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Per i tifosi del Boca è una divinità calcistica, ma anche in Europa ha strabiliato con le sue giocate durante gli anni trascorsi al Madrigal
In Argentina Juan Roman Riquelme è un calciatore mitologico, una divinità per i tifosi del Boca Juniors. Nella sua brillante carriera pitturata di gialloblù, c’è però una parentesi in cui il fenomeno di San Fernando è riuscito a illuminare anche gli stadi europei, disegnando calcio nella Liga con la maglia del Villarreal.
È il Barcellona a portarlo in Europa nel 2002, pagandolo agli argentini 10 milioni. I paragoni con Maradona si sprecano, ma l’annata trascorsa in blaugrana non è delle migliori: un feeling mai sbocciato con Van Gaal, che peraltro lo schiera sulla fascia, posizione che limita le caratteristiche del suo talento basate sulla visione totale del gioco, lo allontana presto da Barcellona. È qui che il Sottomarino Giallo lo ingaggia in prestito biennale. A Vila-real “El Mudo” ritrova subito la vena artistica: torna a danzare con il pallone trai piedi, segnare e regalare corridoi illuminanti ai compagni. Nel 2003-04 il Valencia del connazionale Aimar fa ambo: Liga e Coppa Uefa. Roman segna ai valenciani già campioni, decidendo la penultima di campionato al Madrigal, lanciando così i suoi verso una qualificazione Uefa che sfumerà solo all’ultima giornata. Il Villarreal passa dal quinto all’ottavo posto: deve accontentarsi dell’Intertoto. Nulla in confronto alla delusione arrivata un mese prima, quando sempre per mano del Valencia, disse addio alla Coppa Uefa: la semifinale d’andata giocata in casa terminò 0-0, mentre “in trasferta” – le due città distano solo 56 km – un rigore trasformato da Mista spalancò le porte del successo alla squadra allenata da Rafa Benitez.
Il 2004-05 è l’anno della svolta: Riquelme si ritrova in squadra Diego Forlan (reduce da un’infelice esperienza con il Manchester United), il giovane Santi Cazorla ha un anno in più, le prestazioni di Marcos Senna a centrocampo salgono di livello e, soprattutto, in panchina arriva il maestro cileno Manuel Pellegrini. Dopo la conquista dell’Intertoto in estate, che permette al Sottomarino Giallo di partecipare alla Coppa Uefa, la squadra non parte bene in campionato, vincendo la prima partita a ottobre e trovando la definitiva quadratura del cerchio solo a dicembre. Diverso il cammino in Europa, con gli spagnoli che non perderanno una partita fino ai fatali quarti contro l’Az. Nella Liga, il Villarreal di Pellegrini regala spettacolo, Riquelme segna 15 reti in stagione (record personale), mentre Forlan, con 25 reti a ex aequo con Eto’o, è il capocannoniere del torneo. Due le serate impossibili da dimenticare: la prima il 9 gennaio 2005, quando l’argentino si toglie la personalissima soddisfazione di umiliare il Barcellona. Quella sera è immarcabile: regala due assist vincenti, oltre che numerose palle gol non sfruttate, sfiora il sigillo in un paio di occasioni e al 44’ si prende l’ennesima standing ovation del Madrigal. Due settimane più tardi stravince il duello con il compagno di Nazionale Aimar, quando il Villarreal batte 3-1 i campioni in carica del Valencia grazie a una tripletta del Mudo (il gol ospite porta la firma proprio del “Payaso”). Il Sottomarino Giallo chiude la Liga al terzo posto, dietro al Real Madrid e al Barça campione: per la prima volta nella storia il club si qualifica per la Champions League.
Nella penultima stagione nella Liga, Riquelme si conferma al top. Segna 12 reti e figura spesso tra i migliori. Il miracolo però lo sfiora in Europa, dove il preliminare contro l’Everton viene mandato in archivio con un doppio 2-1. Il fenomeno argentino, dopo aver già vinto due Libertadores con il Boca, può provare l’impresa anche in Champions. La squadra di Pellegrini vince il girone davanti al Benfica, mandando a casa Lilla e Manchester United (partito come possibile vincitore). La regola dei gol in trasferta consente poi di trasformare in oro il doppio pareggio negli ottavi contro i Rangers. Nei quarti di finale c’è l’Inter di Mancini: in seguito alla sconfitta di San Siro per 2-1, basta un 1-0 al Madrigal per compiere la remuntada e approdare in semifinale, dove il Villarreal trova l’Arsenal di Wenger. Kolo Touré decide la sfida di Highbury, un 1-0 che lascia tutto aperto. Da quando è arrivato a Vila-real Riquelme ha monopolizzato tutti i calci piazzati, ma quando sullo 0-0 al 90’ della gara di ritorno si porta sul dischetto, il pallone che deve calciare pesa come un macigno. Riquelme è l’arbitro di un sogno, di una favola calcistica che, purtroppo, va in fumo sui guantoni di Jens Lehmann. Una ferita ancora aperta, preludio di un addio che arriverà nel febbraio successivo, quando "El ultimo Diez" tornerà in Argentina. Appena in tempo per vincere da protagonista assoluto la terza e ultima Copa Libertadores della sua sfavillante carriera. Del Villarreal Riquelme resta un’icona, probabilmente il più forte calciatore ad aver vestito amarillo, perché anche il Madrigal ha avuto il suo “Maradona”.
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