Uno, nessuno, ottanta Adriano Galliani

Uno, nessuno, ottanta Adriano Galliani

Simbolo di un'era del calcio italiano e forse dell'Italia intera, l'ex super dirigente del Milan e della Lega Calcio e attuale Vicepresidente vicario, amministratore delegato e membro CDA del Monza ha vissuto mille vite, professionali e private

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Quando uno come lui arriva al traguardo degli ottant'anni, a guardarsi alle spalle è un Paese intero; la premessa è che non metteremo mai d'accordo le due Italie chiamate a stilare il bilancio: quella che in lui vede il manager partito dalle proprie intuizioni e poi arrivato a meritarsi contesti sempre più ampi del potere e l'altra Italia, che in una simile parabola imprenditoriale, dirigenziale e infine politica vede il prototipo di quella spregiudicatezza d'impresa sempre andata a braccetto con un ceto politico arraffone e garantista.

 

Galliani e Monza, inizio di una storia

 

Monza dove tutto iniziò e dove l'uomo è ancora in pista, che come metafora ci sta più che bene; con tutti i suoi patrimoni – economico, d'esperienza e di prestigio – centuplicatisi nel tempo. Era il 30 luglio del 1944, la Guerra c'era ancora ma il pensiero della ricostruzione, in tutte le accezioni che avrebbe avuto nei decenni successivi, già aleggiava nell'aria, riempita quel giorno dai primi vagiti di Adriano Galliani, figlio della media borghesia brianzola, a metà tra impiegatizia e imprenditoriale, con un padre segretario comunale e una mamma che era nel ramo dei piccoli trasporti.

 

Galliani-Berlusconi: una storia d’amore

 

Dici Galliani e non puoi non vedere in controluce il profilo di Silvio Berlusconi, anche se lo considerassimo un convitato di pietra e non volessimo nominarlo. Non puoi non ripercorrere la loro crescita imprenditoriale che dagli Anni Settanta in poi procede all'unisono, tra vicendevoli aiuti e uno scambio continuo di "know how", ovvero quel patrimonio di conoscenze e metodologie da mettere in atto per realizzare un progetto. Uno?! Beh, stavamo semplificando, anche se il binomio in effetti è rimasto unico e non scalfito fino alla fine; sono le ramificazioni che si sono moltiplicate.

 

Berlusconi a parte, perché fondamentalmente non è di lui che si parla in queste righe, sono poche le cose che non si conoscono delle carriere di Adriano Galliani, soprattutto grazie al Milan, stella polare del suo operato dirigenziale. Amministratore delegato della società rossonera dal 1986 – inizio della presidenza Berlusconi, ecco che ci tocca nominarlo di nuovo – al 2017, con ventinove trofei in trentuno stagioni. Del Milan è stato anche Vicepresidente vicario in due periodi, ossia dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2017.

 

Oltre a un'opera dirigenziale con pochi eguali nella storia del calcio italiano, perché Galliani è stato "il" Milan e non semplicemente "al" Milan anche nei momenti difficili del club e lo ha rappresentato al massimo grado soprattutto dal 1994 in poi, ossia da quando Berlusconi (e dai) ha iniziato la propria avventura in politica con la fondazione di Forza Italia. Come se non bastasse, al momento del commiato, ha lasciato in dote al club di Via Turati un patrimonio tecnico stimato attorno ai duecento milioni di Euro, il che ci dice che dietro il dirigente dalle vulcaniche esultanze c'è sempre stato un finissimo intenditore di calcio.

 

Le mille vite di Adriano Galliani

 

Dovremmo parlare anche del Galliani Presidente della Lega Calcio dal 2002 al 2006 (ricordate l'arbitro Rosetti al telefono con lui durante quel famigerato derby di Roma interrotto per la falsa notizia della morte di un bambino?) o del Galliani Senatore, o ancora del Galliani al vertice di Mediaset Premium...però, oggi che compie ottant'anni ed è ben saldo nel ruolo di amministratore delegato e Vicepresidente vicario del Monza, sotto la presidenza onoraria di Paolo Berlusconi, preferiamo anche noi ripartire da Monza, dove tutto cominciò, con un diploma di geometra e una passione per il calcio già ben radicata, soprattutto grazie a sua madre, scomparsa quando lui aveva solo quattordici anni, che gli aveva fatto varcare per la prima volta i cancelli di uno stadio. Da lì in poi è stato tutto un mettersi alla prova per il geometra Galliani, divenuto Dottore sul campo, è il caso di dirlo, anche se non all'Università.

La missione dell'intraprendere, del rischio da attraversare per trasformarlo in profitto l'aveva dentro da sempre, per mandato più materno che paterno, ancora prima di conoscere...Silvio B. In principio fu uno stabilimento balneare in Puglia, nel Gargano, in una terra ancora affatto sbocciata al turismo di massa come oggi; poi, dal 1975, l'acquisizione della "Elettronica industriale" di Lissone, azienda che forniva apparecchiature per la ricezione dei segnali radiotelevisivi. Da quel momento, dopo essere diventato fornitore dell'allora Telemontecarlo, cominciò il suo avvicinamento a un mondo in totale evoluzione all'epoca, ovvero quello dell'emittenza privata. Come in tutte le storie di pionieri che si rispettino, c'è anche una data spartiacque nella vita di Adriano Galliani: il primo giorno di novembre del 1979, metti una sera a cena ad Arcore. Indovinate con chi?

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