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Il mondo della Formula 1 piange la scomparsa del 90enne pilota inglese, avvenuta nelle prime ore della Domenica di Pasqua. Vincitore del maggior numero di gare (16) senza mai laurearsi Campione del Mondo, negli ultimi anni aveva stretto una forte amicizia con Lewis Hamilton.
Il Re senza corona. Nelle prime ore della Domenica di Pasqua la Formula 1 piange la scomparsa al termine di una lunga malattia del 90enne pilota inglese Stirling Moss, capace di vincere nell'arco della sua carriera nella massima serie motoristica (compresa tra il 1951 e il 1961) ben 16 gare, senza mai laurearsi Campione Del Mondo (classificandosi dal 1955 al 1958 per quattro volte consecutive al secondo posto). Un pilota amato e rispettato da tutti che negli ultimi anni, come vedremo, aveva stretto una forte amicizia con il connazionale sei volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Nato il 17 Settembre 1929 nel quartiere londinese di West Kensington, fin da subito Moss mostra una grande passione per il mondo del motorsport, ereditata dal padre Alfred, pilota che nel 1924 aveva partecipato alle 500 Miglia d'Indianapolis classificandosi 14°.
Dopo essersi aggiudicato nel 1948 e nel 1950 il campionato britannico di Formula 3, il 27 Maggio 1951 il giovane Stirling debutta in Formula 1 a bordo della HWM51 motorizzata Alta in occasione del Gp di Svizzera, in programma sul circuito di Bremgarten. Se in qualifica ottiene il 14° tempo (2'58”4) con un distacco di 22.5 secondi dal poleman Fangio (2'35”9) su Alfa Romeo, la gara lo vede risalire fino all'ottava posizione, con un distacco di due giri dal campione argentino dell'Alfa.
Per vedere il primo podio di Moss in Formula 1 bisogna andare al 20 Giugno 1954 quando sul circuito di Spa-Francorschamps con una Maserati 250 F gestita da un team privato, il pilota inglese partito nono risalirà fino al terzo posto finale con un gap di un giro dal vincitore Juan Manuel Fangio, alla sua ultima apparizione su Maserati prima di passare alla Mercedes, squadra in cui approderà anche l'inglese nel 1955.
Il fatto di poter contare sulla monoposto più competitiva del lotto (la Mercedes W196) metterà Moss per la prima volta nella condizione di poter lottare per il titolo contro Fangio, che rappresenterà da qui agli anni a venire la sua bestia nera: nel 1955, infatti, a prevalere sarà l'argentino, forte di quattro vittorie su sei gare, con 40 punti finali. A Stirling (che si classificherà al termine della stagione secondo con 23 punti) la soddisfazione della prima vittoria in Formula 1 nella natia Gran Bretagna il 16 Luglio 1955 sul circuito di Aintree.
Il 1956 si rinnova il duello tra Moss e Fangio per il titolo mondiale, che alla luce del ritiro della Mercedes (in seguito al drammatico incidente alla 24 Ore di Le Mans costato la vita al pilota francese Pierre Levegh) si trasforma in una battaglia dal sapore tipicamente italiano, con l'argentino che approda in Ferrari, e con l'inglese che passa in Maserati. Anche in questo caso, al termine di una stagione ancora più equilibrata rispetto all'anno prima, sarà Fangio a prevalere per tre punti (30 vs 27), con Moss che vincerà il Gp di Monaco e il Gp d'Italia.
Anche il 1957 sarà caratterizzato dal duello iridato tra Fangio (passato alla Maserati dopo lo strappo con Ferrari), e Moss (approdato in Vanwall), con l'argentino che con 40 punti conquisterà il suo quinto titolo mondiale grazie a 4 vittorie (Argentina, Monaco, Francia e Germania), due secondi posti (Pescara e Italia) e 1 ritiro in Gran Bretagna, con l'inglese che si classificherà secondo con 26 punti grazie a tre vittorie (Gran Bretagna dopo essere subentrato alla guida della monoposto di Tony Brooks in seguito a un problema al motore accusato dalla sua Vanwall numero 18, Gp Pescara e Gp Italia), un quinto posto in Germania, un ottavo posto in Argentina e un ritiro a Monaco.
Il 1958 in seguito alla minore partecipazione di Fangio alle corse potrebbe essere l'anno giusto per Moss per aggiudicarsi il primo titolo mondiale in carriera, ma i problemi di affidabilità della sua Vanwall (con 5 ritiri su 10 gare disputate) nonostante le 4 vittorie in Argentina, Olanda, Portogallo e Marocco e il secondo posto in Francia purtroppo lo penalizzano nei confronti della Ferrari 246 di Mike Hawthorn, il quale pur con una sola vittoria in Francia (e con cinque secondi posti, un terzo, un quinto posto e due ritiri) si laureerà per un solo punto (42 vs 41) Campione del Mondo.
Dal 1959 al 1961 Moss correrà per la scuderia privata Rob Walker guidando nel 1959 una Cooper T51 (con cui vincerà in Portogallo e Italia), e nel biennio 1960-61 una Lotus 18 (vincendo a Monaco in entrambe le occasioni e nel 1961 in Germania), classificandosi per tre anni consecutivi al terzo posto in Classifica Piloti , ma senza aver la possibilità di lottare per il titolo, prima che la sua carriera agonistica si concludesse nel 1963 in seguito a un incidente occorso con la sua Lotus l'anno prima sul circuito britannico di Goodwood in occasione del Trofeo Glover che lo terrà in coma per circa un mese, e che gli paralizzerà la parte sinistra del suo corpo per circa sei mesi. Una volta tornato in pista per un test con la sua Lotus, il pilota londinese non si sentirà a suo agio e girerà pochi decimi più lento rispetto al suo tempo migliore, da qui la decisione di ritirarsi.
Bisogna anche dire che nel 1962 (come rivela in queste ore Piero Ferrari) Moss era vicino a un possibile approdo in Ferrari, con la scuderia di Maranello pronta a mettergli a disposizione un contratto da pilota ufficiale e una 250 GT SWB per correre nelle gare di durata (ad esempio la 24 Ore di Le Mans), ma purtroppo a causa dell'incidente e al successivo ritiro la trattativa saltò.
Nonostante la mancata conquista del titolo iridato Moss è sempre stato un pilota amato ed apprezzato nel mondo della Formula 1 e da tutti gli appassionati per la sua grande competenza e passione per il mondo delle corse, che non si è esaurita una volta smesso di correre al punto da disputare nel 1968 la 84 Ore del Nürburgring a bordo di una Lancia Fulvia HF condividendo il volante con Innes Ireland e Claudio Magioli, o nel 1980 il British Tour Championship a bordo di una Audi al fianco di Martin Brundle, o negli ultimi anni al volante di auto d'epoca fino al ritiro definitivo dal mondo delle corse, avvenuto nel Giugno 2011 a 81 anni. Non solo: nel 2015 a 85 anni ancora da compiere Moss è tornato al volante della sua Mercedes Sport 300 SLR con cui si era aggiudicato le Mille Miglia nel 1955 per una giornata celebrativa al fianco di un pilota più giovane, con cui negli ultimi anni sarebbe nata una sincera amicizia, resa possibile anche per l'amore comune delle corse: Lewis Hamilton.
MOSS E L'AMICIZIA CON HAMILTON.
I due piloti si sono incontrati per la prima volta a Silverstone il 31 Maggio 2013, nel corso di un evento promozionale volto a pubblicizzare il Gp di Gran Bretagna (in programma il 30 Giugno dello stesso anno), accomunati dall'esser stati piloti Mercedes, nonché vincitori entrambi della gara in questione (Moss nel 1955 e nel 1957, Hamilton nel 2008), a cui poi era seguito come sopra scritto un secondo incontro a Monza il 24 Aprile 2015, voluto dalla Mercedes per celebrare i 60 anni sia della vittoria di Moss nelle Mille Miglia (qui documentata dalla Settimana Incom 01245 del 5 Maggio 1955) ottenuta a bordo della Mercedes Sport 300 SLR numero 722 (con il giornalista britannico Denis Jenkinson nel ruolo di navigatore), sia la vittoria del titolo mondiale della W196 di Fangio in Formula 1.
Un'occasione, quella di Monza, veramente speciale, in cui i due piloti non esitarono a scendere in pista (Moss sulla sua 300 SLR, Hamilton sulla W196) effettuando alcuni giri lungo il circuito brianzolo (prima insieme e poi il solo Hamilton) percorrendo la vecchia Parabolica, abbandonata dopo il terribile incidente occorso nell'edizione 1961 costato la vita al pilota tedesco della Ferrari Wolfgang Von Trips e a 14 spettatori.
Una giornata a dir poco emozionante, (raccontata anche con un bellissimo filmato che qui alleghiamo) con Moss che a 85 anni dimostrava ancora un feeling impressionante con la vettura, e con Hamilton che ovviamente mise un po' di tempo prima di prendere confidenza con la W196, potendo però contare sui consigli e i suggerimenti del più esperto Stirling, che quella macchina l'aveva già guidata nel 1955.
Una volta appresa la scomparsa dell'amico, Hamilton ha voluto ricordare così sui social (in maniera più diffusa via Instagram) Stirling Moss, sottolineando che saranno proprio le loro chiacchierate a mancargli.
“Oggi salutiamo Stirling Moss, la leggenda delle corse. Penso che sia importante celebrare la sua incredibile vita e il grande uomo che era. Dire addio non è mai facile e può essere triste ma rimarrà sempre qui, nei nostri ricordi, e sarà sempre una parte così grande del British Motorsport Heritage. Certamente mi mancheranno le nostre chiacchierate. Ad essere onesti, è stata una coppia così insolita, la nostra amicizia. Due persone di epoche e contesti estremamente diversi, ma ci siamo riusciti e alla fine abbiamo scoperto che l'amore per le corse che entrambi condividevamo ci accomunava. Sono davvero grato di aver avuto questi momenti speciali con lui. Rivolgo le mie preghiere e pensieri alla sua famiglia. Riposi in pace”.
Today we say goodbye to Sir Stirling Moss, the racing legend. I certainly will miss our conversations. I am truly grateful to have had these special moments with him. Sending my prayers and thoughts to his family. May he rest in peace pic.twitter.com/SDUAqxENHk
— Lewis Hamilton (@LewisHamilton) April 12, 2020
Resteranno nel cuore le immagini di quel pomeriggio di Monza di quasi cinque anni fa con Hamilton e Moss intenti a sfrecciare lungo la vecchia Parabolica (come possiamo vedere in questo tweet pubblicato dal sei volte campione del mondo), con i due piloti uno accanto all'altro. Due piloti di generazioni diverse, ma accomunati da una passione unica tipica dei grandi campioni: l'amore per le corse.
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