la nuova stagione. Stagione che invece, purtroppo, fino ad ora, si è contraddistinta per una nuova perdita di affidabilità delle power unit nipponiche: negli 8 giorni di test, in ben 6 giorni un pilota McLaren è stato costretto ad interrompere anzitempo la sessione.

Vandoorne 9 Marzo

In 4 giorni il problema era relativo alla power unit vera e propria (sostituzione serbatoio dell'olio, in quanto nel corso della progettazione sarebbe risultato essere troppo piccolo, e con l'impianto di lubrificazione che presenterebbe alcuni problemi meccanici); negli ultimi due giorni il problema era elettrico ma comunque legato al motore nipponico. Non è un caso che mentre Ferrari e Mercedes abbiano usato pochissimi motori negli 8 giorni di test pre-campionato (rispettivamente 1 e 2), in McLaren siano state addirittura 6 le sostituzioni di motori Honda. Una situazione, quella venutasi a creare, che ha infastidito non poco Fernando Alonso, il quale in conferenza stampa non ha mancato di sottolineare come il problema della monoposto non fosse il telaio, ma proprio la power unit, sottolineando al contempo come a lui questa nuova F1 piaccia, e che è sua intenzione continuare a correre anche il prossimo anno. Una dichiarazione, questa, vista da molti, come un volersi mettere sul mercato visto e considerato che a fine stagione scadrà proprio il contratto dell'asturiano, fortemente intenzionato a voler tornare a lottare per il titolo iridato.

La domanda, però, che in tanti si saranno fatti durante i test sicuramente è stata: com'è possibile che la Honda quest'anno abbia perso quell'affidabilità che giusto un anno fa sembrava esser stata ritrovata? Dobbiamo partire con un presupposto: la power unit 2017 non è una evoluzione di quella dello scorso anno, ma una power unit riprogettata completamente ex novo. Il motivo che ha spinto i tecnici nipponici a prendere questa decisione così delicata riguarda l'introduzione di un nuovo sistema d'iniezione progettato ispirandosi concettualmente a quelli usati da Ferrari e Mercedes, andando così ad azzerare tutta l'esperienza accumulata nelle ultime due stagioni, e rischiando così di iniziare il campionato con un'affidabilità ancora tutta da decifrare.

Non solo. Nelle ultime 48 ore secondo numerosi media (Sport Bild, Sky Uk e BBC) in occasione degli ultimi test di Barcellona dal vertice McLaren sarebbe partita una telefonata all'indirizzo della Mercedes volta a verificare la possibilità di ripristinare la storica collaborazione con il motorista tedesco, allacciata per la prima volta nel 1995 ed interrotta nel 2014 proprio in vista del passaggio alle power unit Honda. Rumors che, sempre secondo alcuni media inglesi, troverebbero ancora più fondamento nel ritorno a Woking dell'ex pilota Mika Hakkinen, da sempre fortemente vicino al mondo Mercedes.

Una notizia al momento che regista il no comment da parte della scuderia inglese guidata da Zak Brown, fortemente intenzionata, secondo quanto dichiarato a Sky Sports Uk, a risolvere i problemi occorsi durante i test assieme al motorista nipponico. Concetto, questo, sostenuto anche daYusuke Hasegawa (responsabile del progetto F1 per Honda), il quale sostiene come Honda e McLaren credano nella loro partnership, e come entrambi stiano lavorando congiuntamente per poter risolvere quanto prima la presente situazione, cercando al contempo di rafforzare i propri rapporti nonostante le difficoltà fin qui rilevate.

Se al momento, quindi, McLaren e Honda proseguono tranquillamente la propria partnership, cosa potrebbe succedere, invece, nel caso in cui McLaren decidesse al termine della stagione di tornare alla motorizzazione Mercedes?

Premettendo che al momento stiamo parlando di una ipotesi (e quindi da affrontare usando il condizionale), un eventuale divorzio tra McLaren e Honda avrebbe sicuramente delle conseguenze economiche sui conti del team di Woking, che dal 2014 manca di un vero e proprio sponsor principale: non dimentichiamoci , infatti, che al momento le power unit vengono fornite gratuitamente dalla Honda, la quale, inoltre, paga anche la metà dell'ingaggio dei piloti McLaren, oltre a contribuire al budget della squadra.

In caso di un eventuale divorzio, non è da escludere il pagamento di una penale al motorista nipponico per l'interruzione anticipata del loro rapporto, alla quale poi andrebbe aggiunta la quota da pagare a Mercedes per l'acquisto delle nuove power unit.

Mai come ora, quindi, l'attenzione è rivolta verso il Giappone, con l'auspicio che Honda riesca a risolvere i problemi finora emersi e la McLaren possa tornare ad essere competitiva, senza dover porre fine ad un'alleanza, capace di scrivere in passato pagine emozionanti di storia della Formula 1.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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