Francia-Germania, da Carlo Magno a Euro 2020

Francia-Germania, da Carlo Magno a Euro 2020

Una rivalità che affonda le sue radici nel Medioevo, che dai campi di battaglia si è trasferita su quelli da calcio: ecco i quattro match più significativi

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Carlo Magno è riconosciuto come uno dei più importanti progenitori dell’Europa e, tra l’VIII e il IX secolo d.C., unificò il continente da Barcellona ad Amburgo, per la prima volta dopo le invasioni barbariche e il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Dedicò gran parte del suo regno a combattere i Sassoni e a fortificare i confini del Sacro Romano Impero sempre nella prospettiva della conquista dei territori oltre il Reno. Da allora, la tensione tra i franchi e i popoli germanici è cresciuta fino alle guerre napoleoniche, ma fu nel 1870, con la guerra franco-prussiana, che deflagrò. Napoleone III perse la battaglia di Sedan, sconfitta che pose fine al secondo impero francese e diede inizio all’impero tedesco. La conflittualità tra le due nazioni non scomparve, anzi, fu uno dei principali fronti della Prima guerra mondiale. All’esplosione del secondo conflitto planetario, la Germania annientò l’esercito francese, costringendo gli alleati inglesi alla precipitosa fuga di Dunkerque. La croce uncinata sventolò sulla Tour Eiffel, i blindati tedeschi sfilarono sugli Champs-Élysées. Per fortuna sappiamo tutti come è andata a finire e gli orrori del 1939-1945 sono stati la premessa della salda alleanza franco-tedesca del nostro tempo, pilastro dell’Unione Europea, ma la rivalità tra i due popoli non è terminata, anzi, si è solo trasferita in un altro ambito, sicuramente più ludico e divertente: il calcio. Francia-Germania è una sfida dal sapore unico tra due scuole agli antipodi: il calcio champagne francese contro la solidità tedesca, Platini contro Beckenbauer, fantasia contro il fisico, anche se, negli ultimi due decenni, il football teutonico ha fatto notevoli passi avanti anche dal punto di vista del bel gioco, culminato con il titolo mondiale del 2014.

Mondiali 1958

Il bilancio tra le due nazioni è a favore della Francia con 14 successi contro i 9 tedeschi, ma non è il totale di 31 incontri a interessare, ma alcune sfide che hanno rappresentato delle pietre miliari del calcio mondiale.

Nel 1958 Francia e Germania Ovest sono le protagoniste della finalina per il terzo posto nei Mondiali svedesi. Sono entrambe uscite deluse dalle semifinali: i transalpini hanno perso 5-2 contro il Brasile della meraviglia Pelè (tripletta per lui) e i tedeschi soccombere contro i padroni di casa capitanati da Liedholm. Quella era la Francia del leggendario Just Fontaine, che concluse il torneo scandinavo con il record, tutt’ora imbattuto, di 13 reti in una fase finale del Mondiale, siglò quattro gol nella finale per il gradino più basso del podio, a sancire un posto d’onore nel cuore della rivalità che risorgeva dalle ceneri della Seconda guerra mondiale.

La battaglia di Siviglia

Salto in avanti nel tempo, 1982, Mondiali di Spagna così cari a noi italiani. Mentre nella prima semifinale Paolo Rossi regola con una doppietta la Polonia di Boniek, la sera di quell’8 luglio va in scena “La Battaglia di Siviglia”: “l’esercito francese” è guidato dal generale d’armata Michel Hidalgo e schiera tra le sue fila Tresor, Giresse, Tigana e soprattutto Platini; la Germania Ovest è guidata dal feldmaresciallo Jupp Derwall, affiancato da Stielike, Briegel, Breitner, Littbarsky, Magath e il Panzer per eccellenza Karl-Heinz Rummenigge. È una sfida che ha fatto epoca e, come capita quando c’è di mezzo la Germania Ovest, dei tempi supplementari epici. Apre le marcature il funambolico numero 7 in maglia bianca, Littbarski, al 17’ del primo tempo. Pareggia dopo 9 minuti Platini su rigore. Al 52’ si verifica un episodio che segnerà i rapporti franco-tedeschi nei giorni a seguire: pennellata sopraffina di Platini che libera Battiston solo davanti a Schumacher, il portiere tedesco esce a valanga, travolgendo l’avversario mentre il pallone sfila a lato del palo. Battiston resterà in coma alcuni giorni, perderà due denti e i problemi al collo lo perseguiteranno per il resto della sua vita. Il difensore di origine veneta è nato in Lorena, storica regione contesa tra Francia e Germania. L’arbitro Corver non prende alcun provvedimento, oggi sarebbe stato quanto meno rigore e cartellino giallo. Sull’1-1 si va ai supplementari. La Francia segna due volte con Tresor e Giresse, ma l’irriducibile Germania Ovest risorge grazie proprio a Rummenigge, che, subentrato al minuto 97, segna il 2-3. Poi arriva il 3-3, siglato in rovesciata da Fischer. Si va ai rigori, dove sarà decisivo l’errore di Bossis (nella foto). Per Platini fu “la partita più bella della mia intera carriera calcistica”; in un sondaggio, i tifosi transalpini affermarono che odiavano più il portiere Schumacher che Hitler. Quattro anni dopo si replica. C’è sempre Platini, ma la Germania Ovest fatica meno: 2-0 con reti di Brehme e Voeller. C’è un altro incrocio nei quarti di finale del Mondiale 2014. Vincono ancora i tedeschi con gol di Hummels. Sembra un’altra Sedan, la Francia non riesce a liberarsi del complesso teutonico. Sarà il generale Deschamps a liberare il Paese da questa maledizione.

Europei 2016

Fu il primo confronto tra Francia e Germania nella massima competizione continentale. Siamo a Marsiglia, il 7 luglio e a suonare la Marsigliese è “le petit diable”, Griezmann, che con due reti abbatte la Germania (stavolta unificata) campione del mondo. Sarà il Portogallo a risvegliare la Francia nella finale di Saint-Denis, ma intanto il conflitto franco-tedesco sembra aver preso una nuova direzione.

 

 

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