Napoli-Udinese, Garella e Giuliani: incroci tra numeri 1

Napoli-Udinese, Garella e Giuliani: incroci tra numeri 1

I due portieri si sono passati il testimone della porta azzurra nel 1988, entrambi hanno poi militato in bianconero a fine carriera

  • Link copiato

Napoli-Udinese è da sempre uno scontro tra squadre che si sono scambiate spesso grandi numeri uno. Oltre al mito Dino Zoff, uno dei massimi esponenti della categoria, cresciuto nel vivaio dei bianconeri per poi passare al Napoli, non si possono dimenticare due grandissimi interpreti del ruolo quali Claudio Garella e il compianto Giuliano Giuliani.

Claudio Garella e Giuliano Giuliani, incroci da numeri 1

Le loro strade si sono intersecate più volte. La prima fu a Verona quando Claudio, dopo aver vinto uno scudetto impronosticabile con i veneti, si trasferì sulle pendici del Vesuvio lasciando il posto vacante proprio a Giuliani. Il Napoli di Garella fece nuovamente la storia vincendo un memorabile scudetto nell’annata 1986-87 e nel contempo Giuliani – che si era tolto lo sfizio di parare un rigora a Diego nel 1986-87 - entrò nelle grazie del Diez, che ne caldeggiò l’acquisto, proprio in sostituzione di Claudio, alla fine del campionato 1987-88. A quel punto il numero uno torinese trovò una nuova sistemazione a Udine, nella serie cadetta, proprio mentre Giuliani contribuì alla vittoria del secondo scudetto azzurro nel campionato 1989-90. L’ultimo incrocio fu nel 1990, quando Giulio, per la terza volta in carriera, prese il testimone di Claudio proprio in quel di Udine. Entrambi arrivarono all’Udinese a fine carriera, ma nonostante tutto ambedue riuscirono a riportare i friulani in Serie A.

Le differenze nell’interpretazione del ruolo

Dal punto di vista strutturale non potevano esistere due portieri più diversi tra loro: Claudio era un estremo difensore con un fisico massiccio che parava in qualsiasi modo (famosa la frase dell’Avvocato: “Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però”) e aveva un’estrema fiducia nei suoi mezzi; Giuliano, invece, era la vera essenza del numero uno: plastico, pulito negli interventi, corpo da atleta, esteta nel vestire (a fine anni ’80 tutti i modelli Reusch di maglie e guanti venivano disegnati da lui, anche per gli altri portieri); probabilmente il suo carattere schivo in un mondo che iniziava ad essere molto “mediatico” fu il suo più grande limite. Se i tratti fisici sono così diversi, quello che accomuna entrambi è il fatto che ovunque abbiamo militato hanno segnato un solco indelebile ricco di vittorie e di soddisfazioni. Nonostante siano passati oltre trent’anni, i tifosi di Udinese e Napoli certamente ricordano con affetto questi due iconici portieri! E chissà che proprio Alex Meret, cresciuto nel vivaio friulano e ora al Napoli, non pensi per un attimo a questi suoi illustri predecessori, magari ripercorrendo le loro gesta nei prossimi anni.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...





















Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi