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Ultimo appuntamento con l'analisi tecnica delle monoposto 2021: ci occupiamo di Alfa Romeo (autrice di una buona sessione di test precampionato con Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen), Haas e Williams.
Dopo aver analizzato le nuove monoposto di Mercedes, Ferrari e Red Bull, nonché delle squadre di media-alta classifica al termine della passata stagione, dedichiamo questa ultima puntata alle rimanenti monoposto, a cominciare dall’Alfa Romeo C41, proseguendo poi con Haas e Williams.
ALFA ROMEO C41
Una squadra in crescita, destinata a lottare per la metà classifica. Tra le squadre che hanno favorevolmente impressionato nei test precampionato, una citazione la merita senza ombra di dubbio l’Alfa Romeo C41, apparsa piuttosto competitiva sia nel giro secco, sia in simulazione gara con Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi. Evidente il progresso determinato dalla nuova power unit Ferrari, ma anche da una monoposto che sopratutto sull’anteriore ha compiuto delle scelte completamente diverse rispetto alla stessa Ferrari e alla Haas. Insomma, rispetto agli altri team che montano la power unit del Cavallino.
Can't wait to hear you rev up on the track... #C41 #AlfaRomeoRacing #ORLEN pic.twitter.com/PnLDvcgyRo
— Alfa Romeo Racing ORLEN (@alfaromeoracing) February 22, 2021
Cominciando ad analizzare la monoposto spicca subito il nuovo muso, molto più stretto rispetto a quello della passata stagione, e in apparenza di chiara ispirazione Mercedes. Osservandolo però con molta attenzione non si può non notare una maggiore distanza tra i piloni di sostegno dell’ala anteriore con il flusso reindirizzato sotto il telaio. Una soluzione, questa, differente da quella Mercedes, e che rende il muso della nuova Alfa Romeo C41 quasi identico a quello della McLaren MCL33 del 2018, visto frontalmente. L’ala anteriore mantiene la filosofia outwash, e in apparenza ricorda molto quella vista lo scorso anno sulla Ferrari SF-1000. Le prese d’aria sono di nuova concezione, e ricordano molto quelle viste lo scorso anno su Mercedes e Racing Point.
La sospensione anteriore segue lo schema push-rod, e sembra identica a quella della passata stagione, con entrambi i triangoli disassati rispetto alla posizione tradizionale. Anche i badgeboard sembrano simili a quelli montati sulla C39 dello scorso anno, al pari della zona dell’S-Duct, con la conferma ai lati dei due profili, il cui compito è quello di incanalare l'aria attraverso i due soffiaggi presenti.La zona centrale dell’Alfa C41 risulta pressochè identica alla C39 della passata stagione, con le bocche dei radiatori rialzate rispetto al cono anti-intrusione laterale riprendendo così il concetto introdotto nel 2017 dalla Ferrari sulla SF70-H, e con l’airbox di forma triangolare con le due orecchiette supplementari ai lati praticamente identico.
Anche la parte posteriore della monoposto in apparenza non sembra presentare particolari modifiche. Vero, le fiancate sembrano leggermente più rastremate, ma pinna stabilizzatrice, ala posteriore sorretta dal doppio pilone a collo di cigno, sospensione posteriore con schema pull-rod, T-Wing, cofano motore e scarico centrale sito in mezzo al doppio pilone con in alto lo scarico della valvola wastegate (vedi foto sopra) appaiono identici a quelli già visti sulla C39 della passata stagione.
HAAS VF-21
Un anno di transizione e di sofferenza per i due rookie provenienti dalla Formula 2 (Mick Schumacher e Nikita Mazepin), con l’auspicio di tornare ad essere più competitivi nel 2022 con la nuova classe di monoposto previste dalla rivoluzione regolamentare. Questo lo scenario più plausibile per il team Haas, alla luce della decisione della scuderia americana di non utilizzare i due gettoni di sviluppo sulla monoposto 2021, preferendo investire tutte le risorse sulla monoposto 2022, evitando peraltro ogni possibile aggiornamento sulla presente vettura. Il risultato è quindi quello di una monoposto (la VF-21) sostanzialmente identica alla VF-20 della passata stagione salvo gli ordinari adattamenti regolamentari e il nuovo motore fornito dalla Ferrari, anche se, osservando con attenzione la monoposto, qualche piccola novità non manca, a cominciare dalla sospensione anteriore (schema push-rod), che presenta il bracket con una estensione maggiore rispetto a quello montato sulla VF-20.
Altra novità riguarda la zona dei badgeboard, con badgeboard e deviatore di flusso uniti in un unico elemento. Soluzione già vista, a dire il vero, lo scorso anno, ma qui ottimizzata ulteriormente. Tornando poi ad analizzare frontalmente la monoposto, da notare il prolungamento del supporto che regge lo specchietto retrovisore, che adesso va ad ancorarsi alle pance, così come il prolungamento del cono anti-intrusione, che si estende fino alla bandella verticale del deviatore di flusso a ponte.
Altre novità, piuttosto marginali, riguardano il poggiatesta, divenuto più piccolo e diviso in più parti, e il tappo del serbatoio benzina, non più attaccato al telaio. Modifiche, queste, resesi necessarie in seguito all’incidente occorso lo scorso anno a Romain Grosjean nel primo giro del Gp del Bahrain, e che sulla carta dovrebbero garantire una maggiore sicurezza per il pilota.
Hello 2021 #HaasF1 pic.twitter.com/C2gVJFlPWV
— Haas F1 Team (@HaasF1Team) March 4, 2021
Se tecnicamente la Haas VF-21 può essere sostanzialmente considerata una sorta di sorella gemella della VF-20 della passata stagione, un discorso a parte lo merita la livrea, finita sotto inchiesta della WADA (Agenzia Mondiale Anti Doping) per via dei chiari riferimenti alla bandiera russa, alla luce della sentenza del TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport), che, in seguito al Russiagate aveva portato alla squalifica di due anni (fino al 16 Dicembre 2022) della Russia, ma non degli atleti russi, i quali se estranei a qualsiasi episodio di doping, avrebbero potuto continuare a gareggiare nelle principali manifestazioni sportive presentandosi però come atleti indipendenti (e quindi senza riferimenti alla propria nazione, compresi i colori della bandiera). La Haas tramite il Team Principal Gunther Steiner fin da subito aveva difeso la scelta della nuova livrea (presumibilmente in onore del neo sponsor Uralkali, di proprietà di Dmitri Mazepin, padre del neo pilota Haas Nikita), sostenendo che la squadra pur non usando la bandiera russa in quanto tale, avrebbe potuto comunque utilizzare sulla monoposto i colori facenti parte della bandiera, in quanto la sentenza riguarda l’atleta, non una squadra, peraltro con licenza statunitense quale la Haas. Anche la FIA aveva preso le difese della Haas, sostenendo che la scuderia americana aveva prontamente concordato con la Federazione il design della nuova monoposto in modo tale proprio da ottemperare alla sentenza del TAS. Un’inchiesta, quella WADA, destinata secondo alcune fonti interne a concludersi con un nulla di fatto, con la Haas che potrà continuare ad usare l’attuale nuova livrea per tutto il 2021.
WILLIAMS FW43-B
Rilanciarsi dopo tre stagioni piuttosto deludenti, cercando di abbandonare l’ultima fila dello schieramento. Questo l'obiettivo del nuovo management Williams targato Dorilton Capital, che presenta la nuova FW 43-B. Una monoposto chiaramente evoluzione della macchina 2020, ma con diverse novità, in alcuni casi piuttosto estreme.
Andando ad analizzare tecnicamente la FW43-B, il muso è chiaramente quello della monoposto 2020. Di nuova concezione l’ala anteriore, il cui profilo principale si presenta più ondulato. I flap nella parte interna si presentano più arcuati verso il basso. La paratia laterale presenta una svergolatura nel bordo d’uscita. I piloni che reggono l'ala danno origine al cape, che spinge il flusso d'aria verso i badgeboard, che, come già visto sulla Haas, si vanno a unire al deviatore a ponte formando un unico elemento. Sempre per quanto riguarda i badgeboard, è stata confermata la struttura a soffiaggi verticali. Anche sulla Williams la sospensione anteriore (con schema push-rod) presenta i triangoli disassati verso l'alto. Confermato l'S-Duct, ai cui lati è possibile rilevare la presenza di due alette, il cui compito è quello di convogliare il flusso d'aria verso il retrotreno. Anche sulla FW43-B gli specchietti si presentano carenati.
Le bocche dei radiatori (piuttosto strette) si presentano rivolte verso l'alto sopra al cono anti-intrusione laterale, l'airbox è identico a quello già visto nella scorsa stagione, con un’apertura centrale di forma triangolare, e due aperture laterali.
È sulle pance, però, che in casa Williams è stato fatto il lavoro più importante, con le fiancate che scendono a mò di scivolo fino quasi al pavimento del fondo andando così ad estremizzare l’effetto Coanda, la cui funzione è quella di spingere il flusso d’aria verso il fondo, ma anche verso il retrotreno.
La sospensione posteriore (di tipologia pull-rod) vede il tirante congiungersi con il bracket. Presente una vistosa pinna di stabilizzazione (che sorregge la doppia T-Wing) sul cofano motore, che appare più voluminoso rispetto ad altre monoposto.
L'ala posteriore è sorretta dal doppio pilone a collo di cigno, in mezzo al quale è possibile rilevare lo scarico centrale, con in basso sui lati i due condotti della valvola wastegate. Confermato, infine, l'assetto Rake.
Introducing the FW43B pic.twitter.com/4AF7Au4B5a
— Williams Racing (@WilliamsRacing) March 5, 2021
Per quanto riguarda, infine, la livrea, numerosi i richiami al passato glorioso degli anni 80-90, con la presenza delle diverse tonalità di blu, associate al giallo-oro e al bianco. Annate in cui la scuderia di Frank Williams vinceva spesso e rappresentava un autentico punto di riferimento nel Circus, e a cui i vertici di Dorilton Capital vogliono ispirarsi per l’inizio di una vera e propria rinascita, che possa prevedere un progressivo recupero di competitività, potendo contare sulla power unit Mercedes e, ancora per quest’anno, sul talento cristallino di George Russell.
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