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Il portiere a inizio carriera sembrava un predestinato. Partì da Bergamo e fu Capello a volerlo nella Capitale: per strapparlo ai nerazzurri Sensi sborsò quasi 30 miliardi di lire
“Un grande avvenire dietro le spalle”: non sappiamo se Ivan Pelizzoli abbia mai letto la splendida autobiografia di Vittorio Gassman o se abbia perlomeno mai sentito citare il geniale titolo dell’opera; di certo, un’espressione del genere rispecchia in buona parte quella che è stata la sua parabola calcistica, iniziata con le stimmate del predestinato, che più predestinato non si poteva e proseguita poi con una serie di alti e bassi, tra periodi fulgidi e passaggi a vuoto; tra infortuni pregiudicanti e record d’imbattibilità.
Che portiere è stato? Uno a cui i mezzi fisici non mancavano e, in un certo senso, sulla ribalta del calcio che conta li ha esibiti subito, tutti assieme, grazie a quella che sembrava essere un’autentica chiamata del destino. Siamo nella stagione 2000- 01 e nell’Atalanta guidata da Vavassori lui è il terzo, giovanissimo portiere, dietro a Fontana e Pinato. Fatto sta che entrambi si infortunano e a lui tocca una ribalta che, lungi dal fargli tremare le gambe, ne esalta il rendimento al punto tale che Capello fa sostenere al presidente romanista Sensi uno sforzo economico molto vicino ai trenta miliardi di lire, pur di averlo. Arrivato nella Capitale, per la prima stagione è il vice di Antonioli. Nell’annata successiva riesce a mettersi maggiormente in mostra, totalizzando 19 presenze in campionato, con 22 reti subite ed esordisce con la Nazionale.
È quello del 2003-04 il suo campionato migliore: proprio in quell’anno diviene protagonista con la Roma e, grazie alle sole 14 reti subite in 31 partite disputate, diventa “Saracinesca d’Oro”, ossia il portiere meno battuto d’Europa. Inanella inoltre una serie di partite senza subire gol, conseguendo un totale di 774 minuti consecutivi d’imbattibilità tra i pali, la più alta per un portiere della Roma e quarta in assoluto nella classifica dei portieri della Serie A. Nel 2004-05 gli eventi, per lui e per i giallorossi, prendono il verso opposto: la Roma, dopo il passaggio di Capello alla Juventus, vive una stagione problematica e si trova a dover avvicendare ben cinque tecnici: Prandelli, Voeller, Delneri, Sella, Conti. Pelizzoli comincia la stagione in sordina e, dopo alcune gare disputate, si infortuna. La sua ultima annata romanista si chiude così con 17 presenze e 30 reti subite in Serie A.
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