Pizzaballa e il mito di quella figurina introvabile

Pizzaballa e il mito di quella figurina introvabile

Bergamasco doc, è stato il portiere della storica Coppa Italia vinta dall'Atalanta. Difese i pali anche di Roma, Milan ed Hellas Verona

Redazione Edipress

30 marzo 2021

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Non che oggi non sia più così, ma negli anni ’60 le attrattive, i giochi, i passatempo erano sicuramente meno: la collezione delle figurine Panini era il massimo a cui un bambino, un ragazzo, ma anche un uomo, appassionato di calcio, potesse aspirare. Tra tutte queste istantanee, una in particolare è diventata mito: la numero uno della raccolta 1963-64. Quella che assegnava il posto a un vero numero uno, perché questo è stato Pier Luigi Pizzaballa. Un portiere affidabile per più di 300 gare in carriera, divise tra Roma, Verona Milan, ma soprattutto Atalanta, la sua Atalanta, la squadra del cuore con cui ha iniziato e finito di giocare. Bergamasco doc, uno che sognava in nerazzurro, e che rimarrà leggenda con quella maglia nera e quel colletto blu per sempre. Passato alla ribalta quasi più per quella figurina introvabile che per ciò che ha dato sul campo. Per anni questo è stato un cruccio di Pizzaballa, una frustrazione che si è portato dietro per tanto tempo: «Non sono stato soltanto una figurina». E ha ragione Pier Luigi perché ha sempre dimostrato di essere calciatore vero, ma nel ricordo di molti, quando si parla di lui, viene alla mente quel “Ti manca Pizzaballa” ripetuto in continuazione da migliaia di collezionisti.

 La Coppa Italia con la Dea

Nato a Bergamo il 14 settembre 1939, in concomitanza con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si forma calcisticamente nel Verdello, passa all’Atalanta e, appena diciannovenne, viene aggregato alla prima squadra nella stagione 1958-59 quando esordisce in Coppa Italia. La sua esplosione come calciatore avviene nello stesso periodo in cui il Paese vive il suo boom economico post bellico. L’annata della svolta è però quella 1962-63. Il portiere parte come riserva del titolare Zaccaria Cometti (l’alternanza tra i due caratterizza quegli anni), viene schierato titolare per tutta la parte finale del campionato ed è lui a difendere i pali della porta nerazzurra nella semifinale e nella finale di Coppa Italia di quell’anno. Grazie a una tripletta dello scatenato Angelo Domenghini, Pizzaballa vince il suo primo trofeo il 2 giugno 1963: una storica Coppa Italia, che rimane ancora oggi l’unico trionfo nella storia dei bergamaschi. È l’anno che precede il misfatto della figurina che verrà stampata (in ritardo) raffigurando il volto serioso di Pier Luigi con quella coccarda troncata a metà dalla scritta nera con il contorno rosso: PIZZABALLA, ATALANTA-Serie A, la scritta che ogni appassionato sognava di leggere una volta aperto il proprio pacchetto di figurine. Il motivo del “ritardo” è semplice, è dovuto a un infortunio rimediato nel periodo in cui si scattano le foto per l’album, per questo Pizzaballa non è presente agli allenamenti e non può fare la foto. La sua immagine viene messa in commercio nei mitici pacchetti con due mesi di ritardo.

Difese i pali dell'Hellas nella "Fatal Verona" 

Para per altri quattro anni a Bergamo, prima di giungere nella Capitale e difendere la causa giallorossa. Dopo il secondo successo nella coppa nazionale 1968-69, lascia Roma. Non può quindi avere un’altra figurina con la coccarda ben cucita sul petto: quella del 1963-64 rimane un unicum. Difende poi la porta del Verona per quattro stagioni. È lui l’estremo difensore scaligero il 20 maggio 1973, nel giorno della “Fatal Verona” milanista, quando i rossoneri al Bentegodi lasciano uno scudetto, dopo un pirotecnico 5-3 in favore dei padroni di casa.

Il passaggio al Milan e il ritorno a Bergamo

Resta quella la sua ultima apparizione in gialloblù prima di essere ceduto, per uno scherzo del destino, proprio ai rossoneri. Dirà poi di quella partita che mentre le orecchie di tutta Italia erano concentrate sulla lotta scudetto tra Milan e Juve, lui pensava all’Atalanta che lottava per non retrocedere, facendosi prestare la radiolina da un raccattapalle ogni qual volta il Verona saliva in attacco. I bergamaschi retrocessero e lui tornò vicino casa per fare il secondo prima a Cafaro e poi ad Albertosi. Dopo il Milan, il ritorno alle origini per poi chiudere la carriera a quarant’anni con l’Atalanta, perché il suo primo (e unico) grande amore non lo ha mai dimenticato. Questo è Pier Luigi Pizzaballa, il “portiere più ricercato” di sempre.

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