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Dal 2026 la squadra francese non utilizzerà più le power unit Renault, diventando un team cliente (quasi sicuramente Mercedes), con la fabbrica di Viry-Chatillon che si trasformerà in un polo tecnologico all’avanguardia
Una svolta epocale. A partire dal 2026 la Renault smetterà di produrre le sue power unit nello storico stabilimento di Viry-Chatillon, con l’Alpine (marchio appartenente al gruppo Renault, che dal 2021 da il suo nome al team del costruttore francese in Formula 1) che di conseguenza da team costruttore si trasformerà in team cliente. Ad ufficializzare una volta per tutte questo cambiamento (di cui si parlava già dal mese di Luglio) e la conseguente fine dell’epopea dei motori di Formula 1 realizzati dalla casa della Losanga dopo 48 anni di onorato servizio è stato proprio il management Renault/Alpine al termine della riunione con i soci azionari, che ha visto l’approvazione del piano di trasformazione del team Alpine.
Secondo questo piano, dunque, a partire dal 2026 Alpine non potrà più contare sulle power unit Renault prodotte fino a questo momento all’interno dello stabilimento situato a Viry-Chatillon, e passerà pertanto da team costruttore a team cliente (quasi sicuramente Mercedes, andando a rilevare la motorizzazione attualmente in possesso di Aston Martin, che dal 2026 abbandonerà le power unit tedesche per sposare quelle marchiate Honda). Il tutto nonostante a Viry-Chatillon si stesse già lavorando al progetto relativo alla power unit 2026 (secondo il quotidiano sportivo francese “L’Equipe” in fase piuttosto avanzata, al punto che il motore stava già girando al banco, fornendo delle prime indicazioni a dir poco eccellenti). Motore che purtroppo non vedrà mai un suo reale debutto in pista.
Alla base di questa scelta (che in Francia ha destato numerose polemiche, oltre a generare una profonda preoccupazione in merito al futuro lavorativo dei dipendenti impegnati nella fabbrica di Viry-Chatillon) la convinzione che con le power unit attuali sia molto più conveniente per un team di Formula 1 comprare esternamente il proprio motore piuttosto che realizzarselo in casa, con i proventi risparmiati dalla progettazione e realizzazione di un motore che potrebbero venir dirottati su altre aree della monoposto da sviluppare al meglio, al fine di recuperare il pesante divario attualmente esistente tra l’Alpine e gli attuali top team di Formula 1 (McLaren, Red Bull, Ferrari e Mercedes).
Una scelta anticipata già lo scorso luglio dall’ex Team Principal (e Vicepresidente) Alpine Bruno Famin, secondo cui i regolamenti sportivi e finanziari della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) obbligano un costruttore a vendere la propria power unit a un potenziale cliente a un prezzo limitato, sottolineando la grande differenza tra i costi necessari a sviluppare un motore (quantificati in circa 120 milioni all’anno) da parte del costruttore e quelli indicati per l’acquisto di una power unit (indicativamente intorno ai 17 milioni di euro all’anno) a beneficio del potenziale cliente. Solo così può essere spiegata la decisione (di matrice prettamente economica) che vedrà nel 2026 al via della rivoluzione regolamentare la sparizione del marchio Renault tra i motoristi chiamati a realizzare le power unit di seconda generazione più semplificate.
Secondo il comunicato diffuso nel tardo pomeriggio di Lunedì 30 Settembre lo stabilimento di Viry-Chatillon con la chiusura del reparto motori di Formula 1 verrà trasformato in un nuovo centro ingegneristico all’avanguardia denominato Hypertech Alpine, chiamato non solo a potenziare l’impegno del marchio francese nel WEC o a supportare il debutto di Dacia (altro marchio appartenente al gruppo Renault) nella Dakar il prossimo gennaio nella categoria rally raid, ma anche a realizzare delle vetture ad altissime prestazioni sia per il marchio Alpine (tra cui la prossima Supercar), sia per il gruppo Renault, oltre che a realizzare delle attività di ricerca e di sviluppo per quanto riguarda le batterie per le auto sportive, concentrandosi in particolare sulle solid state battery, al fine di garantire delle prestazioni piuttosto elevate in condizioni estreme. Non solo: sempre all’interno del rinnovato stabilimento di Viry-Chatillon troverà posto un’unità speciale che avrà il compito di monitorare quanto avviene in Formula 1 per poter così mantenere il know-how assunto negli anni dai dipendenti, ai quali secondo il comunicato ufficiale di Alpine e Gruppo Renault verrà offerta una nuova posizione lavorativa all’interno del progetto Hypertech.
Nonostante ciò, l’associazione dei dipendenti della factory di Viry-Chatillon (CSE) nella giornata di Martedì 1°Ottobre ha rilasciato un comunicato in cui ha fatto sapere di non condividere le novità previste per la loro sede di lavoro così come la decisione di cessare la produzione delle power unit di Formula 1 affermando che questa decisione rischia di far perdere ad Alpine la sua storia sportiva. Non solo: in merito alla decisione di stoppare definitivamente la produzione delle power unit 2026 di Formula 1, l’associazione dei dipendenti rileva che la scelta è stata avallata dal gruppo, ma che al contempo non è stato effettuato alcuno studio in grado di valutare quale potrà essere l’impatto di questa scelta sulle vendite future o sul prestigio del marchio, con le soluzioni di partnership proposte dai dipendenti (quali ad esempio il mantenimento di un’attività in F1 della fabbrica, la riduzione dei costi di sviluppo e di gestione, la conferma di tutti i lavoratori della fabbrica, e la possibilità in ottica 2026 di poter portare in pista una power unit sviluppata e promettente) rifiutate dal gruppo Renault, con la sede di Viry-Chatillon che peraltro dal 1°Gennaio vedrà calare i propri dipendenti da 500 a 334 alla luce del mancato rinnovo dei contratti di numerosi fornitori di servizi (andando in opposizione con quanto comunicato da Renault, secondo la quale ai dipendenti verrà offerta una nuova posizione lavorativa all’interno del progetto Hypertech). Tutto ciò ha spinto l’associazione dei dipendenti di Viry-Chatillon a bocciare il piano di trasformazione presentato dal gruppo Renault, e a chiedere non solo al management della casa della Losanga di mantenere delle competenze qualificate per il futuro in caso di un eventuale ritorno in F1 (visto che in passato spesso l’azienda ha assunto delle decisioni contrastanti in merito) quando dei nuovi regolamenti e un mutato contesto finanziario dovessero eventualmente permetterlo, ma anche pubblicamente alle varie autorità di sostenere la difesa dell’occupazione nello stabilimento in questione.
Se da una parte il progetto del gruppo Renault va avanti in attesa dell’annuncio che ufficializzerà nel 2026 il passaggio di Alpine alle power unit Mercedes, dall’altra l’auspicio (forte e sincero) è che quella pronunciata Lunedì 30 Settembre rappresenti soltanto una sorta di arrivederci e non la parola fine a un rapporto (quello tra la casa della Losanga e la Formula 1) nato nel 1977, e che vide il 2 Luglio 1979 Jean Pierre Jabouille conquistare il Gp di Francia sul circuito di Digione, ottenendo così la prima vittoria di un motore Renault. La prima di un motore turbo in Formula 1.
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