Il Bayer Leverkusen e quella goduria dagli 11 metri

Il Bayer Leverkusen e quella goduria dagli 11 metri

I tedeschi hanno conquistato la Coppa Uefa del 1987-88 contro l’Espanyol pareggiando lo 0-3 subito all’andata e vincendo ai rigori al termine di una rimonta rimasta nella storia

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Una vittoria che vale per dieci, almeno. Anche se la bacheca si riempie appena di un trofeo, molto dipende anche dalla maniera con cui lo si conquista. E il modo di vincere la Coppa Uefa del 1988 da parte del Bayer Leverkusen è intriso nella leggenda: intanto perché è l’unico trofeo continentale mai sollevato dalle “Aspirine” e poi perché arrivò al termine di un doppio confronto in finale contro l’Espanyol degno di un film thriller: 3-0 a Barcellona per i padroni di casa, 3-0 per i tedeschi a Leverkusen e rigori decisivi a favore del Bayer dopo i supplementari.

Coppa Uefa 1987-88, il Bayer Leverkusen outsider di lusso

Il Bayer di quell’anno comunque era una squadra solidissima: a parte il 3-0 preso dall’Espanyol nell’andata della finale, i tedeschi non persero nessun’altra partita durante il percorso. Anzi, tra le vittime ci furono squadre di tutto rispetto come il Feyenoord e soprattutto il Barcellona, eliminato ai quarti di finale da una rete di Tita, brasiliano che poi sarebbe venuto a giocare al Pescara. Zero a zero a Leverkusen, 1-0 al Camp Nou. In semifinale poi derby fratricida tutto tedesco contro il Werder Brema, anche qui di “corto muso”, grazie all’1-0 dell’andata confermato dallo 0-0 del ritorno. Werder che comunque vincerà la Bundesliga, a conferma del capolavoro del Leverkusen, non molto considerato all’inizio di quel torneo e capace invece di spingersi fino all’atto conclusivo. Un torneo in cui erano presenti quattro squadre italiane, tutte piuttosto deludenti: Inter, Milan, Juventus e Verona, con l’Hellas unica in grado di andare un po’ più avanti nella manifestazione, fuori ai quarti di finale proprio contro il Werder Brema.

Bayer Leverkusen, i protagonisti della Coppa Uefa 1987-88

Una squadra, quella, di spessore internazionale come dimostrano i nomi degli stranieri a disposizione dell’allenatore Erich Ribbeck: Tita, ne abbiamo già parlato, ex pilastro del Flamengo di Zico campione della Libertadores, il polacco Buncol, motore della squadra terza al Mondiale 1982, e il sudcoreano Cha Bum-kun, uno dei primissimi asiatici a spopolare nei campionati europei. Tutt’altro che solamente esotico, Cha, capace di sdoppiarsi in un doppio lavoro da attaccante e da esterno (destro) che farebbe la fortuna degli allenatori di oggi: per lui peraltro seconda Coppa Uefa in carniere dopo quella del 1980, quando aveva vinto con l’Eintracht Francoforte. Insomma, un giocatore di spessore internazionale. L’anima tedesca era incarnata da capitan Rolff soprattutto, dal difensore Reinhardt e dal bomber Falko Götz: dalla panchina si alzava un altro futuro “italiano”, l’attaccante Herbert Waas, che andrà a giocare al Bologna senza troppa fortuna.

Espanyol-Bayer Leverkusen 3-0: andata disastrosa

Tutti gli appassionati comunque ricordano quella finale, quel doppio confronto, contro una vera outsider come l’Espanyol del basco Clemente e con in campo, tra gli altri, Ernesto Valverde, futuro tecnico del Barcellona e attuale allenatore dell’Athletic Bilbao. Catalani reduci da una clamorosa rimonta in semifinale ai danni del Bruges, da 2-0 a 3-2, sempre tra andata e ritorno, e che cominciano la finale allo stadio Sarrià di slancio. Tutto si concretizza a cavallo tra il primo e il secondo tempo, quando in 14 minuti, più naturalmente l’intervallo, l’Espanyol colpisce in tre occasioni: doppietta di Losada e gol di Soler dopo una rete precedentemente annullata ai padroni di casa. Una lezione di calcio che non sembra solo rimontabile, ma nemmeno avvicinabile. I catalani in porta peraltro hanno un muro, sulla carta, come il camerunese N’Kono, quindi il 3-0 dell’andata pare proprio una sentenza. Eppure mai dire mai.

Bayer Leverkusen-Espanyol, rimonta da favola e trionfo ai rigori

Ribbeck per il ritorno fa solo un cambio davanti: fuori Waas e dentro Gotz, dietro di lui Cha e Tita. Purtroppo per il Bayer il primo tempo finisce 0-0. A quel punto l’allenatore tedesco si gioca il tutto per tutto e mette Waas, passando a una specie di 4-3-3 molto offensivo, che è la svolta della gara. Spunto di Waas a destra, cross in area dove si accende un mischione risolto da Tita con una zampata sottomisura: parrebbe un gol casuale, ma l’inerzia gira quasi subito con il 2-0 di Gotz al minuto 63, servito da Täuber appena entrato al posto proprio di Tita, non proprio d’accordo con la decisione del suo allenatore. Il 3-0 nel finale è di Cha, inesauribile, di testa su calcio di punizione. Supplementari di studio e poi rigori, dove il Bayer inizia male, sbagliando con Falkenmayer: l’Espanyol invece è perfetto nei primi due tiri, ma la svolta arriva quando Urquiaga spiazza Vollborn ma centra la traversa. Da lì i catalani non ne azzeccano più una, mentre il Leverkusen mette la testa avanti con Waas e Täuber. L’ultimo rigore è di Losada, l’eroe dell’andata, che spara alto. Tripudio per i tedeschi, che sollevano la Coppa Uefa davanti al loro pubblico, per quello che ancora oggi è l’unico titolo internazionale in bacheca.

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