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Schumacher e il quinto titolo iridato© Motorsport Images

Schumacher e il quinto titolo iridato

Il 21 Luglio 2002 Michael Schumacher si aggiudica non solo il Gp di Francia, ma anche il suo quinto titolo mondiale, andando ad eguagliare il record di titoli vinti conseguito da Juan Manuel Fangio.

29 giugno 2020

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Una gara rimasta nel cuore degli appassionati della Ferrari e della Formula 1. Il Gp di Francia corso sul circuito di Magny Cours il 21 Luglio 2002 viene ricordato non solo per l'ennesima vittoria della Ferrari F2002 di Michael Schumacher in una stagione piena di soddisfazioni per la scuderia del Cavallino Rampante, ma anche e sopratutto per la conquista del quinto titolo mondiale da parte del campione di Kerpen. Un risultato incredibile, perchè mai prima d'ora nessun pilota era riuscito ad eguagliare il record di cinque titoli mondiali conseguito da Juan Manuel Fangio (laureatosi campione del mondo nel 1951 con Alfa Romeo, nel biennio 1954-1955 con Mercedes, nel 1956 con Ferrari e nel 1957 con Maserati).
Nel weekend che avrebbe dovuto vedere la Formula 1 correre in Francia sul circuito di Le Castellet (gara poi annullata e rinviata al prossimo anno per via dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus), quale miglior occasione per rivivere una gara destinata a scrivere una pagina di storia della Formula 1?

Una gara, quella del 2002 in Francia, a cui il Circus si approccia con l'assoluta certezza caratterizzata dalla Ferrari e dalla F2002. Svelata al pubblico il 6 Febbraio, la nuova monoposto della scuderia di Maranello fin dalla sua presentazione lascia tutti a bocca aperta sia per la sua bellezza, ma anche per la sofisticatezza delle soluzioni adottate, tra cui spicca il micro-cambio a 7 marce in fusione di titanio, con la sospensione posteriore che va ad ancorarsi ad esso. Il tutto all'interno di un retrotreno che si presenta di dimensioni piuttosto ridotte al fine di avere un maggior effetto aerodinamico, e di sfruttare al meglio le gomme Bridgestone, di cui la Ferrari diventa la squadra di riferimento, dopo il passaggio della McLaren alle gomme Michelin.

Se le prime due gare in Australia (con vittoria di Michael Schumacher) e Malesia (con la doppietta Williams che vede Ralf Schumacher vincere davanti a Juan Pablo Montoya, con la Rossa terza con il campione tedesco) vedono l'utilizzo della F2001 della passata stagione in versione aggiornata (da qui la denominazione F2001B) per risolvere i problemi di affidabilità apparsi nei primi collaudi del micro-cambio in titanio, è dalla terza gara in Brasile che la F2002 fa il suo esordio nel Mondiale con un solo esemplare affidato a Michael Schumacher (dalla gara successiva a Imola anche Barrichello potrà passare alla nuova monoposto). Fin da subito la F2002 si rivela nettamente superiore agli avversari in gara: alla prima vittoria conseguita con Schumacher in Brasile, seguiranno altre sei vittorie (5 con Schumacher a Imola, in Spagna, in Austria, Canada e Gran Bretagna, e 1 con Barrichello nel Gp d'Europa corso al Nürburgring) e ben quattro doppiette (Imola, Austria, Europa e Gran Bretagna) oltre a un secondo posto del campione tedesco della Ferrari a Monaco, dietro alla McLaren-Mercedes di David Coulthard, in quella che sarà l'unica vittoria stagionale per il team di Woking. In qualifica, invece, se eccettuiamo le pole position di Schumacher a Imola e in Spagna, e di Barrichello in Austria, è la Williams a farsi notare con Montoya, forte del vantaggio delle gomme Michelin sul giro secco.

In Francia si arriva, dunque, con Michael Schumacher in testa con 86 punti, seguito dal compagno di squadra Rubens Barrichello con 32 punti, uno in più di Juan Pablo Montoya, terzo a quota 31. La gara di Magny Cours diventa così fondamentale per il tedesco: in caso di vittoria, a sei gare dal termine il campione di Kerpen potrebbe già laurearsi campione del mondo per la quinta volta (la terza consecutiva con Ferrari).

Se le prove libere vedono una buona Ferrari, ma anche una McLaren altrettanto efficace, le qualifiche vedono ancora una volta l'exploit della Williams-BMW gommata Michelin di Juan Pablo Montoya, che per 23 millesimi (1'11”985) conquista la sua quinta pole position consecutiva beffando la Ferrari F2002 gommata Bridgestone di Michael Schumacher (1'12”008). In seconda fila troviamo al terzo posto la Ferrari F2002 di Rubens Barrichello (1'12”197), seguito dalla McLaren-Mercedes del giovanissimo Kimi Raikkonen (1'12”244), alla sua prima stagione con il team di Woking dopo la buona stagione d'esordio al volante della Sauber motorizzata Ferrari. In terza fila troviamo al quinto posto la Williams-BMW di Ralf Schumacher (1'12”424) davanti alla McLaren-Mercedes di David Coulthard (1'12”498).

Una gara, quella francese, che non mancherà, come vedremo, di riservare numerosi colpi di scena a partire dal giro di formazione, che vede la Rossa di Barrichello ferma in griglia a causa di un problema elettronico, che costringerà il brasiliano a ritirarsi ancor prima che la gara possa realmente iniziare.

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Al via Montoya mantiene la testa della gara, seguito da Schumacher, incalzato senza successo nelle prime curve da Raikkonen, terzo. A seguire la Williams-BMW di Ralf Schumacher e la McLaren-Mercedes di David Coulthard. Fin da subito, però, si capisce che la lotta per la vittoria è tra i primi tre, con Montoya che non riesce a prendere un vantaggio significativo sui più immediati inseguitori. Si arriva così al momento della prima sosta che vede nel corso del 26° giro Schumacher rifornire e tornare in pista davanti a Montoya (e dietro alle McLaren di Raikkonen e Coulthard che dovevano ancora effettuare la prima sosta), toccando però, al momento di rientrare in pista, la linea bianca che delimitava la corsia di accelerazione. Un'infrazione che la Direzione Gara decide di punire con un drive through, scontato durante il 35° dei 72 giri in programma, e che retrocede Schumi (passato in testa dopo il pit-stop delle due McLaren) in terza posizione, dietro a Montoya e Raikkonen, e comunque davanti a Coulthard.
La seconda parte di gara vede Montoya perdere progressivamente terreno (rientrando dopo la seconda sosta dietro a Schumacher), con Raikkonen che torna in testa dopo la sosta del compagno di squadra Coulthard. Proprio lo scozzese e Ralf Schumacher commetteranno lo stesso errore compiuto nella prima sosta da Michael Schumacher, tagliando la linea bianca che delimitava la corsia di accelerazione, venendo anch'essi penalizzati con il drive through.

La situazione vede così in testa Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes) seguito da Michael Schumacher (Ferrari), David Coulthard (McLaren-Mercedes) e Juan Pablo Montoya (Williams-BMW). Quando ormai la gara sembrava nelle mani del giovane finlandese (a un passo dalla prima vittoria in carriera), ecco l'improvviso colpo di scena.

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Nel corso del 65° giro si rompe il motore della Toyota di Allan McNish (che si trovava in nona posizione), riempendo di olio la pista. Raikkonen poco dopo passa in quello stesso punto, e finisce con l'andare lungo al tornante Adelaide. Schumacher ne approfitta, e supera il giovane pilota finlandese della McLaren, passando in testa. Il campione di Kerpen negli ultimi giri riuscirà a controllare il ritorno di Raikkonen e così si aggiudicherà la gara con 1”105 sulla McLaren del finlandese, e con 31”976 sulla McLaren di Coulthard. Più staccate le Williams-BMW, con Montoya quarto (a 40”676 dal vincitore), e Ralf Schumacher quinto (a 41”773).

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Per Schumacher la gioia della vittoria si affianca all'emozione per la conquista del quinto titolo iridato (il terzo consecutivo al volante della Ferrari) che permetterà al campione di Kerpen di diventare il primo pilota nella storia della Formula 1 ad eguagliare il record di cinque titoli mondiali vinti da Juan Manuel Fangio (record che verrà poi battuto dallo stesso campione tedesco nelle due stagioni successive che lo vedranno conquistare altri due titoli mondiali, e in epoca più recente da Lewis Hamilton, che lo scorso anno ad Austin si è laureato per la sesta volta campione del mondo), in una stagione che vedrà la scuderia di Maranello aggiudicarsi le rimanenti gare (i Gp di Germania, Giappone e Belgio con lo stesso Schumacher, e i Gp d'Ungheria, Italia e Usa con Rubens Barrichello), ottenendo così 15 vittorie (11 con Schumacher e 4 con Barrichello) su 17 gare di campionato. Un vero e proprio dominio che si rifletterà nella classifica piloti (con Barrichello secondo classificato), e che spingerà l'anno successivo la Federazione a cambiare il sistema di punteggio per evitare di assegnare nuovamente il Mondiale con così largo anticipo. Il dominio della Ferrari non si arresterà, e addirittura nel 2004 saranno 15 su 18 le vittorie conseguite dalla scuderia di Maranello grazie a un'altra monoposto altrettanto competitiva, la F2004. Ma questa è un'altra storia.

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