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Con uno scialbo 0-0 i Diavoli Rossi guadagnarono la finale condannando gli azzurri a quella per il terzo/quarto posto
Giocare in casa una manifestazione non è che ci abbia portato sempre questa gran fortuna. Una vittoria al Mondiale e una all’Europeo, d’accordo, ma l’ultimo sorriso tra le nostre mura è datato 1968: un po’ troppo in là nel tempo. Poi solo delusioni, a partire da un altro Europeo, quello del 1980, dove mancammo la finale per via di uno 0-0 contro il Belgio che grida ancora vendetta.
In quella manifestazione si segnano pochi gol in generale e si vede ancora meno spettacolo. Ogni rete, quindi, ha un peso specifico clamoroso in caso di arrivo a pari punti in uno dei due gironi. E in quello con Italia, Belgio, Inghilterra e Spagna tutto si decide in base ai gol segnati, quando siamo all’ultima giornata. Azzurri e Diavoli Rossi con una vittoria e un pareggio a testa, ma noi abbiamo segnato solo un gol (Tardelli agli inglesi), contro i tre dei nostri avversari. Il 18 giugno 1980, quindi, all’Olimpico di Roma, non abbiamo altro da fare se non vincere, con qualsiasi risultato. Tocca spingere, in sostanza, ma siamo privi del nostro miglior attaccante: Paolo Rossi, infatti, è in attesa di giudizio per via della vicenda Totonero. Davanti Enzo Bearzot sceglie Graziani e Bettega, supportati da Causio e Antognoni. L’ossatura è ancora quella del Mondiale argentino di due anni prima, con la sola vera novità rappresentata da Lele Oriali, il jolly per eccellenza, che in quel caso agisce da terzino sinistro. Il Belgio è una squadra in crescita, che propone uno stile di gioco pragmatico e poco spettacolare; Guy Thys, l’allenatore-santone, ai suoi chiede grande abnegazione. Le stelle della squadra, a parte Ludo Coeck, futuro interista e rimasto a casa per un infortunio, sono i due attaccanti, Van der Elst e Ceulemans: uno piccolo e guizzante e l’altro grande e grosso. La tipica coppia di punte di una volta, insomma.
Contro l’Italia per il Belgio l’importante è non perdere, quindi se possibile i ritmi si abbassano ulteriormente e la difesa viene chiusa a tripla mandata. Gli Azzurri dovrebbero attaccare a spron battuto, ma finiscono appiccicati a questa carta moschicida. I Diavoli Rossi, per usare un termine moderno, “parcheggiano l’autobus” davanti al portiere Pfaff e attaccano rarissime volte. Iniziativa all’Italia, che però non sfonda. Anzi, siamo costretti a due cambi forzati: si fanno male Antognoni e Oriali, entrano Beppe Baresi e Altobelli, con Bearzot che tenta il tutto per tutto, gli attaccanti adesso sono tre con Causio sempre a supporto. Aggiungere punte, però, non è sufficiente e in più Antognoni avrebbe potuto rappresentare un’arma con i tiri da lontano. La migliore occasione, comunque, capita a Graziani nel primo tempo, con Pfaff eccellente sia sulla prima conclusione che sulla ribattuta di Ciccio. L’Italia in generale fa una gran fatica, con il Belgio che applica alla perfezione la tattica del fuorigioco.
Quello che succede al 5’ della ripresa, però, ha dell’incredibile: bello scambio tra Graziani e Bettega, “Bobby-gol” tenta di chiudere il triangolo con il compagno di reparto, ma la palla viene intercettata da Meeuws, il centrale difensivo, con una manata. Il fallo è appena dentro l’area, anche se il movimento del belga, una vera sberla al pallone, per inerzia lo porta fuori. L’arbitro portoghese Garrido, però, decreta punizione dal limite tra le proteste degli Azzurri. Una punizione che finirà altissima, peraltro. L’ultima chance è ancora per Graziani, che tira a lato da pochi passi dopo l’ennesima incursione di Causio e la smanacciata di Pfaff, forse il migliore in campo. La partita rimane brutta e spezzettata, l’Italia è senza idee e il Belgio ha buon gioco nel controllare fino al termine dell’incontro: uno 0-0 amarissimo, che porta in finale contro la Germania Ovest i Diavoli Rossi, mentre noi dobbiamo accontentarci di quella per il terzo posto, di fronte alla Cecoslovacchia. Bearzot nel dopopartita si lamenta un po’ per il gioco duro dei rivali e aggiunge: «In rapporto alle occasioni create segniamo troppo poco». La finalina con i cecoslovacchi la per- deremo ai calci di rigore dopo aver terminato 1-1 i tempi regolamentari, e anche il Belgio uscirà sconfitto contro la Germania Ovest: 2-1, con doppietta di Horst Hrubesch e in mezzo il pari provvisorio su rigore di Vandereycken. Però avremmo voluto esserci noi a giocarci la finale dell’Europeo in casa.
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