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Un vero e proprio colpo di scena. A partire dal Gp di Malesia in programma domenica sul circuito di Sepang, dunque, il 21enne pilota francese Pierre Gasly farà il suo esordio in Formula 1 a bordo della Toro Rosso. Non sulla monoposto di Sainz come sembrava fino a qualche giorno fa, ma a sorpresa (anche se fino a un certo punto, come vedremo) su quella di Kvyat.
Non è la prima volta che il nome di Gasly viene associato a quello del team di Faenza: già sul finire della scorsa stagione dopo aver vinto il mondiale di Gp 2 battendo Antonio Giovinazzi cominciano a girare le prime voci che vorrebbero il pilota francese in Toro Rosso al posto di un deludente Daniil Kvyat, retrocesso dalla Red Bull alla Toro Rosso dopo il Gp di Russia per far spazio all'arrembante Max Verstappen.
Alla fine non succederà nulla, e così Gasly decide di affrontare quest'anno la Super Formula giapponese con il Team Mugen motorizzato Honda supportato ovviamente da Red Bull, oltre ad effettuare con il team di Milton Keynes le sessioni di test in programma in Bahrain e a Budapest (foto sopra) a bordo della RB13.
Quest'anno, alla vigilia del Gp d'Ungheria (poco prima della pausa estiva) il giovane pilota francese era stato preallertato di sicurezza dalla Toro Rosso dopo che Kvyat era arrivato ad avere 10 punti di penalità sulla patente sui 12 disponibili prima della squalifica.
Nelle ultime settimane il nome del 21enne pilota originario di Rouen era tornato in auge in occasione del divorzio tra Toro Rosso e la Renault con passaggio alle power unit Honda: constatata l'indisponibilità di Ricciardo (blindato da un contratto fino al termine della prossima stagione), la Renault non aveva esitato a chiedere alla Red Bull sia per le ultime gare di questa stagione che sopratutto in ottica 2018 la possibilità di ingaggiare Carlos Sainz Jr, obiettivo già seguito in passato dal team francese. La scuderia austriaca era perfettamente d'accordo, e così anche in questa occasione aveva nuovamente allertato Gasly, ma alla fine il prestito del pilota spagnolo alla Renault è stato per il momento rinviato al prossimo anno in seguito al mancato accordo economico tra il costruttore transalpino e il pilota inglese Jolyon Palmer (la scuderia francese gli aveva offerto 3 milioni di euro per lasciare il posto a Sainz già da questo weekend senza aspettare la scadenza del contratto a fine stagione, Palmer ne voleva 7), motivo per il quale la possibilità di poter vedere il 21enne pilota francese in Formula 1 era stata di fatto accantonata. Almeno fino a ieri.
Per una porta che si apre in Formula 1 a favore del giovane Gasly, c'è da registrare al contempo come l'avventura di Daniil Kvyat nella massima serie automobilistica potrebbe essere agli sgoccioli. O quasi. Se la prima parte della sua carriera in Formula 1 (stagioni 2014-2015) erano state indubbiamente molto interessanti, con il giovane pilota russo che dopo aver conquistato 8 punti nella stagione d'esordio (contro i 22 del compagno di squadra, il più esperto Jean Eric Vergne) l'anno successivo viene addirittura promosso in Red Bull dopo l'addio di Sebastian Vettel (passato in Ferrari) riuscendo a conquistare il secondo posto nel Gp d'Ungheria (sopra raffigurato) e a battere di 3 punti il più esperto compagno di squadra Daniel Ricciardo (95 contro i 92 del pilota australiano di origini italiane), non c'è dubbio come il 2016 sia stato per lui una sorta di annus horribilis.
Neanche il tempo di festeggiare il podio conquistato in Cina che già nella gara successiva a Sochi, Kvyat compie una gravissima leggerezza. Al via, infatti, il pilota russo tocca una prima volta Vettel in Curva 2, per poi andarlo a toccare una seconda volta in Curva 3 facendolo girare, e mandandolo così contro le barriere di protezione, avendo nel frattempo forato il pilota della Ferrari la gomma posteriore sinistra in seguito al precedente contatto in Curva 2. Una eccessiva veemenza, quella di Kvyat davanti al pubblico di casa, che non solamente finisce con il penalizzare anche la monoposto gemella di Ricciardo, ma che spinge la stessa Red Bull a partire dal Gp successivo in Spagna a sostituirlo con l'arrembante Max Verstappen, con il pilota russo retrocesso così in Toro Rosso. Il resto della stagione sarà una vera sofferenza per Daniil, il cui miglior risultato con il team di Faenza sarà il 9° posto conseguito a Singapore. Il team spera che il 2017 possa essere l'anno del suo riscatto, ma così purtroppo non sarà: dei 52 punti attualmente conquistati dalla Toro Rosso nelle prime 14 gare, 48 sono quelli conquistati da Sainz, solo 4 quelli da lui conquistati.
Si può quindi considerare conclusa l'avventura di Kvyat in Formula 1? Apparentemente sembrerebbe di si, ma in realtà lo scenario non è del tutto così apocalittico. Tanto per cominciare il pilota russo non è stato licenziato né da Toro Rosso, né dalla Red Bull, quindi seppur sia stato costretto a lasciar la propria monoposto a Gasly di fatto fa ancora parte della squadra.
Non dimentichiamoci, poi, che nel weekend del Gp degli Usa (20-22 Ottobre) Gasly sarà impegnato a Suzuka nell'atto conclusivo della Super Formula dove è in lizza per il titolo iridato (solamente mezzo punto lo separa dal leader della classifica, il pilota nipponico Hiroaki Ishiura, dopo aver conquistato nelle ultime tre gare due vittorie consecutive e un secondo posto), per cui molto probabilmente sarà proprio Kvyat a guidare la monoposto del team di Faenza ad Austin.
Non solo. Se è vero che nel 2018 con l'avvento della motorizzazione Honda era stata paventata l'ipotesi che in Toro Rosso uno dei due volanti venisse affidato al giovane pilota di scuola Honda Nobuharu Matsushita, al momento impegnato in Formula 2, è altrettanto vero che al momento il pilota nipponico non sarebbe infatti in possesso dei punti sufficienti per ottenere la Superlicenza. In classifica, infatti, a due gare dal termine (Jerez e Abu Dhabi) Matsushita è sesto con 115 punti, 37 in meno del pilota al momento terzo in classifica, il russo Artem Makelov. Ricordiamo, inoltre, che secondo le ultime normative emesse dalla FIA, solamente i primi tre piloti classificati al termine del Mondiale di Formula 2 possono conquistare i 40 punti necessari per ottenere la Superlicenza, basilare per qualunque pilota voglia correre in Formula 1.
Detto questo, alla luce dei 37 punti che Matsushita deve recuperare a Makelov in sole 2 gare, non ci stupiremmo se il prossimo anno fosse proprio Kvyat a guidare la Toro Rosso al fianco di Gasly. Salvo clamorosi colpi di scena.
Una cosa comunque è certa: il pilota russo della Toro Rosso si gioca ad Austin di fatto il suo futuro in Formula 1. A lui il compito di sfruttare al meglio questa preziosissima, ultima occasione.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81
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