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L'arrivo 30 anni fa del brasiliano in viola con un curioso retroscena, una sorta di "bonus" per migliorarne il rendimento
A Marcio piaceva Firenze, ci mancherebbe altro, ma forse preferiva qualcos'altro legato al suo nuovo club: un sogno proibito, una richiesta "folle" da fare al presidente del suo futuro club, produttore cinematografico.
Gli affari di mercato possono portarci su territori inesplorati, certo, e quello di Marcio Santos alla Fiorentina è uno di quelli, al limite tra realtà e fantasia: estate 1994, il brasiliano in viola con Sharon Stone come "terzo incomodo".
Non era un grande Brasile onestamente, quello campione del mondo nel 1994: un paio di attaccanti formidabili, Romario e Bebeto, un portiere di sicuro affidamento come Taffarel e qualche onesto pedalatore della Serie A, tipo Branco o Dunga. In panchina, mai utilizzato, un giovanissimo fenomeno, anzi Fenomeno: Ronaldo Luis Nazario de Lima.
In difesa? Un giovane centrale del Bordeaux, un portento fisico che nella finale contro l'Italia sbaglia l'unico rigore del Brasile in quella lotteria: destro incrociato, bravo Pagliuca a respingere il tiro di Marcio Santos.
Poco male, visto che con gli errori di Baresi, Massaro e Roberto Baggio i Verdeoro si laureano campioni del mondo per la quarta volta, Marcio Santos compreso, che viene incluso nell'undici ideale del torneo.
Uno così, giovane e di prospettiva, non può che finire nei radar delle squadre più ricche del pianeta, comprese le nostre. Ecco dunque che la Fiorentina si mette sulle sue tracce e completa l'affare, per 5.5 miliardi di lire. Mercato sontuoso quello dei viola, al ritorno in Serie A dopo il purgatorio tremendo in B: oltre al brasiliano infatti arriva, tra gli altri, il portoghese Manuel Rui Costa.
Oggi naturalmente ogni contratto prevede dei bonus più o meno raggiungibili o comunque inerenti l'attività di calciatore. All'epoca però il presidente della Fiorentina era Vittorio Cecchi Gori, patron vulcanico e dalle idee particolari.
Un presidente il cui vero lavoro era quello di produttore cinematografico, a contatto con tutte le stelle del panorama artistico internazionale, inclusa Sharon Stone, la diva di "Basic Instinct".
Quel film Marcio Santos l'aveva visto in un cinema di Bordeaux, così si sussurrava, ed era rimasto folgorato dalla bellissima attrice bionda. E ora aveva di fronte a sé il datore di lavoro della Stone che incidentalmente era anche il suo.
Leggenda o realtà, il brasiliano pare avesse chiesto informazioni a Cecchi Gori, che per stimolarne il rendimento avrebbe aggiunto questo bonus speciale "alla firma" del contratto: "Caro Marcio, se segni 7 gol ti organizzo una cena con Sharon Stone". Le voci discordano, si dice 7 ma qualcuno afferma anche 9 gol, che per un difensore sono comunque tantissimi a prescindere.
E Marcio Santos di reti ne segnerà, in viola, ma solamente due, più due autogol. Impacchettato dopo una stagione e spedito all'Ajax, non è da considerarsi un bidone, ma certo ha reso sotto le aspettative.
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