Ayrton Senna e quel tris da sogno a Imola

Ayrton Senna e quel tris da sogno a Imola

Dopo aver lasciato la Lotus, su McLaren conquistò tre Gran Premi tra il 1988 e il 1991 prima di quel tragico incidente del 1° maggio 1994

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Scrivi Ayrton Senna e pensi a una leggenda. Una leggenda, che prima di diventare tale fu soprattutto un uomo, le cui gesta - forse anche a causa della sua prematura scomparsa - sono scalfite nella mente e nei cuori di tutti gli appassionati di motorsport. Un uomo carismatico, dalla tecnica di guida raffinata, che amava tenere sotto controllo ogni particolare delle sue vetture e che allo stesso tempo possedeva un carattere sensibile e altruistico. Un carattere quasi estraneo a quel mondo così pieno di competizione ed egoismo. Ora, ad accompagnare le immagini di quell’uomo che ha saputo regalare gioie a un intero popolo - no, non quello brasiliano, ma quello mondiale - abbiamo solamente i ricordi delle sue chicane affrontate al limite tra poesia e realtà . Immagini che spesso ci riportano ai tre storici successi sul circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola, prima che lo stesso divenne per lui fatale. 

1988, un dominio

 

Nel GP dell’anno prima Senna fu sfortunato: pole position in qualifica con un tempo di 1’25”? e 826, ma vittoria rimandata per colpa di uno scatenato Mansell che si impose con forza alla Tosa subito dopo il secondo start - il primo fu annullato per un problema in partenza per alcune vetture - e non si schiodò più dalla prima posizione. Poco male, perché nel 1988 fu tutta un’altra storia. Ayrton, infatti, non sedeva più sulla Lotus motorizzata Honda, ma bensì su una più che performante McLaren (la MP4/4), che quell’anno grazie alle 15 vittorie in 16 Gran Premi passerà alla storia come una delle monoposto più vincenti di sempre. Scattando ancora dalla prima posizione, questa volta il dominio fu totale: Senna condusse in testa a tutti dal primo all’ultimo giro e senza mai cedere un centesimo agli inseguitori. Risultato? Prima vittoria di sempre a Imola con un miglior tempo sul giro di 1’27”148, chapeau!

1989, quel patto con Prost

 

L’anno successivo il bis è servito. A bordo della MP4/5 - affinamento puramente tecnico della MP4/4 dell’anno prima - Senna mise ancora una volta il suo sigillo sulla pole, relegando nelle posizioni dietro Prost (McLaren), Mansell (Ferrai), Patrese (Williams) e Ber- ger (Ferrari). Allo spegnimento dei semafori Senna fugge in volata, mantenendo la testa sugli inseguitori. Tuttavia durò poco: al terzo dei 58 giri previsti l’alettone della Ferrari di Berger cede e la corsa dell’austriaco finisce violentemente contro le barriere del Tamburello, avvolto in una palla di fuoco. Per fortuna non ci furono conseguenze drammatiche e la gara riprese. Purtroppo, la seconda partenza è meno incisiva per Senna. Il compagno di squadra, infatti, riesce subito a prendere il comando, ma poco dopo succede quello che tra i due non sarebbe mai dovuto accadere: Senna controsorpassa Prost alla Tosa, nonostante i due avessero stabilito a inizio stagione di non superarsi tra loro, e vola in testa per tutto il resto della gara, vincendo e staccando il francese di circa 40 secondi. Manovra, questa, che ufficialmente darà  inizio a una delle rivalità  sportive più belle ed emozionanti di sempre.

1991, l'ultima a Imola 

 

Dopo un ritiro indolore nel 1990, la gara di Imola del ’91 è ricordata soprattutto per essere stata la 29esima vittoria in carriera per Ayrton Senna e la settima pole consecutiva sul tracciato del GP di San Marino. La gara, comunque, avrebbe molto da raccontare visto tutto quello accadde, ma nel grande libro sportivo di Senna è sufficiente immortalare ancora una volta il suo successo, l’ultimo ad Imola prima di quel tragico 1994.

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