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Il pilota finlandese della Ferrari torna a vincere dopo 113 gare davanti alla Red Bull di Max Verstappen e alla Mercedes di Lewis Hamilton (a cui mancano 5 punti per festeggiare il quinto titolo iridato). Solo 4° Vettel, autore dell'ennesimo errore al via della gara.
Una vittoria scaccia crisi. Nel momento più delicato della stagione la Ferrari ritrova se stessa e conquista il Gp degli Usa ad Austin con Kimi Raikkonen, davanti alla Red Bull di Max Verstappen e alla Mercedes di Lewis Hamilton, costretto a rinviare momentaneamente la festa per il quinto titolo iridato. Con la vittoria odierna non solo Kimi spezza un digiuno di vittorie che durava da 113 gare (l'ultima sua vittoria in F1 era stato il Gp d'Australia 2013), ma sopratutto diventa il pilota finlandese ad aver conseguito il maggior numero di vittorie nella massima serie automobilistica (21), superando così in testa alla classifica Mika Hakkinen (20), di cui quest'anno peraltro ricorre il ventennale dalla conquista del primo dei due Mondiali piloti vinti con la McLaren-Mercedes nel biennio 1998-1999.
Una gara, quella disputata ieri ad Austin, che Raikkonen vince fin dal via, superando alla prima curva la Mercedes di Hamilton e poi gestendo la corsa con molta intelligenza tattica (anche grazie all'aiuto del muretto Ferrari, apparso estremamente in forma), arrivando a stringere i denti in un finale che ha visto lo stesso Kimi, Verstappen ed Hamilton racchiusi in meno di due secondi.
Fondamentale, però (nell'arco di una gara che ha visto il pilota finlandese della Ferrari effettuare una sola sosta ai box) la ritrovata competitività della SF71-H, tornata ad essere quella dei giorni migliori grazie al nuovo fondo portato qui ad Austin e al ritorno (come già avevamo segnalato) per quanto riguarda il retrotreno della monoposto al pacchetto introdotto a Silverstone, che ha conferito non solo maggior carico aerodinamico, ma anche e sopratutto una maggiore stabilità alla vettura, che ha evidenziato peraltro un'ottima trazione nel misto.
A questo, infine, è doveroso aggiungere l'ottima concentrazione del pilota finlandese, che desiderava assolutamente concludere con una vittoria la sua esperienza in Ferrari.
Da sottolineare anche la gara di Max Verstappen, arrivato secondo a poco più di un secondo da Raikkonen, e nominato dai tifosi Driver Of The Day. Il giovane pilota olandese della Red Bull partiva dal 18° posto a causa sia della rottura del braccio della sospensione destra occorsa nelle qualifiche, sia per la sostituzione del cambio, operata a scopo preventivo, eppure, nonostante questo, dopo 10 giri era già risalito in quarta posizione. Restava solamente da superare le due Mercedes; mossa riuscita al pilota olandese sfruttando l'undercut nei confronti di Bottas, e approfittando della strategia a due soste nel caso di Hamilton, fermatosi troppo presto ai box per la prima sosta per cambiare quelle gomme supersoft su cui in qualifica aveva effettuato due giri in più rispetto alla concorrenza. Bellissima nel finale di gara, la difesa del secondo posto sullo stesso pilota inglese della Mercedes, con una condotta assolutamente perfetta. Se Verstappen festeggia un ottimo risultato, purtroppo in casa Red Bull c'è anche da registrare l'ennesimo ritiro di Ricciardo, frenato da un problema elettronico che ha di fatto ammutolito la RB14, con la monoposto lasciata in posizione di sicurezza ma comunque all'interno della carreggiata. Da qui la decisione dei commissari di decretare la Virtual Safety Car.
Se Raikkonen e Verstappen rappresentano sicuramente la faccia più sorridente del podio, Lewis Hamilton rappresenta forse il volto più deludente. Sia chiaro: il campione inglese (che sperava di chiudere negli States il discorso Mondiale) ha fatto nel complesso un'ottima gara dimostrando una volta di più tutto il suo valore e talento. Chi semmai non ha particolarmente brillato sia da un punto di vista prettamente strategico, sia nell'individuazione del miglior set-up è stata la Mercedes. Non solamente la squadra campione del mondo ha sbagliato la strategia anticipando eccessivamente la prima delle due soste pur approfittando della già citata Virtual Safety Car occorsa per lo stop della Red Bull di Ricciardo, ma una volta passati sulle due soste e dovendo inevitabilmente spingere sull'acceleratore è tornato a farsi vedere quel blistering sulle gomme posteriori che nelle ultime gare sembrava esser stato risolto. Vero, in parte il blistering è stato generato dall'improvviso innalzarsi delle temperature dell'asfalto dal sabato alla domenica (con le squadre che non avevano avuto la possibilità causa maltempo di poter simulare nella giornata di venerdì il passo gara in entrambe le libere), ma non c'è dubbio come una parte del blistering emerso sia da imputarsi a un set-up non del tutto corretto della monoposto, che ha così finito con il condizionare non solo la gara di Hamilton (costretto a una seconda sosta, dopo la quale è si arrivato in coda al duo di testa Raikkonen-Verstappen, ma che ha dovuto inevitabilmente pensare anche a come gestire al meglio le gomme),ma anche quella di Bottas.
Se Raikkonen rappresenta il volto della Ferrari ritrovata, Sebastian Vettel purtroppo ancora una volta commette una serie di errori senza i quali avrebbe addirittura potuto vincere il Gp. Il primo errore risale alla giornata di venerdì e più precisamente nel corso della FP1, quando in seguito alla bandiera rossa esposta dai commissari a causa dell'uscita fuori pista dell'Alfa Romeo Sauber di Leclerc, Sebastian non rallenta nel tratto in questione prima di tornare ai box, rimediando così tre posizioni di penalità in griglia (senza di esse, sarebbe stato in prima fila con Hamilton) e due punti di penalità sulla patente.
Costretto di fatto a partire quinto, nel corso del primo giro Vettel al termine del lungo rettilineo compreso tra la curva 11 e la curva 12 riesce a superare Ricciardo salendo al quarto posto, ma poi sbaglia la staccata arrivando lungo, venendo a sua volta risorpassato dall'australiano. Sebastian prova a questo punto a riprendere la posizione su Ricciardo, ma all'altezza della curva 13 prima tocca l'anteriore destra della Red Bull, e poi va in testacoda, rientrando in 15° posizione. Un errore, questo, già commesso a Monza e lo scorso Gp a Suzuka, e che conferma purtroppo una volta di più l'assoluta mancanza di freddezza del pilota tedesco della Ferrari, abile nel finale di gara a recuperare almeno la quarta posizione su Bottas (autore di una gara regolare senza alti, né bassi), ma che di fatto mette definitivamente la parola FINE sulle residue speranze iridate al termine di una gara che, se abilmente sfruttata, vista anche la superiorità tecnica evidenziata dalla Rossa, avrebbe potuto tranquillamente vincere. A patto, ovviamente di non commettere i due errori sopra citati.
Dietro i primi cinque classificati, da sottolineare la gara della Renault (Hulkenberg 6° e Sainz 7°) che ha consentito così al team francese di guadagnare punti nella lotta per il quarto posto in Classifica Costruttori sulla Haas, che ieri non solo ha perso fin dall'avvio Grosjean, a causa di un contatto con Leclerc, ma dopo la gara ha visto la squalifica di Magnussen, in quanto la monoposto del pilota danese nei controlli post gara è risultata aver consumato più dei 105 Kg di benzina concessi dal Regolamento.
Esclusione dall'ordine di arrivo anche per la Force India di Esteban Ocon, arrivato ottavo al traguardo, ma con un flusso di carburante maggiore ai 100Kg/h nel corso del primo giro. Dato questo, rilevato dalla telemetria, e che ha portato i commissari a squalificare il giovane pilota francese.
FINAL CLASSIFICATION: Kimi on top for the 21st time in his career! #USGP #F1 pic.twitter.com/XNaWGanwyW
— Formula 1 (@F1) 21 ottobre 2018
Contrariamente, quindi al tweet riepilogativo della FOM (pubblicato pochi minuti dopo la conclusione della gara), salgono all'ottavo posto la Force India di Sergio Perez, al nono posto la Toro Rosso di Brendon Hartley, e al decimo l'Alfa Romeo Sauber di Marcus Ericsson.
In Classifica Piloti Hamilton porta a 70 i punti di vantaggio su Vettel, mettendo così una seria ipoteca sul quinto titolo iridato: nel prossimo Gp in Messico basterà arrivare settimo con Vettel vincitore per aggiudicarsi il Mondiale. 346 i punti del quattro volte campione inglese, contro i 276 del pari titolato campione tedesco della Ferrari. Raikkonen torna in terza posizione con 221 punti, con Bottas quarto a quota 217. In quinta e sesta posizione si confermano i due piloti Red Bull con Verstappen (191 punti) davanti a Ricciardo, fermo a 146 punti.
In Classifica Costruttori la Mercedes ancora in testa con 563 punti, seguita dalla Ferrari a quota 497 punti, e dalla Red Bull, che conferma il terzo posto con 337 punti. La Renault rafforza il quarto posto con 106 punti, seguita dalla Haas, a quota 84. Seguono McLaren (58), Force India (47) e Toro Rosso, che sale a 32 punti.
Prossimo appuntamento con la Formula 1 Domenica prossima, 28 Ottobre, con il Gp del Messico, con diretta serale sia su SKY SPORT F1 HD, sia in chiaro su TV8.
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