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Un obiettivo già raggiunto. Fernando Alonso ha superato ieri all'esordio al volante della sua Dallara DW12 motorizzata Honda la Rookie Orientation Practice, passaggio fondamentale per la partecipazione alle 500 Miglia d'Indianapolis, in programma il prossimo 28 Maggio sul celebre ovale americano.
Una giornata, quella del pilota asturiano, iniziata di prima mattina con la presentazione ufficiale del casco (nero con richiami rosso-arancio e blu), e della livrea della monoposto (una Dallara DW12 motorizzata Honda e gestita dal team McLaren in collaborazione con il team Andretti Autosport).
Un vero e proprio ritorno in grande stile quello del team di Woking (dovuta anche alla decisione da parte di Stefan Wilson di posticipare di un anno la partecipazione all'Indy 500), che manca dalla celebre corsa americana dal 1979 (dopo avervi esordito nel 1970). Tre le vittorie finora conseguite: nel 1972 con Mark Donohue che vinse la gara per la Penske Racing a bordo di una monoposto con telaio McLaren, e poi nel 1974 e nel 1976 con Johnny Rutherford. Non è un caso che per la monoposto numero 29 che Alonso dovrà portare in gara (e alla vittoria) sia stata riproposta la stessa precisa colorazione (arancio papaya) utilizzata proprio da Rutherford.
Intorno alle 17 ora italiana (le 11 circa ora americana) Alonso ha fatto il suo esordio in pista sottoponendosi come dicevamo alla Rookie Orientation Practice. Un'occasione, questa, da una parte per prendere confidenza con la nuova monoposto, ma al contempo, per strappare da subito il biglietto d'accesso a Indy 500. Se infatti i piloti partecipanti alle Indy Car Series sono già di fatto iscritti alla gara, coloro che desiderano invece partecipare solo alle 500 Miglia (come Alonso, considerato in questa specialità un rookie) devono sottoporsi a una specie di preselezione chiamata Rookie Orientation Practice, che si suddivide in tre fasi: nella prima fase il pilota deve effettuare 10 giri con una velocità media in miglia orarie compresa tra 205 e 210 (ca 330-340 Km/h); nella seconda fase il pilota deve effettuare 15 tornate (in unico tentativo o in più fasi) con una velocità media in miglia orarie compresa tra 210 e 215 (ca 340-e i 345 Km/h); infine nella terza e ultima fase il pilota dovrà effettuare ancora 15 giri con una velocità media oltre le 215 miglia orarie. Non solamente Alonso è riuscito a superare brillantemente la Rookie Orientation practice facendo segnare nel miglior tempo una velocità pari a 219.654 miglia orarie, ma poi ha deciso di continuare ulteriormente a girare in pista al fine di migliorare il feeling con la monoposto, completando il giro più veloce a 222.548 miglia orarie (358.166 Km/h secondo il conteggio diffuso dalla Honda).
Ricordiamo, infatti, che sebbene le monoposto di Formula 1 e quelle partecipanti alla IndyCar Series possano almeno esteticamente sembrare simili, in realtà sono due tipologie di monoposto estremamente diverse. Se la monoposto di Formula 1 ha bisogno, infatti, dell'aerodinamica per poter sviluppare downforce, questo non avviene nelle macchine di IndyCar, le quali (come poi ha spiegato lo stesso Alonso) sviluppano molto meno downforce.
Altra questione importante riguarda il servosterzo, presente nei volanti di Formula 1, ma assente nelle monoposto di IndyCar, per cui il pilota si deve abituare non solo ad accelerazioni decisamente più brutali, ma anche e sopratutto deve imparare a fare attenzione al volante: ogni movimento minimo può essere più o meno decisivo in corsa.
In attesa di apprendere maggiori dettagli in merito alla sua nuova monoposto, bisogna dire che le prime impressioni in merito alla prestazione in pista di Alonso sono state estremamente positive, con Michael Andretti (Team Principal di Andretti Autosport), che ha sottolineato come il pilota asturiano pur alle prese con un po' di sottosterzo nel corso dei primi run, è riuscito comunque a venirne brillantemente a capo. Concetto, questo, rimarcato anche da Marco Andretti (figlio di Michael, e nipote del mitico Mario Andretti), che ha sottolineato come Alonso in prova avesse utilizzato lo stesso carico aerodinamico usato nelle 500 Miglia, e che sebbene dovrà ancora apprendere tantissime cose in vista della gara, si sta già muovendo molto bene facendo le giuste domande e che sarà sicuramente a posto per la gara.
Nel corso della Conferenza Stampa svolta al termine della giornata di test, il pilota spagnolo nel ringraziare il Team Andretti per il preziosissimo supporto ha ammesso che per il momento deve ancora prendere la giusta confidenza con la macchina, in quanto al momento sembra che sia la macchina a guidare lui e non viceversa.
Non mancherà comunque il tempo ad Alonso per prendere maggiore confidenza con la sua nuova monoposto:al termine del Gp di Spagna di Formula 1 (in programma domenica 14 Maggio sul circuito del Montmelò a Barcellona), il pilota asturiano volerà subito negli States, in quanto dal giorno successivo, Lunedì 15 Maggio,fino al 19 Maggio si svolgeranno le sessioni di prove libere di Indy 500.
Occhio in particolare alla sessione di libere in programma proprio Venerdì 19, soprannominato Fast Friday: in quell'occasione, infatti, viene concesso l'aumento dei turbocompressori (motori V6 da 2.2 litri) con un aumento medio stimato di circa 30-40 cavalli, e con le velocità ovviamente destinate a salire per dare modo ai piloti di poter provare quello che avverrà Sabato 20 e Domenica 21 nel corso dei due giorni di qualifica.
Le prove continueranno anche Lunedì 22 e Venerdì 26 Maggio in occasione del Miller Lite Carb Day, in attesa che poi Domenica 28 Maggio scatti la gara vera e propria, a cui è atteso il pubblico delle grandi occasioni, che già nelle ultime settimane non hanno esitato ad acquistare il biglietto per potere vedere dal vivo un grande campione come Fernando Alonso.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81
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