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Una vera e propria occasione persa che rischia purtroppo di costare molto cara in ottica iridata. Il Gp di Singapore che sulla carta doveva essere decisamente a favore della Ferrari (a maggior ragione dopo la pole conseguita sabato dalla SF70-H di Sebastian Vettel) si è trasformato in un vero e proprio harakiri da parte del pilota tedesco, costretto al ritiro dopo un contatto al via in cui sono stati coinvolti la Red Bull di Max Verstappen e l'altra Ferrari guidata da Kimi Raikkonen.
Non c'è dubbio che le mutate condizioni meteo possano non aver aiutato, con la pioggia improvvisamente comparsa sul circuito di Marina Bay (nelle nove edizioni precedenti non era mai piovuto) e con i piloti costretti inevitabilmente a familiarizzare con una situazione mai provata in precedenza, ma questo non giustifica sicuramente l'incidente in questione.
L'episodio che di fatto ha deciso la gara si è verificato, come già detto in partenza: al via Vettel su gomme intermedie non parte proprio benissimo, superato leggermente da Verstappen, il quale a sua volta viene superato dalla Ferrari di Raikkonen, autore di un ottimo scatto, decisamente migliore rispetto a quello del compagno di squadra tedesco.
Intanto però Vettel riesce a recuperare il leggero svantaggio sul giovane pilota olandese della Red Bull riportandosi leggermente davanti, e, forte del vantaggio di poter scegliere la traiettoria, si sposta troppo presto verso sinistra. Quel piccolo spostamento, che alla fine si rivelerà fatale: schiacciato a mò di sandwich tra le due Ferrari, Verstappen finisce suo malgrado per arpionare con l'anteriore sinistra la gomma posteriore destra di Raikkonen, staccandola. Il pilota finlandese perde il controllo della sua Rossa numero 7, andando così a colpire piuttosto violentemente la fiancata sinistra della monoposto gemella di Vettel, il quale prova nei limiti del possibile a proseguire la gara, ma dopo poche curve è costretto al ritiro. Il danno sulla fiancata è molto grave, con dei liquidi che fuoriscono (da capire se si tratta di acqua o di olio, e sopratutto in ottica futura, quali danni possa aver subito o meno la power unit), e che hanno portato allo scivolamento della gomma posteriore sinistra, con tanto di testacoda da parte del pilota tedesco della Ferrari. Vettel vorrebbe almeno portare la macchina ai box sperando in una riparazione, ma il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, invita caldamente il pilota a fermare in pista la monoposto, ponendo così fine a una striscia positiva che durava da 19 gare (l'ultimo ritiro di Vettel risaliva infatti al Gp di Malesia dello scorso anno).
Gara, dunque, finita, per i tre piloti sopra citati, ma anche per la McLaren-Honda di Fernando Alonso, autore di un'ottima partenza che gli aveva consentito di superare la Mercedes di Hamilton, e che purtroppo alla fine viene toccato piuttosto violentemente dalla Red Bull fuori controllo di Verstappen. Il pilota asturiano prova a continuare ugualmente la gara, ma dopo pochi giri è costretto inevitabilmente alla resa: come possiamo vedere, purtroppo la sua monoposto è talmente danneggiata per poter proseguire.
La Direzione Gara decide nel frattempo di convocare Vettel, Raikkonen e Verstappen in merito all'incidente occorso al via, e, dopo aver rivisto le immagini della partenza e parlato con i rispettivi piloti, decide di non sanzionare nessuno considerando quanto accaduto come un incidente di gara.
Un incidente che alla fine finisce per fare il gioco di Hamilton, il quale, ritrovatosi fortuitamente in testa, senza prendersi troppi rischi riesce a gestire la situazione, andando così a vincere il Gran Premio con 4”507 sulla Red Bull di Daniel Ricciardo (condizionato da un problema al cambio) e con 8”800 sul compagno di squadra Valtteri Bottas.
Una sinfonia solitaria, quella del pilota inglese della Mercedes, mai messa in discussione da nessuno (impressionante il ritmo tenuto sul bagnato), e resa un po' più movimentata dall'ingresso della Safety Car, tornata in pista dopo l'incidente al via nel corso dell'11° Giro in seguito all'incidente occorso alla Toro Rosso di Daniil Kvyat (foto superiore), andato a muro nella Curva 7, e al 38° giro quando in questo caso è la Sauber di Marcus Ericsson (foto inferiore) ad andare a muro all'altezza della Curva 13.
Questo l'ordine di arrivo del Gp di Singapore diffuso dalla FOM.
In Classifica Piloti Hamilton (263) porta a 28 le lunghezze di vantaggio su Vettel (fermo a a 235 punti).Terzo Bottas a 212 punti, seguito da Ricciardo a quota 162, da Raikkonen a quota 138, e da Verstappen a 68 punti.
In Classifica Costruttori la Mercedes mantiene la testa con 475 punti, seguita dalla Ferrari a quota 373. Terza la Red Bull a quota 230. Più staccata Force India a 124 punti, seguita dalla Williams a 59 punti, dalla Toro Rosso a quota 52. Al settimo posto (grazie al sesto posto finale di Palmer) sale la Renault a 42 punti, seguita dalla Haas a quota 37.
Prossimo appuntamento con la F1 Domenica 1° Ottobre, con il Gp di Malesia, con diretta esclusiva su SKY SPORT F1 HD, e differita alle 14 su RAI 1.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81
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