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La Mercedes ha presentato in queste ore la sua nuova monoposto, la W11, chiamata a confermare la leadership del team tedesco in Formula 1.
Diventare il primo team nella storia della Formula 1 a vincere per sette anni consecutivi il Mondiale Costruttori, e al contempo consentire a Lewis Hamilton non solo di eguagliare i sette titoli mondiali vinti da Michael Schumacher, ma anche di battere il record di vittorie attualmente detenuto dal campione di Kerpen. Il 2020 si prospetta una stagione molto impegnativa per Mercedes, intenzionata ad entrare nella storia della Formula 1. Non sarà però un'impresa facile: da una parte Ferrari e Red Bull sono fortemente intenzionate a mettere fine a un dominio che di fatto dura dal 2014, dall'altra la legge dei grandi numeri ci insegna che dopo tante stagioni è difficile continuare ad avere la stessa motivazione avuta all'inizio del proprio ciclo di trionfi, per cui è inevitabile che prima o poi anche le Frecce d'Argento accusino un calo fisiologico. A Brackley però si lavora duro affinchè questo non accada, e, nel caso in cui compaiano dei limiti o delle difficoltà si cerca sempre di risolverle, in modo tale da offrire a Lewis Hamilton e a Valtteri Bottas una monoposto capace di essere competitiva su qualsiasi pista.
Non sempre lo scorso anno questo è avvenuto indipendentemente dalla conquista dei titoli piloti e costruttori: più volte, infatti, la Mercedes W10 pur potendo contare su un ottimo carico e una discreta efficienza aerodinamica, ha evidenziato dei limiti in rettilineo, pagando qualcosa in termini di velocità di punta nei confronti della Ferrari, che ha così potuto conquistare due preziosissime vittorie su due circuiti che fanno della velocità il loro tratto distintivo, quali Spa-Francorschamps e Monza. Da qui, pertanto, è partito il lavoro dei tecnici del team campione del mondo nel mettere a punto la nuova Mercedes W11, confermando da una parte tutto quanto di buono c'era sulla W10, provando al contempo a risolvere i limiti emersi in fatto di velocità di punta.
Prima di analizzare tecnicamente la nuova nata in casa Mercedes, merita un breve cenno la livrea, che si presenta con un po' di rosso all'altezza dell'airbox, nelle paratie laterali dell'ala anteriore e nella parte inferiore dell'ala posteriore. Una scelta, questa, legata all'accordo con il nuovo sponsor principale Ineos, presentato ufficialmente nei giorni scorsi nella sede della Royal Automobile Club di Londra, dove è stata mostrata la nuova livrea 2020 sulla W10 della passata stagione.
Ad accomunare graficamente sia la vecchia W10 che la nuova W11 anche una stella tre punte Mercedes colorata di rosso posta lateralmente all'altezza del cupolino motore: un omaggio a un grande campione quale Niki Lauda, il quale ha e avrà sempre un posto speciale nel cuore del team guidato da Toto Wolff.
Cominciando ad osservare tecnicamente la nuova monoposto (impegnata nelle scorse ore nello shakedown a Silverstone in primis con Valtteri Bottas e poi con Lewis Hamilton), non si può non notare che il muso sia ancora più stretto rispetto a quello presente sulla W10, al fine di ottenere la migliore velocità di punta associata a una buona penetrazione aerodinamica. Ai lati della parte finale del musetto le ormai celebri zanne, il cui compito è quello di far confluire il flusso aerodinamico sotto di esse in direzione dei badgeboard, garantendo così un discreto carico aerodinamico sull'anteriore.
Per quanto riguarda l'ala anteriore, a prima vista sembrerebbe esser stata confermata la filosofia outwash introdotta lo scorso anno dalla Ferrari sulla SF90 ed introdotta nel corso della stagione anche dalla Mercedes sulla W10.
Confermato l'S-Duct ai cui lati è possibile rilevare la presenza di due corna, la cui funzione è spingere verso il basso il flusso d'aria.
La sospensione anteriore mantiene la filosofia push-rod, con il triangolo superiore disassato e posto ancora più in alto rispetto alla W10.
Interessante il badgeboard, sorretto da due profili alari orizzontali che sembrano quasi tendere al deviatore di flusso a ponte, sorretto a sua volta da una struttura un po' più piccola da cui si propagano in direzione proprio del deviatore a ponte ben cinque profili orizzontali.
L'airscope di forma ogivale è simile a quello adottato nelle passate stagioni ed è suddiviso in tre zone ben distinte.
La parte centrale della monoposto è stata quella che senza ombra di dubbio ha subito le maggiori modifiche al fine di recuperare la velocità di punta perduta. I radiatori sono stati inclinati verso l'alto seguendo così la filosofia introdotta tre anni dalla Ferrari sulla SF70-H ed estremizzata dalla Red Bull.
Stunning from every angle!?? #W11 pic.twitter.com/E2KrkJmbDs
— Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) February 14, 2020
La pancia della W11 appare così molto scavata indirizzando verso il basso il flusso d'aria e grazie a una riduzione del drag sulla carta dovrebbe consentire alla Mercedes di avere una maggiore velocità in rettilineo. Gli specchietti si ancorano al deviatore a ponte, andando così a separare il flusso. La pinna ha una dimensione maggiore rispetto a quella adottata dalla Red Bull, e sulla sua coda sorregge la T-Wing. Appoggiati alla T-Wing i due piloni a collo di cigno che sorreggono l'ala posteriore.
Guys, we think it might be love at first sight... #W11 @LewisHamilton pic.twitter.com/ElLDYJABgT
— Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) February 14, 2020
La sospensione posteriore dovrebbe avere uno schema pull-rod con il triangolo superiore quasi sicuramente disassato verso l'alto visto anche il passo lungo della monoposto, ma dalle immagini pubblicate dalla Mercedes sui principali social non è al momento possibile percepire questo dettaglio.
Confermato l'assetto Rake, anche se di primo acchito non sembra particolarmente picchiato. Dai primi test pre-campionato in programma dal 19 al 21 Febbraio sul circuito del Montmelò a Barcellona speriamo di avere ulteriori dettagli in merito.
Con la W11 presentata in queste ore la Mercedes cerca una volta di più di affermare il proprio dominio in pista, imparando dai limiti emersi lo scorso anno, che non hanno comunque impedito alla squadra di dominare sopratutto nella prima parte della stagione aggiudicandosi le prime otto gare di campionato. A Lewis Hamilton e a un ritrovato Valtteri Bottas il compito di rendere ancora più solido questo dominio, potendo contare su una monoposto che fin dal primo shakedown ha mostrato sotto certi aspetti anche la sua eleganza. A Ferrari e a Red Bull l'obbligo di rendere più complicato questo compito, cercando nei limiti del possibile di poter lottare con Mercedes per il titolo. Se ci riusciranno o meno sarà solo il tempo a dirlo.
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