Nevio Scala in cima al mondo col Dortmund

Nevio Scala in cima al mondo col Dortmund

Riviviamo quella stagione del Borussia con l'allenatore italiano in panchina e la vittoria nell'Intercontinentale

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Uno legge l'elenco degli allenatori del Borussia Dortmund e trova nomi che al giorno d'oggi risultano altisonanti: Jurgen Klopp, Thomas Tuchel, lo stesso Edin Terzic che sta per giocarsi la finale di Champions League contro il Real Madrid. Quasi tutti tedeschi, di nascita o d'adozione, in passato Udo Lattek, Otto Rehhagel e il mitico Ottmar Hitzfeld, l'unico in grado di vincerla, la Champions per i gialloneri, nel 1997 contro la Juventus. E poi nell'elenco si scova un italiano, e che italiano! Nevio Scala. Sì, proprio il volto familiare, pane-e-salame quasi, del grande Parma degli anni Novanta. Una sola stagione per lui a Dortmund, con un grande trofeo vinto: la Coppa Intercontinentale.

Nevio Scala, un'eredità pesante

Il 28 maggio del 1997 è una data storica per i tifosi del Borussia Dortmund: quel giorno infatti contro ogni pronostico i gialloneri battono la Juventus 3-1 nella finale di Champions League a Monaco di Baviera grazie soprattutto a una doppietta di Riedle. In tripudio ci finisce Ottmar Hitzfeld, allenatore di una squadra ricca di "vecchioni", nel senso di giocatori intorno la trentina se non oltre, capaci comunque di annichilire una Juventus che si era presentata col vento in poppa: da Reuter a Kohler allo stesso Riedle, a Sammer e Moeller, tutti ex del nostro campionato se non proprio dei bianconeri. Hitzfeld però ha già deciso, a fine stagione lascia il Borussia Dortmund e si accasa al Bayern Monaco con cui rivincerà la Champions nel 2001 dopo averla mancata in maniera clamorosa nel 1999 con la celebre rimonta del Manchester United dopo il 90'. Clamorosa però è anche la scelta del club di scegliere al suo posto Nevio Scala. Il tecnico padovano è reduce da una mediocre esperienza con il Perugia, con cui è retrocesso in B, ma ha lasciato evidentemente buoni ricordi nel mondo del calcio: in fondo due anni prima con il Parma ha coronato un lustro abbondante in crescendo continuo, vincendo la Coppa Uefa dopo essere partito con gli emiliani dalla Serie B. Tocca a lui insomma questa pesantissima eredità e l'inizio non è dei migliori visto che perde subito la Supercoppa Europea contro il Barcellona di Figo, Rivaldo e compagnia: 3-1 nel doppio confronto per i catalani.

L'Intercontinentale

In campionato pure il Borussia Dortmund è abbastanza un disastro tanto che a metà novembre i gialloneri si trovano addirittura ultimi a braccetto con il Bochum in un campionato che verrà vinto poi dal Kaiserslautern neopromosso. La Bundesliga è una parentesi in realtà in mezzo a un percorso quasi netto in Champions League dove il Dortmund perde una sola volta nel girone di qualificazione ai quarti di finale, curiosamente in un amarcord per Scala, contro il "suo" Parma: 1-0 al Tardini, con Carlo Ancelotti sull'altra panchina. Anche per questo Scala non viene esonerato, nonostante si rincorrano le voci. Insomma, Europa e in generale competizioni internazionali medicine per un Borussia che non ha apportato grandi cambiamenti alla rosa: via Riedle in direzione Liverpool e Lambert al Celtic, spazio ai giovani mentre i "vecchioni" si trovano con un anno in più sul groppone e si nota. L'occasionissima si chiama Coppa Intercontinentale, a Tokyo contro il ruspante Cruzeiro di Bebeto e di un giovane portiere silenzioso destinato a una grande carriera anche in Europa: Dida. Potrebbe essere l'ultimo grande ballo per molti al Borussia, Scala compreso. Se perde verrà sicuramente cacciato, c'è la pausa invernale di mezzo; in caso contrario gloria imperitura perché il Dortmund non ha mai disputato una partita del genere, al massimo prima della Champions si era portato a casa la Coppa delle Coppe, nel 1966. E invece a Tokyo il Borussia disputa una prova eccellente, vincendo 2-0 contro il Cruzeiro grazie alle reti di Zorc e Herrlich, il nuovo centravanti titolare che ha preso il posto di Riedle dopo esserne stato la riserva. Per quella squadra simbolo degli anni Novanta, sempre nella parte alta della classifica con due titoli tedeschi consecutivi vinti tra il 1995 e il 1996, è il canto del cigno. Capitan Reuter solleva l'Intercontinentale ed è facile che in spogliatoio commenti in italiano con Scala, naturalmente, più gli altri ex del nostro campionato ancora in rosa. La stagione si concluderà con la semifinale persa in Champions contro il Real Madrid e un decimo posto in Bundes prima dell'addio, inevitabile, al buon vecchio Nevio.

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